Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

31/10/13

«ВТОРАЯ ЖИЗНЬ ВЕЩЕЙ» «LA SECONDA VITA DELLE COSE» - CARTA DEI PUNTI DI RACCOLTA DELLA DIFFERENZIATA IN RUSSIA

 
 
 
 
 
Вы можете помочь планете простым действием! Не выбрасывайте мусор, отдайте его на переработку. А куда — вам подскажет наша интерактивная карта. Введите свой адрес в поисковую строку и узнайте, какие пункты приема вторсырья находятся поблизости. Они разделены по видам принимаемого вторсырья: бумага, стекло, пластиковые бутылки, старая электроника, одежда и другое. Заполните форму и вы сможете добавить информацию о любом пункте, который известен вам, но его нет на карте. Обязательно оставьте отзыв о пункте приема вторсырья и выставите ему рейтинг. Подарите вещам вторую жизнь! 
 
Fonte: www.greenpeace.org/russia

ЭКОДОМ - PROGETTO "EKO-CASA" DI GREENPEACE RUSSIA

Ekodom - la casa ecosostenibile

Двери нашего «Экодома» открыты для всех желающих внести свой вклад в дело спасения природы. Помочь может каждый, а начать можно с малого. Установите у себя дома энергосберегающие лампы, утеплите окна в квартире, выбирайте безопасную бытовую химию, собирайте бытовые отходы раздельно и вы внесёте свою лепту в общее дело защиты окружающей среды.

 Leggi tutto... Читаете всё...

Fonte: www.greenpeace.org/russia

29/10/13

I TONNI ROSSI RADIOATTIVI DI FUKUSHIMA CONTAMINANO TUTTO L'OCEANO PACIFICO


Un team di ricercatori ha dimostrato come le sostanze fuoriuscite dalla centrale di Fukushima durante l'incidente abbiano, alla fine, contaminato anche i pesci, che ora trasferiscono il cesio per tutto l'oceano Pacifico.

Lo studio, intitolato "Pacific bluefin tuna transport Fukushima-derived radionuclides from Japan to California” pubblicato da Proceedings of the National Academy of Sciences, è nato dalla necessità di comprendere quanto cesio radioattivo venisse rilasciato nelle acque oceaniche dopo la tragedia dell'11 marzo 2011. Il team di ricercatori si domandò se il tonno rosso, che normalmente vive al largo delle coste giapponesi, potesse essere contaminato prima di migrare verso gli Stati Uniti


Data: 19.08.2013
Fonte: www.articolotre.com

LA MUSICA AIUTA I BAMBINI DI CERNOBYL


È terminata con il ritorno al villaggio situato nella regione russa di Briansk la tournée italiana del gruppo musicale del “Viburno Rosso”, interprete delle canzoni della locale tradizione popolare. Il complesso, formato da otto ragazze, è stato ospite in Italia del coordinamento dei circoli piemontesi, lombardi e veneti di Legambiente nell’ambito del progetto di cooperazione denominato le“ Russie di Cernobyl”. La formazione ha avuto modo di esibirsi negli ambiti più svariati: dagli oratori alle scuole materne e ai centri per anziani.


Data: 16.10.2013
Fonte: www3.varesenews.it

28/10/13

FRODE E CORRUZIONE A FUKUSHIMA: LA CRIMINALITA' ORGANIZZATA COINVOLTA NEL RECLUTAMENTO DI "PERSONALE SPECIALIZZATO"


Ciò che prevale è un camuffamento ben organizzato. Il disastro della sanità pubblica in Giappone, la contaminazione dell'acqua, dei terreni agricoli e della catena alimentare, per non parlare delle implicazioni economiche e sociali in modo più ampio, né sono stato pienamente riconosciute, né affrontate in modo completo e significativo da parte delle autorità giapponesi.

La crisi in Giappone, é stata descritta come "una guerra nucleare senza una guerra". Nelle parole del celebre scrittore Haruki Murakami:
"Questa volta nessuno ha sganciato una bomba su di noi ... Abbiamo impostato il palco, abbiamo commesso il fatto con le nostre mani, stiamo distruggendo le nostre terre, e stiamo distruggendo la nostra vita."

Molte relazioni e articoli della rivista Global Research hanno delineato i pericoli delle radiazioni mondiali derivanti dal disastro di Fukushima.

Questo disastro é ora sostenuto e aggravato dalla incompetenza di TEPCO e dal camuffamento politico da parte del governo Abe.

Fukushima e la Yakuza
C'è un'altra dimensione: il coordinamento della multimiliardaria operazione Fukushima di decontaminazione si basa sulla criminalità organizzata del Giappone, la Yakusa, che é attivamente coinvolta nel reclutamento del personale "specializzato" per compiti pericolosi. "La complessità dei contratti di Fukushima e la carenza di lavoratori, sono caduti nelle mani della yakuza, criminalità organizzata del Giappone, che hanno eseguito truffe nel mercato del lavoro per generazioni".


Data: 28.10.2013
Fonte: www.comedonchisciotte.org

"I FATTI AL POSTO DELLE PAROLE" - INTERVISTA A PAVEL VDOVICENKO


«I FATTI AL POSTO DELLE PAROLE»:

LA VITA RUSSO-SOVIETICA DELLE ORGANIZAZZIONI NON PROFIT

 

Intervista a Pavel Vdovičenko (parte 1)

dal sito di Civil Dignity - Гражданское достоинство

 

L’attività di Pavel Vdovičenko – membro del presidium di “Graždanskoe dostoinstvo” (Dignità civile) –da tanti anni è ormai legata alla regione di Cernobyl. Pavel partecipa ai lavori del Consiglio civile e del Consiglio di coordinamento per lo sviluppo del volontariato del Distretto federale della Russia centrale. È fondatore e ideologo dell’organizzazione pubblica “Radimici per i bambini di Cernobyl”, la quale oggi è riconosciuta come uno dei biglietti da visita del settore non profit in Russia. Gli attivisti di Radimici difendono i diritti dei cernobyliani, lavorano con i bambini con paralisi cerebrale, contribuiscono al risanamento degli scolari nel contesto di programmi d’integrazione ecc. Quando e perché Pavel Vdovičenko – insegnante di discipline sociali di una cittadina provinciale – diventa un leader attivista? Che cosa oggi, secondo lui, ostacola lo sviluppo del terzo settore in Russia? Sentiamo…

– Pavel Ivanovič, perché ha legato la sua vita all’attività nel terzo settore, quello non profit?

– Le circostanze hanno voluto che io passassi una parte significativa della mia vita cosciente nella cittadina di Novozybkov, la quale si trova all’estremo ovest del paese. Da noi per arrivare a Gomel’, in Bielorussia, ci sono 80 km, a Černigov, in Ucraina, 170 km, ma fino a Brjansk, nostro capoluogo russo di regione, più di 200… Fiumi limpidi, boschi pieni di selvaggina, funghi e frutti di bosco, gente semplice e laboriosa. Lavoravo in un istituto superiore dove si effettuava la preparazione dei maestri delle prime classi per le scuole di villaggio dei dintorni e di quelle “oltre confine” (ucraine e bielorusse). Da bravo insegnante di discipline sociali, io conducevo i miei pupilli “verso le successive vette del socialismo evoluto”, credendo in tutta sincerità che il nostro paese fosse il migliore al mondo. Ora è triste e ridicolo ricordare come io, che non ero stato NEANCHE UNA VOLTA all’estero, cercassi di convincere i miei alunni che i problemi dell’URSS (che in quel periodo non facevano che crescere) erano inconsistenti se confrontati con gli enormi problemi del mondo del capitale, di un portuale francese o di un fattore americano. Nel 1985 giunse il tempo della perestrojka e noi, gioventù dei ’70 e degli ’80, con ammirazione ascoltavamo il nuovo leader del paese, Michail Gorbačëv, che per primo cominciò a parlare senza carte e documenti, improvvisando. Allora avevo poco più di trent’anni e credetti sinceramente che fosse giunto il tempo dei cambiamenti. A quell’epoca la “democratizzazione” avvenne anche dentro di me. Altri possono confermare che proprio verso la metà degli anni ’80 per me ebbe inizio la strada nel terzo settore.

– Perché scelse il tema di Cernobyl?

– Cernobyl dista dalla nostra città 180 chilometri. Può sembrare lontano. Tuttavia, dopo il 26 aprile del 1986, la nostra terra divenne ostaggio di una situazione complicata e poco chiara per gli scienziati, il personale tecnico e i dirigenti politici del paese. Il fatto è che noi ci venimmo a trovare sulla traiettoria delle nubi radioattive che si stavano muovendo a est, verso la regione di Mosca. Esiste una versione dei fatti secondo cui le nubi “si riversarono” con una pioggia di cesio e di stronzio sulle nostre città e sui nostri villaggi non senza l’aiuto degli impianti d’artiglieria e dell’aviazione dell’Armata rossa e delle forze armate del paese. Se così fu per davvero, allora dobbiamo comprendere che venne commesso un crimine di stato ai danni del proprio popolo. Perché nessuno ci avvertì del pericolo incombente, nessuno fece niente per mettere al sicuro le nostre vite in quei primi giorni, i più pericolosi. Non solo, ma ci schierarono, bambini compresi, nei cortei del Primo Maggio e poi c’invitarono ai pic-nic nei boschi che “risuonavano” per le radiazioni…
Ma torniamo al nostro tema: Novozybkov venne a trovarsi nella zona con un altissimo livello di radiazioni. Gli scienziati, e in seguito i funzionari di rango, annunciarono che da lì in avanti noi avremmo vissuto nella “zona a trasferimento obbligatorio”. Vivere in quella località e non prestare attenzione a quel tema mi sembrò allora una cosa talmente innaturale, che presto fondai l’organizzazione giovanile “Radimici” per difendere i diritti della gente colpita da Cernobyl.
Mi ci volle esattamente un anno per comprendere che le radiazioni nei nostri boschi, nei nostri campi, nelle nostre vie ci sarebbero rimaste molto a lungo. Era il periodo della democrazia di strada, e pure io partecipavo ai comizi. Ma tale forma di “svaporazione” mi fece riflettere: «Cosa stiamo facendo? Critichiamo i burocrati e gli altolocati…». Tuttavia continuavamo ad andare con fervore a tutti i comizi, passando davanti a mucchi di immondizia radioattiva, cercando di nascondere lo sguardo da una vecchietta che si trascinava solitaria in stato pietoso. A noi, uomini sovietici, non ci si poteva accusare di durezza di cuore, ma perché allora mandavamo i nostri bambini invalidi, i nostri bambini spesso ammalati negli internati in campagna, nelle “scuole nel bosco”? Ancora prima degli avvenimenti di Cernobyl, un certo marciume interiore aveva colpito la nostra società. Per questo io, una volta, dalla tribuna invitai i manifestanti a mitigare l’impeto degli interventi, a tornare a casa e cominciare a modificare la società partendo da se stessi. Da lì a Radimici nacquero gli slogan: “I fatti al posto delle parole”, “Fare, e non parlare”.

– Chi partecipava al lavoro di Radimici nel periodo di formazione dell’organizzazione?

– Probabilmente farà un po’ ridere, ma si trattava di ragazze e ragazzi di 15-18 anni. Il club “Radimici” lo fondammo un anno dopo gli avvenimenti di Cernobyl, nell’aprile del 1987. Proposi a ragazze e ragazzi che allora frequentavano l’Istituto pedagogico di Novozybkov di unirsi un una comunità di giovani i cui partecipanti fossero pronti a diventare più forti aiutando i più deboli. La proposta venne accolta con entusiasmo. Creammo un club giovanile. Mediante l’affrontare i problemi quotidiani di bambini, invalidi e anziani gli stessi membri del club si fecero più adulti, cambiarono. Una settimana dopo l’altra, loro si occupavano di cose molto semplici: lavavano la biancheria alle persone anziane, preparavano delle rappresentazioni coi burattini per i bambini del prijut, spaccavano la legna, aiutavano a raccogliere le patate nei villaggi, seguivano i bambini con capacità limitate. A lungo pensammo a come si sarebbe dovuto chiamare il nostro club, nel quale erano confluiti russi, bielorussi, ucraini. La soluzione la trovammo nel lontano, ma comune per tutti noi, passato: nel periodo della formazione della Rus’ di Kiev, nei crocevia degli attuali confini tra Russia, Ucraina e Bielorussia viveva la stirpe slava dei radimiči. A noi questa parola non sembrò “desueta”, e inoltre derivava dal nostro comune (!) passato. E così cominciammo a chiamarci “radimiči”.
Poi c’inventammo l’emblema, nel quale una delle “ali” nere del simbolo “pericolo radioattivo” è coperta dall’immagine di un cuore. In tal modo cercavamo di dire che l’azione delle persone, l’aiuto nel superare le disgrazie umane fa diminuire la “forza” delle radiazioni.
Non tutto però ci riusciva. Spesso si sentiva l’assenza di esperienza nella pianificazione, non c’era abbastanza perseveranza, alcuni di noi erano impegnati qua e là con lo studio e s’assentavano per interi periodi. Con il passare degli anni, però, la squadra acquisì più esperienza, ci furono sempre meno problemi di indisciplina e si trovarono dei leader per i vari settori d’attività, i quali impararono a organizzare lo spazio tanto dentro di sé quanto intorno a sé.

– E quelli erano gli anni della perestrojka sovietica! Non son certo molte le organizzazioni non profit attualmente operanti che cominciarono l’attività già in epoca sovietica. E oggi?

– Oggi l’organizzazione pubblica “Radimici per i bambini di Cernobyl” (questo è il suo nome da ormai vent’anni) realizza più di una decina di diversi programmi. La maggior parte di essi ha 15-20 anni, alcuni anche di più. Anche a livello geografico non si ripetono l’un l’altro. I beneficiari di alcuni di essi sono gli abitanti della zona di Cernobyl della Russia. Ma nella storia della nostra organizzazione ci sono progetti le cui attività hanno toccato i territori contaminati di Russia, Ucraina e Bielorussia. In una serie di altri nostri programmi, in qualità di partecipanti o di beneficiari ci sono altre organizzazioni non profit, leader di associazioni di varie regioni della Russia centrale. Abbiamo programmi panrussi e internazionali.
Di regola, alla base di ogni programma ci sta l’iniziativa personale dei giovani volontari di Radimici. Senza risorse o prestiti esterni, tutto basato sull’energia interiore dei promotori e di tutta la squadra. Soltanto dopo uno-due-tre anni, se l’idea è cresciuta e si è confermata valida e attuabile, cerchiamo le risorse per una sua più ampia realizzazione. Ogni programma vede la luce come risposta a un bisogno del tempo, a un problema che riguarda una categoria di persone (in primo luogo i bambini e i giovani oppure gli anziani). Così è stato negli anni ’80 e ’90, e così è anche oggi.

– Chi è che sostiene Radimici finanziariamente?

– Detto chiaro e tondo: per un’organizzazione non profit di provincia trovare dei businessmen russi disposti ad appoggiare materialmente le idee e i programmi di persone entusiaste del mondo delle associazioni è inimmaginabilmente difficile. Così era anche 20, 10 e 2 anni fa. E la situazione è la stessa anche oggi. È probabile che la colpa sia prima di tutto anche nostra, degli attivisti sociali. Perché che legami può avere con il mondo del business un attivista sociale medio all’inizio della sua attività? Non ce n’ha. E gli stessi businessmen nelle zone periferiche della Russia sono piuttosto debolucci. E anche quelli che sono riusciti a svilupparsi, solo in parte lo hanno fatto grazie alla loro scaltrezza e alla loro intelligenza. Spesso solo grazie al fatto che le ragazze che lavorano come venditrici, vengono pagate con il minimo sindacale o semplicemente con una paga a giornata. Si tratta di sfruttamento. Senza giornate libere, ferie e malattia. Di produttori ce ne sono pochissimi, e per lo più sono indebitati (per l’acquisto di una nuova linea, di un congelatore ecc.)
I piccoli contributi di singoli donatori entusiasti o semplicemente di gente per bene oggi costituiscono una somma di non più di 50.000 rubli (1.100 €) al mese. Ma per portare avanti i nostri programmi ce ne vogliono 10 volte di più. 80.000 rubli (1.800 €) al mese se ne vanno solamente per le spese comunali degli edifici. Per questo abbiamo dovuto imparare a procurarci le risorse. Il fatto è che noi lavoriamo per i bambini bisognosi. E la maggior parte dei programmi sono assolutamente gratuiti per loro e per i giovani che frequentano Radimici. Noi cerchiamo i soldi in Russia. E quando non ci riusciamo, senza rimorsi di coscienza ci rivolgiamo all’estero. Nei diversi anni i progetti di “Radimici per i bambini di Cernobyl” hanno vinto vari concorsi e bandi e hanno ricevuto sostegno finanziario e organizzativo da: Ministero del lavoro della Federazione Russa, Fondo governativo della Federazione Russa; Programma di Sviluppo dell’ONU (New York, Ginevra, Mosca), Unione “Società civile per i bambini di Russia” (Mosca), Amministrazione della Regione di Brjansk; Amministrazione di Novozybkov.
Dal 2006 l’organizzazione è periodicamente sostenuta dall’Amministrazione presidenziale della Russia. Nel 2008 Marija Šarapova, in qualità di Console della Pace, su raccomandazione dell’UNDP ci ha dato un contributo – a nome della sua neonata fondazione – per la costruzione di una casetta in legno e di un’area sportiva al nostro campo di risanamento Novokemp e per lo svolgimento del turno informatico.
Tuttavia, per dirla onestamente, non avremmo mai potuto fare quello che abbiamo fatto senza i nostri amici e partner della Germania. Fin dal 1992 riceviamo in modo continuativo supporto metodico, fisico e finanziario dai volontari e dai membri dell’associazione umanitaria Pro-Ost della città tedesca di Solingen. Da ormai 21 anni, la loro compatta squadra di giornalisti, tecnici, imprenditori, medici, insegnanti, che all’inizio degli anni Novanta erano un semplice gruppo di giovani di 25-29 anni, partecipa attivamente all’opera di riabilitazione della popolazione delle province sud-occidentali della regione di Brjansk colpite dalla catastrofe alla centrale nucleare di Cernobyl. Loro fanno formazione dei volontari russi, insegnano loro a rapportarsi seriamente al lavoro, raccolgono in Germania i fondi per i programmi dei nostri partner negli interessi dei bambini russi.

– Pavel Ivanovič, Lei è stato a capo dell’organizzazione per tutti questi 26 anni?

– No. Sono stato presidente di “Radimici per i bambini di Cernobyl” per più di vent’anni. Poi ho riflettuto: “Non starò ripetendo la strada di molti leader di organizzazioni sociali di diverso livello, i quali trasformano l’iniziativa pubblica nell’organizzazione di un’unica persona?”. Nella mia organizzazione si era inoltre formato un nutrito gruppo di ragazzi laureati e diplomati che io stesso (insieme al collettivo) avevo tirato su. Perché mai dunque non avrei potuto passare la direzione nelle mani di coloro di cui mi fidavo? O si trattava di una fiducia soltanto a parole? Per farla breve, un giorno ho riunito il nostro Consiglio e ho proposto di eleggere presidente uno dei giovani di Radimici. È diventato presidente Andrej Budaev. E quindi dall’aprile 2009 io aiuto Radimici a stendere ponti con le autorità, con gli imprenditori, con l’estero. Rispondo a tantissime domande di giovani volontari e di persone esperte. Aiuto gli abitanti della zona di Cernobyl a risolvere problemi. Parallelamente a questo, svolgo un ruolo nel Consiglio della Camera pubblica cittadina e nel Consiglio di coordinamento per lo sviluppo del volontariato nel Distretto federale della Russia centrale.

– Quali sono le principali difficoltà che incontra nella sua attività?

– Di difficoltà ce ne sono tante. Le si possono dividere in esterne e interne. A quelle esterne si può annoverare la sfiducia nei confronti del settore della società civile da parte delle massime autorità dello stato; sfiducia che magari non di frequente ma in maniera molto netta viene formulata sia dal Presidente che dal suo entourage. Da qui poi ne deriva l’atteggiamento negativo di tutto il popolo dei funzionari nei confronti degli attivisti sociali… Detto questo, vorrei però aggiungere che il principale avversario dell’edificazione della società civile in Russia si trova dentro ciascuno di noi. È impresa ardua per noi, che veniamo per lo più dall’epoca passata, costruire qualcosa di nuovo, questa nuova società civile, per molti di noi incomprensibile. La perestrojka di ciascuno di noi è la cosa più difficile.
Un altro problema lo vedo nel fatto che nell’ambito delle iniziative e delle organizzazioni non profit vi sia, in primo luogo, una quantità esagerata di non professionisti e, in secondo luogo, di persone arrivate per sfogarsi, per litigare con qualcuno, per accusare qualcuno, ma poco disposte a guardare dentro di sé in maniera altrettanto rigorosa, a “ispezionare” le proprie azioni con la necessaria serietà. E, purtroppo, tra le nostre fila non mancano i veri e propri imbroglioni. E se a questi aggiungiamo le persone superficiali e credulone, quelle poco coerenti, che contano su un facile successo, che guardano a un’organizzazione non profit come a un trampolino per farsi pubblicità ecc., allora ne viene fuori un quadro non dei più allegri. Ma è così, noi terzo settore siamo tutte queste cose.
Per questo coloro che desiderano occuparsi di una causa egregia e persino coloro che già se ne occupano da tanti anni si sentono dire piuttosto di frequente: «Vi conosciamo, voi, gli onesti, quelli che vogliono aiutare tutti…». È triste, ma oggi è così, e la situazione va migliorata nel verso giusto.
La terza difficoltà consiste nel fatto che l’armata burocratica dei funzionari reagisce con massima rapidità a tutti i cambiamenti dei flussi finanziari, gettando abilmente le sue reti e le sue retine sulla loro strada. Nel caso concreto, mi riferisco al fatto che nelle regioni, dopo che sono state annunciate le gare di bandi russi per il terzo settore, sono sorte e continuano a sorgere delle strutture dalla proprietà incerta – con bei nomi e la sigla NKO (non profit) –, le quali compilano perfettamente i testi dei bandi, hanno lettere di raccomandazione dei governatori o del loro entourage. Esse hanno anche i loro “inviati” a Mosca… Tali strutture pretendono grosse somme di denaro e sanno bene come e con chi “condividerle” in modo da ricevere l’anno seguente ancora più “soldini”. Meglio non proseguire su questo tema. È doloroso.
Però lo ripeto, se vogliamo vivere in un paese con una società civile sviluppata, tutti questi cambiamenti dobbiamo iniziarli da noi stessi. E con vigore impegnarci nella formazione dei giovani, per una loro partecipazione attiva nel settore non commerciale. Tra di loro ce ne sono tanti che desiderano sinceramente cambiare le cose nel proprio paese. Altrimenti si va verso un vicolo cieco. Un vicolo cieco collettivo.

Data: 28.07.2013
Traduzione: S.F.

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MIRTILLI IMPORTATI DALL'ITALIA TROVATI CON 164 Bq/Kg DI CESIO-137

Organic Blueberry Spread Imported from Italy Found with 164 Bq/Kg of Cesium-137

Japanese weekly magazine Shukan Asahi did its own checking on imported blueberry spread being sold in Tokyo and alerted the health authorities, who were reluctant to do anything at first.

Main points from from Shukan Asahi (10/23/2013) article:
  • "Fior di frutta organic fruits spread" blueberry imported from Italy
  • Place of origin: Bulgaria
  • 164Bq/kg of cesium-137 by test commissioned by Shukan Asahi
  • 140Bq/kg of cesium-137 by test by the municipal (Tokyo) health authorities
  • Shibuya-ku ordered the importer MIE PROJECT on October 18 to recall 5,184 bottles of blueberry spread with the best before date of October 17, 2015.
  • Ministry of Health and Welfare initially refused to do anything based on "private" (as opposed to "official" - i.e. by the government) test results.
  • The public health centers involved didn't want to move either on just "an article that appeared in a magazine".
  • Less than 10 percent of all imported food is tested; it is possible that people are eating contaminated food without knowing.

    Data: 25.10.2013
    Fonte: www.ex-skf.blogspot.it

BARRA NUCLEARE TROVATA SPEZZATA A KRSKO

Barra nucleare trovata spezzata a Krsko

Rinvenuta durante un’ispezione sul fondo del bacino di raffreddamento. In Slovenia arriva un team di tecnici francesi.

Nuovi problemi. Anzi no, gli stessi di dieci giorni fa, ma forse più preoccupanti rispetto alle attese. Continua a far parlare di sé la centrale nucleare di Krsko, da una ventina di giorni ferma per lavori programmati di manutenzione. Lavori durante i quali, ricordiamo, erano stati rilevati non meglio precisati «danni» di natura meccanica ad alcune «barre di carburante» nucleare contenute in tre «elementi di combustibile» del reattore, aveva comunicato la direzione della centrale l’11 ottobre scorso, promettendo indagini sul caso. Indagini che stanno procedendo e che hanno svelato, ha specificato l’agenzia di stampa slovena “Sta” citando Andrej Stritar, numero uno dell’Agenzia slovena per la sicurezza nucleare (Ursjv), che una delle barre in questione «si è spezzata». Una parte di essa, lunga mezzo metro, è stata difatti ritrovata «sul fondo del bacino di raffreddamento del reattore» durante le ispezioni in corso.


Data: 25.10.2013
Fonte: www.ilpiccolo.gelocal.it

24/10/13

SUNKEN NUCLEAR SUB ALLEGEDLY LEAKING RADIOATIVITY

The underwater film shows several large holes in the outer hull of the submarine laying on the seabed just northeast of the outlet of the Kola bay. This is one of the most important fishing grounds for cod in the Barents Sea. Given to the French-German TV channel ARTE, the film is the first made publicly available of K-159 after it sank on August 30, 2003.

A Moscow-based anonymous military informant provided the film to the reporters saying it was recorded during the Russian-British expedition to the sunken submarine back in 2007. The source further claims worrying increased levels of radioactivity are measured leaking from the hull of the wreaked submarine. Nothing is said about the levels of radioactivity



Data: 22.10.2013
Fonte: www.barentsobserver.com

 

I 28 SEGNI DI FUKUSHIMA



La mappa proviene dal centro di verifiche emergenze nucleari. Essa mostra che i livelli di radiazione presso le stazioni di monitoraggio delle radiazioni in tutto il paese sono elevati. Come si può notare, questo è vero soprattutto lungo la costa occidentale degli Stati Uniti.

Ogni singolo giorno, 300 tonnellate di acqua radioattiva da Fukushima entrano nell'Oceano Pacifico. Ciò significa che la quantità totale di materiale radioattivo rilasciato da Fukushima è in costante aumento, ed è in costante aumento (la radioattività NdT) nella nostra catena alimentare.

In definitiva, tutto ciò che riguarda le radiazioni nucleari sopravviverà a tutti noi con un margine molto ampio. Stanno dicendo che potrebbe richiedere fino a 40 anni per ripulire il disastro di Fukushima, e nel frattempo innumerevoli persone innocenti svilupperanno il cancro e altri problemi di salute a causa di esposizione a livelli elevati di radiazioni nucleari.


Data: 23.10.2013
Fonte: www.progettohumus.it

RADIMICI IN ITALIA



Dal 14 al 29 luglio 2013, al campo di volontariato di Legambiente a Baveno (Italia) ha partecipato Marija Beljaeva, volontaria di “Radimici per i bambini di Cernobyl”.

L’invito per una dei nostri volontari più attivi con la conoscenza della lingua inglese è arrivato dall’associazione ambientalista italiana Legambiente “Il brutto anatroccolo”, con cui Radimici collabora dall’aprile del 2012. Nell’ambito dell’attività comune sulle tematiche socio-ecologiche, è nata l’idea di realizzare uno scambio di studenti volontari tra la Russia e l’Italia.

E dunque, per il secondo anno al campo di risanamento per bambini Novokemp (in Russia) sono venuti degli studenti italiani, che desiderano non soltanto dare ina mano nelle attività con i bambini ma anche innalzare il loro livello di attitudini comunicative della lingua russa. Essi infatti studiano all’Università statale di Milano al corso di lingua e comunicazioni interculturali. Per controparte, quest’estate è stato approvato il viaggio nel campo di volontariato italiano di una studentessa russa dell’Università statale di management di Mosca.

Marija Beljaeva è andata al campo non certo per passare le vacanze, poiché i suoi obiettivi e compiti principali erano: la messa a punto della collaborazione con l’organizzazione Legambiente, lo studio su come organizzare iniziative ecologiche, la partecipazione alla risoluzione di problematiche ambientali, l’ampiamento della visione del mondo, il miglioramento del livello delle conoscenze dell’inglese.


Una delle attività principali del campo di Baveno è stato il festival ambientale Festambiente, nel corso del quale i volontari del campo hanno aiutato gli organizzatori nel suo svolgimento con vari compiti: preparazione del buffet in cucina, allestimento dei manifesti pubblicitari, pulizia dei locali, servizio ai tavoli. Lo scopo principale di quest’iniziativa era la raccolta fondi per il mantenimento e il miglioramento di un parco.

Interessante e importante è stata anche l’iniziativa ecologica per la pulizia della riva del lago Maggiore dalle bottiglie di plastica, di vetro e da altra spazzatura. Letteralmente in un paio d’ore sono stati raccolti venti sacchi di tali rifiuti.

Marija è tornata in Russia entusiasta del tempo trascorso in Italia: nuovi contatti, nuove informazioni e esperienza ecologica acquisite, tantissime impressioni ed emozioni positive; tutte cose che è pronta a condividere e a diffondere durante le attività con bambini e ragazzi a Radimici.

Radimici ringrazia i collaboratori dell’associazione Legambiente Il Brutto Anatroccolo e il coordinatore del progetto Cernobyl Stefano Fronteddu per la splendida opportunità data alla nostra volontaria di prender parte ai lavori del campo internazionale e di vedere l’Italia.

Fonte: www.радимичи.рф
Data: 12.08.2013
Traduzione: S.F.

LA RUSSIA RITIRA L'ACCUSA DI PIRATERIA CONTRO GLI ATTIVISTI DI GREENPEACE

La Russia ritira l’accusa di pirateria contro gli attivisti di Greenpeace

 

La Russia ritira l’accusa di pirateria contro gli attivisti di Greenpeace, arrestati per aver preso d’assalto una piattaforma di Gazprom nell’Artico il 18 settembre. Rimane in piedi invece l’accusa di vandalismo per i 30 attivisti di diverse nazionalità. Il 21 ottobre i Paesi Bassi hanno chiesto l’intervento del tribunale marittimo internazionale, ma il 23 ottobre la Russia ha dichiarato che boicotterà l’intervento del tribunale.

  • Il 18 settembre la squadra di Greenpeace Arctic sunrise ha cercato di salire su una piattaforma petrolifera di Gazprom nell'Artico russo.
  • La squadra composta da trenta persone, 28 attivisti e due giornalisti freelance, provenienti da 18 paesi, è stata fermata dalla Guardia costiera russa il 20 settembre e scortata fino al porto di Murmansk.
  • La Russia dichiara che accuserà gli attivisti di pirateria, un reato per il quale rischiano fino a quindici anni di prigione.
  • Il 9 ottobre le autorità russe dichiarano di aver trovato sulla nave sequestrata della droga e che la posizione degli attivisti potrebbe aggravarsi.
  • Il 9 ottobre il direttore di Greenpeace Kumi Naidoo in una lettera chiede di incontrare il presidente Vladimir Putin.
  • Il 21 ottobre i Paesi Bassi avevano chiesto l'intervento del Tribunale marittimo internazionale, ma la Russia ha dichiarato che non parteciperà alle udienze.
  • Il 23 ottobre la Russia ha ritirato l'accusa di pirateria, ma rimane in piedi l'accusa di vandalismo.

Data: 23.10.2013
Fonte: www.internazionale.it