Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

11/03/15

FANTASMI DA CERNOBYL

Fantasmi da Černobyl

 
Pryp’jat’, nel nord dell’Ucraina, si trova a tre chilometri dalla centrale nucleare di Černobyl. Un tempo aveva 50mila abitanti, ma dopo il disastro del 26 aprile 1986 è stata completamente abbandonata, diventando una città fantasma.
Il fotografo britannico Danny Cooke ha realizzato un video grazie a un drone che ha filmato ciò che rimane di Pryp’jat’

Data: 28.11.2014
Fonte: www.internazionale.it

 

VIAGGIO IN UCRAINA. DA CHERNOBYL ALLA GUERRA: L'INFERNO DEI BIMBI A KIEV

Viaggio in Ucraina, da Chernobyl alla guerra: l'inferno dei bimbi a Kiev

Viaggio in Ucraina, da Chernobyl alla guerra: l’inferno dei bimbi a Kiev

Due rampe di scale, un odore pungente, un mix tra disinfettante, chemioterapico e candeggina. Per chi lo conosce, quell’odore, è inconfondibile, la nausea assale anche al solo ricordo. Alla fine dei gradini c’è una porta bianca e di metallo, al centro la scritta “neurochirurgia infantile”. Varcata la soglia, solo penombra. Non è una metafora rispetto al pudore, al dolore, è realtà: “Oggi è sabato, dobbiamo risparmiare sulla corrente, dobbiamo centellinare su ogni voce. Siamo in guerra. Siamo in Ucraina”, spiega il medico di turno. Camice blu, nessuno stetoscopio al collo come stereotipo vorrebbe, voce bassa e sguardo deciso, il dottor Svyst Andriy è uno dei responsabili del reparto: “In questo momento sono ricoverati 45 bambini, quando i posti sono 35, qui eravamo in difficoltà già prima del conflitto, ora è il dramma: non abbiamo medicinali, sono insufficienti le camere sterili, possiamo solo scrivere le ricette e sperare che i genitori siano in grado di procurare i farmaci”. Procurare, la parola chiave. 

Vuol dire arrangiarsi, vuol dire vendere qualunque cosa, ripensare alle priorità della vita, relativizzare, tutto diventa superfluo e funzionale, dalla casa all’auto, pur di recuperare la cifra necessaria e acquistare i medicinali, anche attraverso il mercato nero, un mercato alimentato “dalle stesse farmacie degli ospedali – spiega Damiano Rizzi, presidente della Ong Soleterre, unici a operare nell’ex granaio d’Europa – Sono dieci anni che interveniamo in questi luoghi massacrati da Chernobyl, nel tempo siamo riusciti a recuperare molto, ma il conflitto ci ha riportato indietro di anni. Guardate lì…”, e indica la corsia.

Leggi tutto...

Data: 12.12.2014
Fonte: ilfattoquotidiano.it

FUKUSHIMA, 4 ANNI DOPO LA TRAGEDIA ECCO COSA STA SUCCEDENDO AI BAMBINI




TOKYO - Primi casi di tumore alla tiroide fra i bambini nell'area di Fukushima, colpita nel 2011 da un terremoto, uno tsunami e dalla fuoriuscita di materiale tossico dalla centrale nucleare. I dati che arrivano dal Giappone sono scioccanti.
Secondo un rapporto della prefettura di Fukushima su 75.311 bambini esaminati, 1 ha sviluppato recentemente un tumore e su altri 7 si nutrono dubbi. Questi stessi bambini risultavano perfettamente sani al controllo precedente.
La prima fase dei controlli si era svolta su 298.577 dei 367.687 minori della regione della centrale nucleare ed erano stati rilevati 86 casi conclamati di cancro alla tiroide e 23 altri casi sospetti.
La seconda fase dello studio è iniziata nel 2014 e ha già consentito di controllare 75.311 minori. Dalla prima alla seconda fase i casi di tumore sono aumentati, anche perché quelli che erano risultati sani ora sono malati. 

Data: 13.02.2015
Fonte: www.ilmessaggero.it

FUKUSHIMA, IGNOTI EFFETTI RADIAZIONI. STUDIO USA: "RISCHIO ACCUMULO MUTAZIONI"

Fukushima, ignoti effetti radiazioni. Studio Usa: "Rischio accumulo mutazioni"


Fukushima, ignoti effetti radiazioni. Studio Usa: “Rischio accumulo mutazioni”
A quattro anni di distanza dal più grave incidente della storia del nucleare civile, insieme al disastro di Chernobyl del 1986, è possibile fare un primo bilancio provvisorio dei danni del “fallout” radioattivo? Cosa sappiamo sulle conseguenze per la salute dell’esposizione a basse dosi di radiazioni ionizzanti? Ancora poco, purtroppo, stando agli studi effettuati finora sul campo. Si tratta, infatti, di un tema sul quale i dubbi sovrastano le certezze.

Non si sa, ad esempio, quanta dose di radiazioni ionizzanti occorra per provocare errori del Dna dannosi per la salute, se dosi basse provochino mutazioni genetiche, o se queste siano ereditabili. E tutto ciò, nonostante “la maggior parte degli scienziati – come si legge sull’ultimo numero di Scientific American – concorda sul fatto che non c’è una dose di radiazioni certamente innocua, per quanto bassa”.

Leggi tutto...

Data: 10.03.2015
Fonte: ilfattoquotidiano.it

FUKUSHIMA, IN 120.000 HANNO LASCIATO LE LORO CASE

Fukeshima, "in 120 mila hanno lasciato le loro case". Il governo promette sussidi

Fukushima, “in 120mila hanno lasciato le loro case”. Il governo promette sussidi 
Non sono bastati l’annuncio di alcune partite del Mondiale di rugby 2019 – vera anteprima delle Olimpiadi che dovrebbero segnare il rilancio del Paese del Sol Levante sulla scena internazionale – o la fine degli ordini di evacuazione da alcune località a rasserenare gli animi degli abitanti della provincia di Fukushima.
A quattro anni dalla più importante catastrofe che il Paese abbia vissuto dal dopoguerra a oggi, decine di migliaia di ex residenti sembrano decisi a stare lontano da quella che era la loro casa. Gli abitanti delle aree più colpite da terremoto, tsunami e fughe radioattive dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi continuano a vivere in un misto di paura per eventuali effetti negativi sulla propria salute e rabbia contro il governo di Tokyo che non sta facendo quanto promesso per favorire la ricostruzione dell’area e delle esistenze stesse dei suoi abitanti.
Secondo dati di fonti governative citati dall’agenzia di stampa Jiji press, sono circa 120mila le persone che hanno deciso di lasciare definitivamente la propria casa.
 
 
Data: 10.03.2015
Fonte: ilfattoquotidiano.it