Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

10/06/13

CHIUSURA ESTIVA

Il sito chiude per ferie fino a metà luglio.

LEGAMBIENTE IN TRASFERTA PER "PULIRE IL MONDO"


Data: 29.05.2013
Fonte: Ecorisveglio
Autore: Tommaso Nencioni

Link al file jpg
Legambiente in trasferta per "pulire il mondo"

A DUE ANNI DAL REFERENDUM SUL NUCLEARE

Il 12 e 13 giugno 2011  i Cittadini italiani hanno bocciato il nucleare per la seconda volta:
cosa è cambiato da allora?

La notizia cattiva

Le scorie radioattive non hanno trovato alcuna collocazione responsabile, quelle che non sono nei siti italiani a rischio si stanno godendo una costosa quanto inutile e pericolosa vacanza all’estero, a Sellafield in Inghilterra o a La Hague, in Francia, da dove torneranno tra pochi anni senza che si sappia dove sistemarle in condizioni di decente sicurezza per un periodo di almeno diecimila anni (vedere allegati di ISPRA e di Sogin).

Non sono ancora neppure stati individuati i criteri per scegliere il sito per il deposito nazionale, che secondo la legge vigente 368/2003 andava realizzato entro il 31.12.2008, in modo democratico e trasparente, in una località che potesse oggettivamente rendere il rischio più basso, almeno  per quanto possibile.

Viceversa Sogin ha avviato in tutti i centri nucleari la realizzazione di depositi, definiti “temporanei”, ma privi di scadenza: se verranno completati siamo convinti che da questi siti a rischio i rifiuti radioattivi non se ne andranno via mai più!


La notizia buona

I pannelli fotovoltaici nell’anno 2012 hanno prodotto oltre diciotto miliardi di kWh di energia elettrica dal sole (vedere allegato del GSE).

La produzione è in continua crescita, e altri quattro anni con una produzione anche solo eguale al 2012 faranno sì che il fotovoltaico da solo supererà la produzione totale di energia elettrica ottenuta da tutte e quattro le centrali nucleari italiane in tutti gli anni del loro funzionamento (93 miliardi di kWh totali), e senza lasciarci in eredità tutte quelle scorie radioattive per miliardi di miliardi di Becquerel che nessuno oggi sa come sistemare, e neppure le centinaia e centinaia di kg di quel plutonio la cui dose mortale per inalazione è di solo un decimo di milligrammo.

Gian Piero Godio

07/06/13

I DIMENTICATI DI CHERNOBYL

Titolo: I dimenticati di Chernobyl
Genere: documentario
Anno: 2011
Autore: Claudio Bernieri
 
Paese: Italia
Durata: 42 min.



COSA CI SI DOVRA' ASPETTARE DA FUKUSHIMA DOPO L'ESPERIENZA DI CHERNOBYL?


1) La contaminazione radioattiva del disastro di Chernobyl si diffuse in oltre il 40 % dell’Europa.
2) Quasi 5 milioni di persone vivono ancora con pericolosi livelli di radioattività.
3) La maggior parte dei radionuclidi di Chernobyl (oltre il 57%) è ricaduto al di fuori dell’ex Unione sovietica e ha causato una notevole contaminazione radioattiva su una vasta area del mondo, praticamente in tutto l’emisfero settentrionale.
4) I livelli di contaminazione radioattiva nei primi giorni e settimane dopo la catastrofe “sono state migliaia di volte superiori a quelli registrati 2 o 3 anni più tardi.
5) Quando il reattore esplose, espulse non solo i gas e gli aerosol, ma anche particelle di combustibile U fusi insieme con altri nucleotidi. Quando assorbiti dal corpo (con l’acqua, il cibo o l’aria inalata), tali particelle generano alte dosi di radiazioni, anche se un individuo è lontano dalla zona di contaminazione.
6) Infine, l’impatto delle 2400 tonnellate (alcuni autori stimano 6.720 tonnellate) di piombo scaricate dagli elicotteri sul reattore per spegnere l’incendio non sono state adeguatamente calcolata. Una parte significativa di questo piombo è stato rilasciato nell’atmosfera a causa della sua fusione, dell’ebollizione e della sublimazione nel reattore in fiamme.
7) In Galles, una delle regioni più pesantemente contaminate dal fallout di Chernobyl, venne notato che il peso alla nascita dei bambini, tra il 1986 e il 1987, fù estremamente basso (inferiore ai 1500 g).
8)I bambini provenienti dalle zone contaminate della Bielorussia hanno l’epitelio del tratto digestivo caratteristico dell’età senile (Nesterenko, 1996; ebeshko et al, 2006).
9) L’età biologica degli abitanti dei territori contaminati dalle radiazioni dell’Ucraina supera la loro età da calendario di 7 – 9 anni (Mezhzherin, 1996)
10) Gli effetti avversi a seguito delle radiazioni di Chernobyl sono stati trovati in ogni gruppo studiato. Il danno cerebrale è stato trovato negli individui esposti direttamente … la cataratta precoce, anomalie ai denti e alla bocca, e malattie del sangue, ai linfonodi, al cuore, ai polmoni, al tratto gastrointestinale, urologico, alle ossa, alla pelle indipendentemente dall’età. Le disfunzioni endocrine, in particolare i problemi alla tiroide, sono molto più comuni di quanto ci si aspetti, con circa 1.000 casi di disfunzione tiroidea per ogni caso di cancro della tiroide, un aumento marcato dopo la catastrofe. Ci sono alterazioni genetiche e difetti di nascita in particolare nei bambini nati nelle zone ad elevata contaminazione.
11) Malattie del sangue e del sistema linfatico per bambini e adulti, le malattie del sangue e del sistema circolatorio e linfatico sono tra le conseguenze più diffuse della contaminazione radioattiva di Chernobyl.
12) L’incidenza delle malattie del sangue e degli organi ematopoietici è stato di 3,8 volte superiore tra gli sfollati nove anni dopo la catastrofe.
13) Le malattie del sangue e del sistema circolatorio per le persone che vivono nei territori contaminati (Ucraina) è aumentato di 11-15 volte per i primi 12 anni dopo la catastrofe (1988-1999 Prysyazhnyuk et al 2002).
14) L’incidenza di emorragie nei neonati contaminati a Chechersky nel distretto di Gomel (Bielorussia) è più che raddoppiato rispetto a prima della catastrofe (Kulakov et al, 1997).
15) Nel periodo di osservazione 1992-1997, c’è stato un aumento del 22,1% di incidenza delle malattie cardiovascolari fatali rispetto al 2,5% riscontrato nella resto della popolazione (Bielorussia) (Pflugbeil et al, 2006).
16) Ci sono state variazioni nelle strutture genetiche, nelle cellule riproduttive e in quelle somatiche che definiscono e determinano l’insorgenza di molte malattie. Le radiazioni ionizzanti causano danni alle strutture ereditarie. L’enorme dose di radiazioni rilasciate dalla catastrofe di Chernobyl (127-150.000.000 persone / rad) ha determinato gravi danni che si estenderanno anche alle prossime generazioni, provocando cambiamenti nelle strutture genetiche e vari tipi di mutazioni: le mutazioni geniche (variazione del numero dei cromosomi), le mutazioni cromosomiche (danni alla struttura dei cromosomi – traslocazioni, delezioni, inserzioni e le inversioni) e altre piccole mutazioni.
17) Nel 1991 in Norvegia, venne registrato un aumento di 10 volte il numero di aberrazioni cromosomiche in 56 adulti rispetto ai controlli (Brogger et al, 1996, Feuerhake Schmitz, 2006).
18) Nel 1987 in Austria, tra i 17 adulti esaminati ci fù un aumento di 4-6 volte il numero di aberrazioni cromosomiche.
19) Raddoppiò la sindrome di Down a Lothian, in Scozia uno dei territori contaminati da Chernobyl (Ramsey et al, 1991).
20) In Norvegia, la cataratta nei neonati si verificò con incidenza raddoppiata, 1 anno dopo la catastrofe (Irgens et al, 1991).
21) I difetti al tubo neurale, in Turchia, aumentarono di 2 - 5 volte dopo la catastrofe (Hoffman, 2001; Schmitz-Feuerhake, 2006).
22) La previsione più recente delle agenzie internazionali calcola che ci sarebbero stati tra i 9000 e i 28.000 cancri mortali tra il 1986 e il 2056, ovviamente sottovalutando i fattori di rischio e le dosi collettive. Sulla base delle dosi dei radioisotopi I-131 e Cs 137 a cui le popolazioni sono state esposte e grazie ad un confronto tra la mortalità da cancro nei territori fortemente colpiti e meno, pre e post Chenobyl, se ne può trarre una cifra più realistica che si aggira attorno ai 212.000 – 245.000 in Europa e 19.000 nel resto del mondo.
23) Più di 1000 morti per cancro nella provincia di Norland in Svezia, tra il 1986 e il 1999, sono stati attribuiti al fallout di Chernobyl (Abdelrahman, 2007).
24) Dopo 20 anni, l’incidenza di cancro alla tiroide tra le persone sotto i 18 anni, al momento della catastrofe, è magiore di oltre 200 volte (National bielorusso Report, 2006).
25) Nelle province di Marne-Ardenne (Francia), l’incidenza del cancro è aumentata del 360% nelle donne, negli uomini del 500% tra il 1975 e il 2005 (Cherie-Challine et al, 2006).
26) Dal 1985-1989 al 1990-1992 in Connecticut, Stati Uniti, i tassi di cancro alla tiroide in tutte le età è aumentato del 23% (3,46-4,29 per 100.000, dopo 10 anni senza cambiamenti rilevabili) (Reid e Mangano, 1995).
27) In Grecia, i bambini nati tra l’1.7.86 e il 31.12.87, esposti al fallout di Chernobyl quando erano nell’utero, ebbero 2,6 volte l’incidenza di leucemia rispetto ai bambini nati tra l’1.1.80 e il 31.12.85 e tra l’1.1.88 e il 31.12. 90. (Petridou et al, 2004)
28) Cambiamenti nel rapporto tra natalità/mortalità furono significativi per la Danimarca, la Germania, l’Ungheria, la Norvegia, la Polonia, la Lettonia e Svezia (Scherb e Wiegelt, 2000).
29) Gran Bretagna. Dieci mesi dopo la catastrofe, un significativo aumento della mortalità perinatale venne scoperta nelle 2 aree più contaminate del paese (Bentham, 1991).
30) Svezia. La mortalità infantile aumentò subito dopo la catastrofe ed ebbe un picco nel periodo 1989-1992 (Korblein, 2008).


Data: 05.04.2011
Autore: Edoardo Capuano
Fonte: www.ecplanet.com

IL 60% DEGLI EVACUATI DI PRIPJAT IL 27 APRILE 1986 SAREBBERO GIA' MORTI


Secondo Tamara Krasitskaya, presidente della ONG "Associazione dei sopravvissuti di Chernobyl", solo 19.000 abitanti dei 44.000 evacuati in tutta fretta il 27 aprile 1986, dopo l'esplosione del reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl, sarebbero ancora vivi al giorno d’oggi, mentre statisticamente dovrebbero essere almeno il 50% in più.

Pripyat, a 4 km da Chernobyl, 27 aprile 1986

La città di Pripyat era il centro della vita della centrale “Lenin” di Chernobyl, un sito smisurato che occupava circa 10.000 lavoratori; la città aveva esattamente 49.360 abitanti al momento del disastro, di cui circa 44.000 furono evacuati in poche ore la mattina del 27 aprile 1986, 30 ore dopo l'incidente.


Data: 03.05.2013
Fonte: www.progettohumus.it
 

60.000 IN TOKYO PROTEST GOVERNMENT PLANS TO RESTART NUCLEAR POWER


Approximately 60,000 people rallied in Japan’s capital of Tokyo on Sunday, June 2nd in order to protest recent government plans to restart the country’s idled nuclear reactors. People gathered in Shiba Park and later marched towards the parliament building. Among the organizers was Kenzaburo Oe, a Nobel literature laureate, who called on the Japanese government to leave the nuclear power plants in suspension out of fears for safety.


Data: 03.06.2013
Fonte: www.japandailypress.com

05/06/13

CONCORSO DELL'ANATROCCOLO - CONSEGNA PREMIO

Il 31 maggio 2013, in occasione della fine dell'anno scolastico, alla Scuola d'arte di Novozybkov sono stati consegnati il diploma e il premio al vincitore del concorso per l'emblema del circolo Legambiente Il Brutto Anatroccolo. Nella foto il direttore della Scuola d'arte Andrej Taloverko e Aleksandr Lytko, il giovane vincitore di 8 anni.

03/06/13

INTERVISTA AD ALEKSANDR GLUSCHENKO - 12.05.2013



Intervista a: Aleksandr Gluschenko, fisico nucleare russo e liquidatore di Cernobyl
Data: 12.05.2013
Luogo: Infocentro di Radimici (Novozybkov, Ru)
Organizzatori: Legambiente Brutto Anatroccolo (Vb), Inforcentro Cernobyl di Radimici

Интервью. Алексанлр Глущенко, физик ядерщик и ликвидатор Чернобыля
Дата: 12.05.2013
Место: Чернобыльский информационный центр "Радимичи" (Новозыбков, Россия)
Организаторы: Legambiente Brutto Anatroccolo (Vb), Чернобыльский информационный центр "Радимичи"

Nota biografica

Aleksandr Ivanovič Gluščenko. Nato a Mosca nel 1943. Laureato alla facoltà di fisica dell’Università statale Lomonosov di Mosca (MGU). Fisico nucleare, radioecologo, dottore in scienze tecniche. Ha partecipato ai lavori di liquidazione della catastrofe di Cernobyl nel 1986-1987. Membro del primo effettivo della direzione di “Sojuz Cernobyl” dell’URSS nel 1989-1990. Dal 1997 al 2002 membro della Comunità internazionale per l’analisi del rischio (SRA, SRA-E). Dal 1989 al 2000 membro dell’Associazione europea per l’inquinamento da emissioni atmosferiche (EURASAP). Invalido di Cernobyl.

Insignito della Medaglia d’onore di Liquidatore di Cernobyl, della Medaglia statale “per la salvezza dei morenti”, dei Distintivi commemorativi US-605 “Cernobyl-87”, di “Sojuz Cernobyl” di Mosca e della Russia per il 15° e 20° anniversario della catastrofe, dell’ordine del Club ecologico internazionale “Croce verde”, del distintivo d’onore “Veterano dell’industria e dell’energia atomica” e di altre onorificenze.

Autore della trilogia su Černobyl’ La ruota rosso-gialla (Красно-жёлтое Колесо), 1999-2010.

A LIQUIDATOR SEARCHES FOR THE TRUTH AT CHERNOBYL (A. GLUSCHENKO)


Twenty-five years ago, Alexander Glushchenko volunteered to join the "liquidators," an army of 600,000 who put their lives on the line to clean up the aftermath of the Chernobyl nuclear disaster.
But sitting in his Moscow apartment, packed with books and photos about the catastrophe, he argued that with a disaster this big, there could be no liquidation, only a "minimization" of the consequences.
Glushchenko, 68, said crucial facts about the catastrophe remain "silenced" and that the global community still has not learned its lesson.
However, the solution is not abandoning nuclear industry altogether but developing a "culture of nuclear safety," said Glushchenko, who has written three books on the matter, with the latest out last week.
A nuclear physicist by education, Glushchenko used to work at the very institute that developed a Chernobyl-type nuclear reactor — and he said he is among the few to harbor doubts about its safety.
"I was one of the few in the field to foresee the tragedy, but it wasn't in my power to do anything," he said, regretfully.
For years, the scientific community was confident to the point of arrogance that nuclear safety was guaranteed. Anatoly Alexandrov, head of the Soviet industry's leading research body, the Kurchatov Institute of Atomic Energy, once boasted that it was safe to build a nuclear power station even in the Kremlin.

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Data: 26.04.2011
Fonte: www.themoscowtime.com
Autore: Alexandra Odynova