Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

31/01/17

CARNI RADIOATTIVE IN LIGURIA


Carni radioattive in Liguria, capi abbattuti nel Biodistretto della Val di Vara

Carni radioattive in Liguria, capi abbattuti nel Biodistretto della Val di Vara
Tracce di una sostanza radioattiva sono state trovate, nel corso dei periodici controlli della Asl di La Spezia, nel foraggio prodotto in loco da un’azienda zootecnica e nelle carni dei suoi animali di allevamento. Tant’è che alcuni capi di bestiame sono stati abbattuti, altri “confinati”, e le autorità sono ora in attesa dei risultati di ulteriori analisi eseguite dall’Istituto Zooprofilattico di Foggia, unico laboratorio in Italia che rileva sostanze radioattive sugli alimenti. Una vicenda delicata perché, accanto ai dati scientifici preoccupanti e al timore che gli isotopi radioattivi possano essere finiti nella catena alimentare, c’è una componente economico sociale importantissima che rischia di subire un danno rilevante.

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Data: 28.01.2017
Fonte: www.genova.repubblica.it

25/01/17

REPORTER SENTENCED FOR “RADIOACTIVE” MILK STORY




Ukraine Tiere in Tschernobyl (Reuters/V. Fedosenko)

A Belarus court has ruled against AP journalist who reported on milk farms near Chernobyl. In the story, the correspondent claimed that the milk contained massive amounts of radioactive material.


The Minsk court ordered the reporter, Yuras Karmanau, to pay legal fees and write a retraction, the Russian news agency RIA Novosti reported on Friday.

In the original Associated Press article from April, Karmanau says he traveled to the edge of Belarus' Chernobyl exclusion zone and talked to farmers who herd milk cows in the area. He claims that AP employees passed a milk sample to a government-run lab, and that the results revealed radioactive isotope strontium-90, appearing in concentration 10 times higher than the allowed level.

The author also featured a comment from Milkavita, the company that buys milk from the farms, with the firm dismissing the findings as "impossible" and a likely "mix-up."

The result were also disputed after the story was published, both by the cited lab and a special Belarus government department for dealing with the aftermath of the 1986 Chernobyl disaster. The lab said that the there was not enough milk in the 1100-gram sample and that three liters of milk were necessary for a proper strontium-90 test, according to Belaurs news outlet Naviny.

Milkavita then sued Karmanau for "intentionally false reporting" and damaging their reputation.

AP 'looks forward' to appeal 

Commenting on the Friday verdict, AP's vice president Ian Phillips said that the news agency "unreservedly" stands behind their employee.

"Mr. Karmanau's reporting is a fair and accurate account of the lingering effects of the Chernobyl nuclear disaster on Belarus 30 years after the accident," he said. "The court's refusal to consider key evidence in support of Mr. Karmanau raises serious concerns, and AP looks forward to vindication on appeal."

Milkavita's dairy products are mostly sold in Russia.



Data: 23.12.2016
Fonte: www.dw.com

LA SECONDA CHERNOBYL DI IVANKOV


La seconda Chernobyl di Ivankov

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Centrale elettrica a biomassa con legname delle zone contaminate di Chernobyl
 
Durante l’ultima missione in Ucraina gli attivisti di Mondo in Cammino hanno scoperto il grave problema della centrale e a biomasse di Ivankov, finanziata dalla Banca Europea per lo Sviluppo e la Ricostruzione. Una centrale apparentemente ecologica, perché usa ogni giorno per il suo funzionamento 1000 tonnellate di legna: legna che viene raccolta attorno alla zona di esclusione, se non addirittura clandestinamente al suo interno. Legna, pertanto, radioattiva; legna delle “foreste di Chernobyl”. Le indagine indipendenti degli attivisti del movimento contro la centrale termoelettrica hanno dimostrato, con analisi certificate, una forte emissione di elementi radioattivi, fra cui Cesio 137 e Stronzio 90. Ma quello che é grave è che un anno di lavoro della centrale equivale all’emissione di sostanze radioattive per una dose aggiuntiva, rispetto ai valori di fondo, di un ulteriore millisievert per 500.000 bambini. Una realtà drammatica che si aggiunge e implementa quella già grave riscontrata dalle ricerche del prof. Bandazhevsky. Ma c’è di più: la cenere radioattiva, che viene prodotta come rifiuto dalla combustione del legno, viene distribuita dalla centrale a diverse aziende agricole dell’Ucraina come fertilizzante, entrando così – attraverso l’assorbimento nei terreni sui quali viene usata - nella catena alimentare umana e varcando, in molti casi, i confini della stessa Ucraina. Un problema, quindi, sovranazionale. Ma gli effetti negativi riguardano anche le abitazioni domestiche: secondo il progetto di utilizzo del ciclo produttivo della centrale, la cenere viene usata anche per amalgamare meglio il calcestruzzo per la l costruzione delle case.

In definitiva, una situazione terribile non solo per la realtà di Ivankov, ma per tutta l’Ucraina e per l’Europa in cui possono essere commercializzati o essere introdotti prodotti contaminati dai residui radioattivi della centrale, usati come fertilizzanti dalle aziende agricole ucraine e introdotti nella catena alimentare umana.


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Data: 19.08.2016
Fonte: www.radioactivityforum.it

24/01/17

REATTORI NUCLEARI SUL MEDITERRANEO


Fusto-nucleare

«Arsenale nucleare da rafforzare», parola del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Da Mosca Vladimir Putin ha fatto sapere di pensarla nello stesso modo, assicurando però che non ci sarà una nuova corsa agli armamenti. Operazione troppo costosa, apparentemente. Ma, come ricorda il Sole 24 Ore, gli armamenti a disposizione sono ancora migliaia. «Washington e Mosca, insieme, hanno a disposizione oltre 7.000 testate atomiche superando l’insieme delle altre nazioni “nucleari” (Francia, Cina, Gran Bretagna, India, Pakistan, Israele e Nord Corea), le quali dispongono soltanto di una modesta frazione di scorte». Nel 2009 il presidente Obama aveva annunciato una riduzione degli armamenti. Ma le limitazioni si sono rivelate modeste con il New Strategic Arms Reduction Treaty (New Start), negoziato nel 2010. La verità è che, seppur in maniera ridotta rispetto ai tempi della Guerra Fredda, le due superpotenze hanno ripreso a investire.


Data: 24.01.2017
Fonte: www.atlanteguerre.it

1986 STATE PAPERS: HOW CHERNOBYL DISASTER CAST HUGE CLOUD OVER CONTINENT


1986 State papers: How Chernobyl disaster cast huge cloud over continent

Picture taken from a helicopter in April 1986 shows a general view of the destroyed 4th power block of Chernobyl's nuclear power plant a few days after the catastrophe. Photo: AFP/Getty Images
 
It proved to be a year of epic arrivals and heartbreaking departures coupled with a reminder of the threat posed to the entire planet by nuclear accidents.

A previously unheard of place in Ukraine - Chernobyl - entered the world's vocabulary as a byword for tragedy, fear and the fact that nuclear radiation doesn't respect international borders.

Despite the vast distances involved, radiation from the reactor at Chernobyl, devastated by an accidental explosion on April 26, 1986, eventually reached Ireland, sparking a public health scare.

On a more positive note, the disaster prompted a humanitarian response in Ireland where Adi Roche set up a charity to help the children hit by nuclear fall-out in Ukraine and Belarus.

Thirty years later, Chernobyl Children International is still undertaking that work.

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Data: 30.12.2016
Fonte: www.independent.ie

 

20/01/17

LA BIELORUSSIA HA SEMPLIFICATO L'INGRESSO PER I CITTADINI UE

La Bielorussia ha semplificato l’ingresso per i cittadini UE

Risultati immagini per bielorussia 
Minsk, 17 Gennaio (New Day – Italia, Zoja Oskolkova) – Prossimamente molti stranieri che si recano in Bielorussia per un periodo breve non dovranno più fare il visto d’ingresso. Il governo della repubblica ha abrogato i visti per coloro che soggiorneranno nel paese per non più di cinque giorni.

Le nuove regole saranno valide per i cittadini di 80 nazioni: tutti i paesi membri della UE, USA, Giappone, Brasile, Indonesia e altri. Si potrà stare in Bielorussia senza visto per cinque giorni. Entro tale termine ci si può occupare di lavoro o si può visitare il paese.

Secondo le regole del regime senza visto i turisti devono arrivare all’aeroporto di Minsk. In prospettiva è possibile che si potrà entrare anche da altri punti di frontiera. Secondo gli esperti, questa novità dovrebbe attrarre in Bielorussia imprenditori e tifosi sportivi.

Ricordiamo che nel 2015 la Bielorussia aveva permesso agli stranieri senza visto di visitare alcuni luoghi di grande interesse, come ad esempio la Foresta di Beloveža; nel 2016 si potevano visitare senza visto il Canale di Augustov e la città di Grodno. Tali norme hanno già fatto aumentare il flusso di turisti stranieri nel paese.

Va detto che se gli stranieri rimangono in territorio bielorusso senza visto per più di cinque giorni senza un valido motivo rischiano fino a 550 euro di multa.

Data: 17.01.2017
Fonte: www.ndnews.it

18/01/17

AL CONFINE DELLA REGIONE DI BRJANSK FARANNO DEI CAMPI PER I MIGRANTI SIRIANI





 Immagine correlata
La Bielorussia costruirà, nelle regioni di Gomel’ e Mogilëv ai confini con la regione di Brjansk (Russia), dei campo per 10 mila rifugiati siriani, ma anche ucraini. Per questo Bruxelles pagherà sette milioni di euro.


Fonte: www.bragazeta.ru
Data: 13.01.2017
Traduzione: S.F.