Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

26/11/10

VASILIJ ŠLYK, «LA PRIMAVERA DI UN CERNOBYLIANO»

Il poeta di Klincy Vasilij Šlyk legge la sua poesia «La primavera di un cernobyliano», composta nel maggio del 2004. La lettura è avvenuta il09 novembre 2010 al ginnasio di Klincy, dove - grazie ai ragazzi dell'eko-club - abbiamo avuto la possibilità di conoscere il signor Šlyk, poeta e prosatore, insieme ai locali liquidatori di Cernobyl.

Весна Чернобыльца

Горе от Чернобыля,
Болеют люди все.
Нестарые два тополя
Усохли в полосе.

Я живой, а толку –
Устал давным-давно.
Скворец поёт без умолку,
Что мне хворать грешно.

Весна настала новая,
Растаял лёд и снег.
В лесу хвоя сосновая
Запахла – силы нет.

«Погодите, милые!» –
Кричу своим годам.
Дела мои унылые,
Но виду не подам.

Скоро почки тронутся
Берёзок во дворе,
Они невесты-скромницы
При радостной поре.

Мне бы в рощу дальнюю
Трусцою пробежать,
Как порой недавнею,
Озоном подышать.

Характеру мятежному
Чернобыль удружил,
С бедой живу по-прежнему
Из последних сил.


La primavera di un cernobyliano

Il dolore di Cernobyl,
Sta male ogni persona.
Due giovani pioppi
Rinsecchiti nella zona.

Sono vivo, ma a che pro –
Sono stanco da tempo ormai.
Lo stornello canta senza sosta,
Che peccato star malato, ahi.

È giunta la nuova primavera,
Si è sciolto il ghiaccio, e la neve.
Nel bosco i rami dei pini
Profumano – la forza è lieve.

«Aspettate, miei cari!» –
Grido ai propri anni.
Le mie cose van tristemente,
Ma farò finta di niente.

Presto le gemme sbocceranno
Delle betulle nel cortile,
Son modeste fidanzate
Nella stagione della letizia.

Potessi nel boschetto lontano
Correre a fare jogging,
Come in un tempo recente
Respirare l’ozono.

Al carattere irrequieto
Cernobyl ha reso un servizio,
Assieme al dolore vivo come prima
Con le mie ultime forze.

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