Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

16/02/16

PERCHÉ IL BELGIO RIAPRE LE CENTRALI NUCLEARI “DIFETTOSE”?



Per la Fanc nessuna "nuova Chernobyl", le autorità vanno avanti ma i cittadini temono un disastro nucleare nel cuore dell'Europa.

Perché il Belgio riapre le centrali nucleari “difettose”?

A quanto pare il problema non è riaprire le centrali ma è riaprire ben due centrali risultate “difettose”. Durante un controllo di routine nel 2012, infatti, alcuni addetti ai lavori hanno scoperto che il reattore 3 di Doel (vicino al confine olandese entrato in funzione nel 1982) e quello 2 di Tihange (a qualche decina di chilometri dai territori tedeschi e del Lussemburgo attivato nel 1983), mostravano all’esame ultrasonico dei loro vessel diverse discontinuità nell’acciaio, rispettivamente 8.000 a Doel e 2.100 a Tihange, con difetti simili a una sfogliatura del metallo, il più esteso dei quali misurava 7 centimetri. Il vessel di un reattore sarebbe il contenitore di acciaio che ospita gli elementi di combustibile nucleare e l’acqua di raffreddamento ad alta pressione e quelli delle centrali in questione risultano indeboliti da migliaia di difetti nel metallo. Ma questo non sembra non essere un motivo sufficiente per fermare l’impianto.


Fonte: www.tekneco.it
Data: 12.02.2016

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