Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

13/08/18

NUCLEARE EUROPEO IN CRISI, L’AIUTO ARRIVA DALLA CINA: CENTRALI IN ROMANIA E BULGARIA, MA C’È L’INCOGNITA SICUREZZA

Nucleare europeo in crisi, l’aiuto arrivadalla Cina: centrali in Romania e Bulgaria, ma c’è l’incognita sicurezza

Areva, Westinghouse e la russa Rosatom/Atomstroyexport versano in gravi difficoltà finanziarie e così i 3 colossi cinesi hanno gioco facile grazie a bassi costi di realizzazione, un alto livello di ordini nel mercato interno ed economie di scala senza paragoni. Gli aiuti delle banche di stato, poi, rendono il piatto una vera leccornia. La mancanza di esperienza internazionale e l’assenza di un qualsiasi centrale fabbricata e gestita da aziende cinesi all’estero, però, pone seri dubbi riguardanti la sicurezza degli impianti.

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L’intervento della Cina renderà possibile la costruzione dell’impianto di Belene, nel nord della Bulgaria, una delle centrali nucleari più grandi di tutta l’Europa orientale. Dalla tecnologia sovietica e in un luogo considerato sensibile a eventi sismici, il progetto mira a rendere il paese più indipendente a livello energetico dalla Russia. Anche la Romania ha nel 2013 siglato un accordo con l’industria cinese e si appresta nel breve a varare due nuovi reattori nucleari. Una doppia strategia, quella attuata da Pechino, interessata alle tecnologie nel campo del nucleare per scopo civile e a un mercato i cui colossi vivono anni di crisi. Nonostante l’eccezionale opportunità offerta dal supporto cinese, le perplessità permangono. La mancanza totale di esperienza internazionale e l’assenza di un qualsiasi centrale fabbricata e gestita da aziende cinesi all’estero pone seri dubbi riguardanti la sicurezza degli impianti stessi, anche se a essere costruiti sono modelli progettati in Occidente. Infine, nel medio periodo, la Cina punta a esportare nel nostro continente tecnologie completamente “Made in China”. Per rendere possibile tutto questo il Regno di Mezzo ha però la necessità di certificare la qualità dei propri reattori, sottoponendoli al controllo non di un’autorità centrale a livello europeo ma di quelle dei singoli stati e clienti europei.

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Data: 06.08.2018
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it

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