Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

26/04/19

TRENTATRÉ ANNI FA ČERNOBYL', QUANDO ANCHE IN TRENTINO I PANNI VENIVANO STESI IN CASA E NON SI MANGIAVANO VERDURE E FORMAGGI

Trentatré anni fa Černobyl', quando anche in Trentino i panni venivano stesi in casa e non si mangiavano verdure e formaggi

 
Tra i primi, in assoluto, a mobiliarsi per intercettare possibili radiazioni scese in campo il laboratorio di Fisica atomica e molecolare della Facoltà di Scienze di Povo, sopra Trento. Il professore Zecca: "Il ruolo degli scienziati è essenziale per rilevare e divulgare possibili – anche minimi, quasi impercettibili – pericoli per la qualità della nostra vita"

Scetticismo e incredulità, supportati da una buona dose di scarsa informazione. Quella istituzionale, anzitutto. Perché Černobyl', per i trentini, era lontana, molto lontana. Talmente distante che neppure alcuni esperti in fisica nucleare hanno capito non solo la portata della nube radioattiva, ma pure le ricadute "atomiche" tra le colture, sulle comunità alpine delle Dolomiti.


Ma non tutti – fortunatamente – s’adeguarono all’ufficialità. Indagando, studiando, verificando per divulgare informazioni scientificamente valide. Senza provocare ingiustificati allarmismi, rispettando i dati rilevati in riva all’Adige, per informare e dunque fronteggiare con criterio la "nube russa".


Data: 26.04.2019
Fonte: www.ildolomiti.it

 

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