Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

24/01/14

NEL NOSTRO INTERNAZIONALISMO – LA FORZA, IL DOMANI DELLA RUSSIA

«I FATTI AL POSTO DELLE PAROLE»:
NEL NOSTRO INTERNAZIONALISMO – LA FORZA, IL DOMANI DELLA RUSSIA



Intervista a Pavel Vdovičenko (parte 2)


L’organizzazione non-profit «Radimici per i bambini di Cernobyl», nonostante siano passati 26 anni dal giorno della sua fondazione, rimane tuttora un’organizzazione giovanile: ben l’80% dei suoi volontari e collaboratori sono infatti giovani sotto i 30 anni. Ogni anno a Radimici operano dagli 80 ai 200 volontari, a seconda delle attività svolte. Pavel Ivanovič, fondatore dell’organizzazione, ci ha raccontato la storia e le peculiarità dello sviluppo di Radimici nella prima parte della sua intervista, pubblicata nello scorso luglio. Ora ci parlerà invece della sua esperienza nella realizzazione di progetti sociali, concentrando l’attenzione sugli indispensabili cambiamenti che bisognerebbe attuare per lo sviluppo del terzo settore in Russia.


– L’organizzazione «Radimici per i bambini di Cernobyl» presta grande attenzione ai problemi di salute delle persone? Che cosa fate esattamente? – Nei primi anni di lavoro eravamo molto appassionati di progetti “pedagogici” di volontariato, che noi stessi inventavamo e (cosa naturale) dovevamo mettere in pratica. Col tempo però si cominciò a parlare di noi in citta e nella regione. Arrivarono persone adulte, tra cui anche specialisti riconosciuti. E con loro giunsero anche nuove idee. E così, nel 1993, su iniziativa di alcuni pediatri volontari e con l’aiuto di un gruppo di specialisti tedeschi fu creato il Gabinetto di riabilitazione e cura per i bambini affetti da paralisi cerebrale.

Tra le particolarità distintive del lavoro del nostro gabinetto si possono citare: l’utilizzo di metodi di cura non medicamentosi; la formazione dei genitori sui metodi di cura che prevedono elementi delle terapie di Voit, Bobat e altre; l’accompagnamento dei pazienti nel corso degli anni. Radimici è una delle prime organizzazioni non profit russe che è riuscita a creare uno schema alternativo di servizi sanitari per i bambini malati. Ogni anno il nostro corso di riabilitazione è seguito da più di 350-400 bambini provenienti dalle più diverse regioni della Russia. Tra i visitatori frequenti ci sono anche cittadini dei paesi confinanti.

Un altro problema: in seguito all’incidente alla centrale nucleare di Cernobyl nella regione di Brjansk ha avuto luogo una brusca impennata dei casi di cancro e di altre patologie della tiroide. Nel 2004, abbiamo creato un gabinetto per il check-up della tiroide. Questo programma (in forza della specificità degli effetti delle radiazioni e dei problemi che ne conseguono per la popolazione) è destinato agli abitanti della “regione di Cernobyl”. Nel corso di questi anni sono stati visitati più di 13.000 pazienti. Più del 70% dei visitati presenta alterazioni rispetto al normale stato della tiroide e parte di loro problemi molto seri. Perché il lettore possa farsi un’idea della portata: nella nostra città di Novozybkov, su una popolazione di 42.000 abitanti, a circa 200 negli anni postcernobyliani è stato diagnosticato un cancro della tiroide.

Inoltre abbiamo cercato di migliorare le vacanze estive di risanamento dei bambini. Verso la metà degli anni Novanta, gli studenti di Radimici decisero di destinare i soldi degli sponsor stranieri all’organizzazione di un campo estivo per i bambini delle zone di Cernobyl in un luogo non contaminato della regione di Brjansk. E così nel 1994 sulla carta della Russia ha fatto la sua comparsa il campo estivo di risanamento “Novokemp”, che presto è diventato internazionale.

Ogni anno fino a 600 bambini di diverse categorie sociali di Russia e Bielorussia trascorrono le vacanze al campo. Nei diversi anni, scolari ucraini, svizzeri e tedeschi hanno visitato Novokemp. All’organizzazione delle attività partecipano tanto gli studenti russi quanto quelli tedeschi, italiani, svizzeri e francesi. Noi siamo convinti che l’amore per la Russia, per la nostra Patria multinazionale, è inscindibile dall’idea della cooperazione internazionale. Nel nostro internazionalismo non c’è soltanto la nostra forza, in esso c’è anche il domani della Russia.

– La legge sugli “agenti stranieri” ha influito sul vostro lavoro?

– Questa è una delle domande a cui rispondere è difficile, amaro e doloroso. Per più di 25 anni ho insegnato discipline sociali e non mi sarei mai immaginato che sarebbe giunto il giorno in cui avremmo dovuto, su disposizione di un impiegato della procura, fotocopiare per la polizia, l’FSB e la procura gli elenchi degli studenti e degli scolari volontari che fanno attività nella nostra organizzazione giovanile insieme a coetanei europei.

Senz’alcun dubbio, a dirla francamente, noi e i nostri partner stranieri da più di 20 anni siamo degli “agenti”. Anzi, per tutta una serie di indizi possiamo benissimo essere smascherati come doppi o tripli agenti. Capita anche che s’infiammi la scintilla dell’amore. (Sì, noi abbiamo famiglie russo-tedesche, russo-svizzere, russo-svedesi.)

E indubbiamente tutti quei funzionari di vario livello hanno ragione: è vero, nell’interazione tra giovani volontari di paesi diversi nasce immancabilmente qualcosa di difficile da controllare. Vengono alla luce nuove idee, si fanno cose non previste in partenza. Una vera disgrazia per gli agenti del controspionaggio.

Certamente, lavorando insieme per i nostri programmi, noi aiutiamo gli studenti stranieri (e non soltanto) a conoscere il nostro paese, la nostra Causa. E proprio con questo noi lavoriamo per l’idea di un’Europa comune, e dunque anche per italiani, francesi, tedeschi. E loro – per la nostra organizzazione. E tutti insieme – per i bambini (benestanti e non; sani e malati; forti e deboli). I bambini e i giovani (in qualità di volontari) sono il nostro vessillo, il nostro dolore e la nostra gioia. Cerchiamo di formarli, di abituarli al fatto che siamo molto diversi tra di noi, ma che soltanto insieme siamo forti. E ci riusciamo. Il nostro operato è riconosciuto dall’ONU. Dal 2001 siamo partner del Programma di Sviluppo dell’ONU sul tema di Cernobyl.

Nel 1989, gli studenti di Radimici iniziarono a recare aiuto ai bambini con capacità limitate. Poi venne creato il Club d’interazione, e in seguito il Centro socio-riabilitativo “Radimici” per i bambini con capacità mentali limitate. A lungo abbiamo portato avanti l’istruzione e l’integrazione sociale dei bambini con capacità limitate (sindrome di Down, ritardo dello sviluppo mentale, autismo, oligofrenia ecc.) nel mondo delle persone sane. Oggi, dopo che la nostra organizzazione è rientrata nel novero degli agenti occidentali, il problema del finanziamento delle nostre attività si è fatto tanto complesso che circa un anno fa siamo stati costretti a ridurre la nostra squadra di cinque specialisti, tra cui insegnanti speciali. Attualmente il Centro socio-riabilitativo “Radimici” funziona solo due volte alla settimana. Il lavoro con i bambini e i loro genitori è sostenuto – come d’altronde lo era agli inizi – dagli sforzi degli specialisti volontari e dei genitori più attivi.

Radimici ha organizzato 10 club informatici nelle scuole di villaggio della regione ai tempi in cui i nostri insegnanti rurali potevano solamente sognarselo... Allora acquistammo i computer, formammo un gruppo di insegnanti entusiasti, indicemmo concorsi annuali tra gli scolari. Nella sfera dei nostri interessi rientrano più di 300 scolari appassionati di tecnologia informatica, tra i quali anche ragazzi ucraini e bielorussi. Il concorso è diventato internazionale. Per i vincitori organizziamo i turni “informatici” a Novokemp.

Negli ultimi due-tre anni lavoriamo al programma “In Internet con tutta la famiglia”. Vale a dire che agli scolari membri del Club informatico viene da noi assegnato il compito di venire alle lezioni assieme alla nonna, al nonno, alla mamma, al papà. A questo modo la formazione informatica della vecchia generazione avviene attraverso l’aiuto dei nipoti, dei figli. L’esperienza si è dimostrata splendida.


Dove abbiamo preso i soldi per i computer? I businessmen russi, purtroppo, non ci hanno aiutato. Non ci è rimasto altro da fare che promuovere insieme ai nostri partner tedeschi iniziative di raccolta fondi in Europa.

– Dunque, molti vostri programmi e progetti sono diventati internazionali?


– È proprio così. Per fare un esempio, nel 2000 Radimici appoggiò l’iniziativa di Andrej Taloverko, un’insegnante di disegno (poi direttore della scuola d’arte) che aveva proposto di organizzare un concorso di disegno per bambini. L’iniziativa consente ai bambini di sentirsi partecipi di una comunità di giovani artisti, di imparare a creare e a migliorarsi. Con il nostro aiuto il concorso è cresciuto fino a diventare un festival internazionale per bambini. Centinaia di bambini di Russia, Bielorussia, Brunei, India, Indonesia, Canada, Usa, Serbia, Svizzera, Italia, Ucraina e altri paesi ogni anno partecipano al progetto. Noi pubblichiamo i calendari con i disegni dei bambini, organizziamo mostre ed esposizioni delle opere, e facciamo i turni dei giovani artisti a Novokemp. Il concorso è ormai diventato un importante evento indipendente nella vita culturale della regione.

Molto interessante è poi il programma di scambi internazionali culturali e di volontariato tra Radimici e organizzazioni non-profit tedesche, svizzere, italiane, francesi, giapponesi, sudcoreane e di altri paesi. Dai 60 ai 100 tra specialisti, giovani volontari, studenti e scolari partecipano tutti gli anni, nell’ambito di questo programma, a seminari e campi di volontariato internazionale (per bambini, ecologici ecc.) oltre i confini del loro paese.

Più di una volta i collaboratori di Radimici hanno rappresentato il popolo di Cernobyl alle conferenze dell’ONU in Europa e a iniziative contro il nucleare a Hiroshima, Nagasaki, Fukushima, in Corea del Sud e in Sudafrica.

Con la nostra attività siamo riusciti a dimostrare ai burocrati russi, applicando le esperienze europee più avanzate nel campo dell’istruzione e dell’integrazione dei bambini invalidi, di poter creare una magnifica scuola per bambini che in Russia per lungo tempo sono stati considerati non scolarizzabili. A tal scopo abbiamo sottoscritto un accordo di collaborazione con una scuola speciale della città tedesca di Wuppertal, abbiamo introdotto nuove metodologie terapeutiche nella cura dei bambini affetti da paralisi cerebrale e siamo una delle poche organizzazioni non-profit in possesso di una licenza statale per svolgere attività sanitaria. Noi cerchiamo di assimilare il lavoro dei volontari stranieri, tra cui alcuni specialisti di prima classe, dottori in medicina.

Ritengo che la cooperazione internazionale per le organizzazioni non-profit russe nella schiacciante maggioranza dei casi sia di grande utilità. Essa inoltre influisce positivamente sull’immagine di tutto lo stato. Tutti gli anni vengono da noi decine di delegazioni straniere e rimangono tutte molto affascinate dall’energia di una squadra internazionale che lavora nell’interesse dei bambini russi. La Russia è rimasta isolata troppo a lungo. E ritornare in uno stato di isolamento sarebbe rovinoso per il nostro paese nella situazione odierna.

Ricordo bene quando a Mosca la “squadra” di governo iniziò a strombazzare proclami sul fatto di far ispezionare tutte le organizzazioni non-profit. Dopo un po’ di tempo sono venuti anche da noi. All’inizio il procuratore regionale con un’assistente. Senza documenti relativi all’ispezione, così, tanto per conoscersi e per avvertire che l’indomani tutti si trovassero al proprio posto, perché era atteso l’arrivo di una commissione ispettiva da Brjansk. Arrivarono. In otto, mi sembra. Lo spettacolo fu sconsolante perché i controllori non avevano alcun mandato per l’ispezione. È stato umiliante per Radimici. Ma penso che lo sia stato anche per i procuratori, per gli agenti dell’FSB e della polizia, per i funzionari di giustizia e quelli tributari. Ma non ci mettemmo a cacciar via tutte quelle persone che s’erano fatte 200 chilometri su strade improbabili... E in fin dei conti noi non abbiamo paura dei controlli. Sa quanti ne abbiamo avuti in passato... Lavorarono un giorno intero, e se ne andarono affascinati dall’attività della nostra organizzazione. Anche se poi, a dire il vero, non ci hanno mandato alcun certificato sugli esiti dell’ispezione.

– Quali cambiamenti devono avvenire in Russia affinché il terzo settore si sviluppi e cresca la fiducia della società nei confronti delle organizzazioni non-profit?

– C’è bisogno di cambiare il corso intrapreso dalla dirigenza del paese. Bisogna rinunciare allo stile autoritario di governo, al sistema di gestione addomesticata dei processi nelle sfere economica e sociale. Perché questo c’è già stato. Nella nostra vita precedente.

Se parliamo della vita delle organizzazioni non-profit, allora va detto che senza tali cambiamenti nel sistema di governo e nella gestione economica non ci si deve aspettare molte trasformazioni neanche nel terzo settore. Tutte le rimanenti circostanze sono secondarie e oggi non ne parlerei nemmeno. I processi di maturazione della società civile, se affrontati in modo assennato, non possono che essere impetuosi. L’energia interiore del popolo (della sua parte migliore) è piuttosto grande e ha bisogno di uno sbocco, di autorealizzarsi. Se noi sapremo gestire uno sbocco positivo di tale energia, ce ne potremo rallegrare tutti. In caso contrario ci aspettano processi assai più complessi.


Fonte: www.радимичи.рф
Fonte: www. гражданскоедостоинство.рф
Data: 16.08.2013
Traduzione: Stefano Fronteddu

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1 commento:

  1. Grazie, caro Stefano.

    Tu con grande energia si lavora nell'interesse italo-russa di amicizia.

    I membri dell'organizzazione pubblica "Radimichi" di Novozybkov (Russia) molto grati a te.

    Pavel

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