Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

09/08/19

CHERNOBYL, LIQUIDATORE SI UCCIDE DOPO LA SERIE: “DIMENTICATO DAL GOVERNO”

Chernobyl, liquidatore si uccide dopo la serie: “Dimenticato dal governo”


Un operaio della centrale di Chernobyl si sarebbe suicidato dopo la visione dell’omonima serie di HBO, trasmessa in Italia da Sky. È quanto rende il noto il Daily Mail, in base alle dichiarazioni rilasciate alla stampa dalla figlia: l’uomo non si sarebbe tolto la vita poiché eccessivamente traumatizzato dallo show, bensì poiché convinto di essere stato “completamente dimenticato dal governo”.

Nagashibay Zhusupov, uomo sessantunenne ucraino, verso la fine degli anni ’80 ha prestato servizio come “liquidatore” presso la centrale nucleare di Chernobyl. Si tratta di quegli operai – la stima parla di circa 600.000 persone – che vennero assoldati dal governo centrale per decontaminare le aree limitrofe alla centrale nucleare. Alcuni vennero addirittura chiamati a rimuovere i detriti di grafite e di altri elementi radioattivi sul tetto della struttura, gettandoli nel cratere venutosi a creare dall’esplosione del reattore, altri si occuparono delle limitrofe strade, delle aree verdi e, qualche tempo dopo dall’incidente, della costruzione del primo sarcofago di protezione.

A questi lavoratori, esposti a livelli variabili di radiazioni, il governo promise lo status di eroe e un’adeguata compensazione, tra cui un alloggio a vita. Eppure Zhusupov, come riferisce la figlia Gaukhar, non avrebbe mai ottenuto il tanto atteso accesso alle case popolari. L’uomo e la sua famiglia furono infatti costretti a trovare una soluzione abitativa di fortuna, di fronte al rifiuto delle autorità di assegnare loro l’appartamento promesso ai tempi dell’incidente nucleare.


Data: 17.07.2019
Fonte: www.greenstyle.it

 

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