Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

02/08/19

GIAPPONE: CHIUDE LA CENTRALE NUCLEARE “SOPRAVVISSUTA” AL DISASTRO DI FUKUSHIMA

 fukushima daini

La Tokyo Electric Power (altrimenti conosciuta come Tepco) ha annunciato l’intenzione di dismettere la centrale nucleare di Fukushima Daini, l’ultimo impianto rimasto attivo nella regione dopo che il terremoto e lo tsunami del 2011 hanno causato la fusione di 3 dei 6 reattori della centrale di Fukushima Daiichi.

La Tepco presenterà la proposta di dismissione al proprio consiglio d’amministrazione nei prossimi giorni, anche se non è stata ancora ufficializzata una data certa: la centrale di Fukushima Daini, che si trova a 12 chilometri dall’impianto di Daiichi, non venne danneggiata direttamente dallo tsunami del 2011. Nonostante il blackout seguito al violento terremoto e al conseguente tsunami, le riserve energetiche di Fukushima Daini furono sufficienti a mantenere attivo il sistema di raffreddamento e a evitare il surriscaldamento dei nuclei dei reattori.

L’incidente di Fukushima, che causò l’evacuazione di circa 160 mila persone, molte delle quale mai più tornate nella regione, evidenziò falle e ritardi nei protocolli di sicurezza delle centrali nucleari giapponesi e portò alla chiusura preventiva di numerosi impianti.


Data: 24.07.2019
Fonte: www.rinnovabili.it

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