Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

02/08/19

TRA "EFFETTO CHERNOBYL" E FONTI RINNOVABILI COMPETITIVE, IL NUCLEARE È ORMAI IN DECLINO?


 energia nucleare

Costi alle stelle. La concorrenza delle rinnovabili. L’irrisolto problema delle scorie. E lo spettro di altri incidenti catastrofici. Sono gli ingredienti del declino che ha investito l’industria dell’atomo. Per la prima volta, persino l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) è costretta ad ammettere che il futuro del nucleare civile è incerto. Il rapporto Nuclear Power in a Clean Energy System afferma che la capacità di produzione di energia nucleare nelle nazioni a economia avanzata potrebbe subire un tracollo del 25% entro il 2025 e addirittura di due terzi entro il 2040.

A dirla tutta, sono anni che il settore è in stallo. Secondo la banca dati dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea) nel mondo sono attivi 449 reattori a fissione, che forniscono circa il 10% dell’elettricità e il 5% dell’energia primaria prodotta a livello globale. Ma il loro numero è rimasto pressoché invariato dal 2011, l’anno dell’incidente di Fukushima, quando erano 448, cioè uno in meno.


Data: 09.07.2019
Fonte: www.wired.it

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