Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

28/07/14

FUKUSHIMA, LA CITTA' DEL DISASTRO NUCLEARE CON UN SUICIDIO OGNI 10 MINUTI

 

Il dramma degli “evacuati” tra i quali dilaga la depressione. I contenziosi in corso contro la Tepco e le famiglie costrette ad abbandonare le loro case. Ma una sentenza potrebbe presto riportare la speranza.

 Fukushima, la città del disastro nucleare con un suicidio ogni dieci minuti 

“E’ proprio bello qui, vero? Ma davvero non possiamo restare qui a dormire, almeno una notte? Ti prego, fammi questo piacere, chi vuoi che se ne accorga? E poi sopratutto, cosa vuoi che ci facciano, ammesso che ci scoprano?”. Mikio Watanabe , 65 anni, alla fine cede. Di fronte all’insistenza della moglie, Hamako, non sa dirle di no. Forse perché tutto sommato anche a lui fa piacere restare un po’ più a lungo nella sua vecchia casa, una modesta proprietà che da oltre vent’anni aveva trasformato, tra i primi nella zona, in agriturismo. Una casa che il 12 marzo 2011, nel cuore della notte, aveva dovuto abbandonare in fretta e furia, per colpa dell’emergenza nucleare. Ma nella quale spera ancora di tornare. “Non ci fecero prendere quasi nulla, solo una borsa con un cambio e qualche effetto personale – racconta – il ricordo più straziante fu vedere il nostro cagnolino correre dietro al pulmino che ci portava via, nel disperato tentativo di raggiungerci. Poverino, avrà pensato che l’abbiamo abbandonato”. Ma il peggio doveva ancora venire.

 

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Data: 28.07.2014

Fonte: www.ilfattoquotidiano.it

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