Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

31/01/19

«SULLA STRADA PER ČEČERSK», GENNAIO 1998


Provincia di Čečersk, regione di Gomel', Bielorussia. Primo viaggio nelle zone di Cernobyl, con il Comitato Cernobyl Bussero-Cassina de' Pecchi-Pessano con Bornago. Primi paesaggi incontrati.

30/01/19

NUOVA EDIZIONE MIMESIS LIBRO "LA FOLLIA DEL NUCLEARE. COME USCIRNE CON LA RETE ICAN"

Nuova Edizione Mimesis Libro "La follia del nucleare. Come uscirne conla Rete ICAN"

La violenza del nucleareA più di 70 anni dai bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki, a 32 anni dalla catastrofe di Chernobyl, a 7 anni da quella di Fukushima e dal referendum popolare svoltosi in Italia subito dopo il disastro giapponese, tanto gli armamenti nucleari come i reattori nucleari sono tutt’ora in fase di netto sviluppo e modernizzazione, nonostante alcune riduzioni degli arsenali militari ed alcuni insuccessi soprattutto nel settore del nucleare civile. E’ vero che il 7 luglio 2017 abbiamo avuto la svolta storica del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari – TPAN, caratterizzata anche dal riconoscimento del ruolo della società civile con il premio Nobel conferito alla Rete ICAN (International campaign to abolish nuclear weapons), una coalizione di circa 500 organizzazioni diffuse in oltre 100 Paesi, di cui gli scriventi sono membri. Ma è altrettanto vero che una nuova “guerra fredda” sembra profilarsi all’orizzonte ed il rischio di conflitto nucleare, tra tensioni crescenti nelle aree “calde” del mondo, comincia a riaffacciarsi persino nella consapevolezza pubblica, grazie al clamore mediatico suscitato dalla spettacolarizzata crisi coreana. Il “percorso umanitario” verso il disarmo nucleare, sfociato nel TPAN, sembra aver rallentato la sua spinta propulsiva e nuovi percorsi complementari, in particolare l’integrazione nel percorso di Parigi per il contrasto al cambiamento climatico, sono solo nella fase ideativa e siamo proprio noi, “Disarmisti esigenti”, i pionieri della loro elaborazione. Sottolineiamo che la prospettata abolizione giuridica degli ordigni nucleari (bisogna aspettare 50 ratifiche prima dell'entrata in vigore del TPAN) sembra, con la loro “stigmatizzazione”, produrre da subito effetti positivi a vali livelli, ad esempio le scelte di disinvestimento  nell'industria nucleare di grandi fondi pensione e di alcune banche, come ci riferisce il bollettino di marzo di Reaching Critical Will, il progetto della WILPF focalizzato sul disarmo. Ma, ad essere realistici, si tratta di eccezioni alla regola in una situazione caratterizzata purtroppo dal rilancio massiccio delle spese militari e nucleari (non solo da parte americana!) e dall'aggravamento di tutti i conflitti che insanguinano il Pianeta.

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Data: 22.01.2019
Fonte: www.peacelink.it  

L’UE ADDESTRA ROBOT PER INTERVENIRE SULLE CATASTROFI NUCLEARI E GESTIRE LE SCORIE RADIOATTIVE

L’Ue addestra robot per intervenire sulle catastrofi nucleari e gestire le scorie radioattive


Quando il Giappone nel 2011 venne colpito dal terremoto/tsunami e dal disastro nucleare di Fukushima i robot che vennero schierati a supporto dei “liquidatori” umani erano molto semplici e si dimostrarono in gran parte inefficaci . Sven Behnke, professore di robotica all’università di Bonn, è partito da quel problema e, insieme al suo team, hanno sviluppato un robusto sistema di risposta alle catastrofi con il progetto Centauro che utilizza un robot controllato da esseri umani da una distanza di sicurezza e dotato di vari sensori chi gli consentono di percepire l’ambiente nel quale lavora e di ritrasmettere le informazioni alll’operatore.

Behnke spiega su Horizon che «L’operatore principale controlla il robot attraverso una tuta di telepresenza che misura i movimenti delle braccia, dei polsi e delle dita dell’operatore e li trasferisce al robot. Un display montato sulla testa dall’operatore gli consente di vedere in 3D quel che il robot vede dalla propria prospettiva».

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Data: 24.01.2019
Fonte: www.greenreport.it

ESPOSIZIONE FOTOGRAFICA "NUCLEARE" A PARIGI

Esposizione fotografica "nucleare" a Parigi

La storia della centrale nucleare di Saluggia (Vercelli) arriva a Parigi

Giovedì sera, il celebre caffè-spazio culturale "Le 61", in rue de l'Oise, di proprietà del giornalista di "Le Monde" Rémy Ourdan, presenta la proiezione della serie fotografica dal titolo "Saluggia" realizzata dal fotografo e giornalista Andrea Savorani Neri, a lungo reporter di Euronews, originario di Faenza, ma residente da anni a Parigi.
Al dibattito parteciperà Laure Noualhat, specialista del nucleare, con cui si parlerà della situazione-centrali in Italia, in Francia e nel resto dell'Europa.  

"Perchè queste foto? Per rendere visibile ciò che è invisibile per definizione: la radioattività", spiega Andrea Savorani Neri. "Le immagini sono il frutto di otto anni di lavoro, di visite a Caorso e all'interno dell'impianto di Trino Vercellese e di molte altre 'avventure', di fotografie scattate in luoghi ufficialmente non fotografabili, con mille cautele. Un paio di volte sono anche stato fermato...".

"Le scorie sono tutte qui perchè in Italia non esiste un deposito nazionale, come invece sarebbe obbligatorio avere", continua Andrea Savorani Neri. "Saluggia è una centrale tuttora attiva, almeno dal punto di vista dello stoccaggio e dà lavoro a molte persone della zona. A Trino Vercellese sono ancora stoccati 1.012 metri cubi di rifiuti radioattivi a media e bassa attività. A Livorno Ferraris fu costruita una centrale mai entrata in funzione a seguito del referendum del 1987 sul nucleare. Il tentativo mai andato a termine di riconversione in centrale termo-elettrica ne ha fatto un'autentica cattedrale nel deserto. La centrale di Caorso, nel Piacentino", aggiunge Neri, "è il sito industriale in cui lo smantellamento si trova nella fase più avanzata".

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Data: 15.01.2019
Fonte: www.euronews.com

RISCHIO NUCLEARE, L’OROLOGIO DELL’APOCALISSE SEGNA 2 MINUTI ALLA MEZZANOTTE

Rischio nucleare, l’orologio dell’Apocalisse segna 2 minuti alla mezzanotte

Il fungo atomicosu Hiroshima

Quanto siamo vicini ad una catastrofe nucleare? Molto, a quanto pare. Ogni anno, dal 1947, un gruppo di scienziati valuta la situazione del pianeta, i conflitti tra le superpotenze, i possibili rischi ambientali legati al nucleare. E fornisce una rappresentazione simbolica di quanto manca all’apocalisse atomica. 

Stiamo parlando del Doomsday Clock, l’Orologio dell’Apocalisse, che quest’anno segna “pericolosamente” due minuti alla mezzanotte.


Questa rappresentazione della probabilità di una catastrofe è stata ideata dalla Federazione degli scienziati atomici per scandire il tempo che l’umanità ha davanti a sé per evitare una catastrofe dovuta alle armi nucleari o ai cambiamenti climatici. 


Data: 28.01.2019
Fonte: www.ilsecoloxix.it