Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

30/01/19

NUOVA EDIZIONE MIMESIS LIBRO "LA FOLLIA DEL NUCLEARE. COME USCIRNE CON LA RETE ICAN"

Nuova Edizione Mimesis Libro "La follia del nucleare. Come uscirne conla Rete ICAN"

La violenza del nucleareA più di 70 anni dai bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki, a 32 anni dalla catastrofe di Chernobyl, a 7 anni da quella di Fukushima e dal referendum popolare svoltosi in Italia subito dopo il disastro giapponese, tanto gli armamenti nucleari come i reattori nucleari sono tutt’ora in fase di netto sviluppo e modernizzazione, nonostante alcune riduzioni degli arsenali militari ed alcuni insuccessi soprattutto nel settore del nucleare civile. E’ vero che il 7 luglio 2017 abbiamo avuto la svolta storica del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari – TPAN, caratterizzata anche dal riconoscimento del ruolo della società civile con il premio Nobel conferito alla Rete ICAN (International campaign to abolish nuclear weapons), una coalizione di circa 500 organizzazioni diffuse in oltre 100 Paesi, di cui gli scriventi sono membri. Ma è altrettanto vero che una nuova “guerra fredda” sembra profilarsi all’orizzonte ed il rischio di conflitto nucleare, tra tensioni crescenti nelle aree “calde” del mondo, comincia a riaffacciarsi persino nella consapevolezza pubblica, grazie al clamore mediatico suscitato dalla spettacolarizzata crisi coreana. Il “percorso umanitario” verso il disarmo nucleare, sfociato nel TPAN, sembra aver rallentato la sua spinta propulsiva e nuovi percorsi complementari, in particolare l’integrazione nel percorso di Parigi per il contrasto al cambiamento climatico, sono solo nella fase ideativa e siamo proprio noi, “Disarmisti esigenti”, i pionieri della loro elaborazione. Sottolineiamo che la prospettata abolizione giuridica degli ordigni nucleari (bisogna aspettare 50 ratifiche prima dell'entrata in vigore del TPAN) sembra, con la loro “stigmatizzazione”, produrre da subito effetti positivi a vali livelli, ad esempio le scelte di disinvestimento  nell'industria nucleare di grandi fondi pensione e di alcune banche, come ci riferisce il bollettino di marzo di Reaching Critical Will, il progetto della WILPF focalizzato sul disarmo. Ma, ad essere realistici, si tratta di eccezioni alla regola in una situazione caratterizzata purtroppo dal rilancio massiccio delle spese militari e nucleari (non solo da parte americana!) e dall'aggravamento di tutti i conflitti che insanguinano il Pianeta.

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Data: 22.01.2019
Fonte: www.peacelink.it  

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