Uno studio dell'Ademe condanna i nuovi reattori nucleari EPR: «L'opzione
meno cara sono le rinnovabili e conviene chiudere anche i reattori già
esistenti»
La Francia non ha interesse a lanciarsi nella costruzione di nuovi reattori EPR di ultima generazione. Ciò perché, da un lato, investire sulla filiera del nucleare rallenterebbe lo sviluppo delle energie rinnovabili. Dall’altro, perché farebbe aumentare il costo medio di produzione dell’energia elettrica. E dunque anche le bollette pagate dai cittadini.
Ad affermarlo non è un’associazione ambientalista ma l’Agenzia per l’ambiente e la gestione dell’energia (Ademe), in un rapporto pubblicato nello scorso mese di dicembre. Lo studio, intitolato “Traiettoria di evoluzione del mix energetico 2020-2060”, condanna senza appello dunque tale tipologia di reattori. Che hanno già dimostrato di essere particolarmente cari.
Il caso di Olkiluoto, in Finlandia, è il più eclatante. Qui il colosso del nucleare francese Areva (oggi ribattezzata Orano)
costruisce dal 2005 un reattore la cui entrata in funzione era stata
prevista inizialmente per il 2009. Innumerevoli problemi hanno portato
invece ad un decennio di ritardo. La struttura non è
ancora entrata in funzione e le perdite già ammesse da Orano sono ben
superiori al prezzo di vendita del reattore.
Data: 09.01.2019
Fonte: www.valori.it
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