Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

07/09/17

Salva il suolo
Ogni anno in Europa spariscono sotto il cemento 1000 kmq di suolo fertile, un'area estesa come l'intera città di Roma.

Senza un suolo sano e vivo non c'è futuro per l'uomo. Oggi il suolo è violentato, soffocato, contaminato, sfruttato, avvelenato, maltrattato, consumato. Un suolo sano e vivo ci protegge dai disastri ambientali, dai cambiamenti climatici, dalle emergenze alimentari. Tutelare il suolo è il primo modo di proteggere uomini, piante, animali.

Nonostante questo, in Europa, non esiste una legge comune che difenda il suolo. I cittadini di tutta Europa chiedono di difenderlo dal cemento, dall’inquinamento e dagli interessi speculativi. Insieme a noi, oltre 400 associazioni chiedono all'UE norme specifiche per tutelare il suolo, bene essenziale alla vita come l'acqua e come l'aria.

COSA CHIEDIAMO
Chiediamo che il suolo venga riconosciuto come un patrimonio comune che necessita di protezione a livello europeo, in quanto garantisce la sicurezza alimentare, la conservazione della biodiversità e la regolazione dei cambiamenti climatici.
Chiediamo un quadro legislativo che tuteli i suoli europei dall'eccessiva cementificazione, dalla contaminazione, dall'erosione, dalla perdita di materia organica e dalla perdita di biodiversità.
#People4Soil è un'Iniziativa dei Cittadini Europei sostenuta da più di 400 associazioni. Tieni pronta la tua carta di identità e clicca qui per salvare il suolo con la tua firma.

NEI GHIACCIAI ALPINI TROVATI SOSTANZE RADIOATTIVE E METALLI PESANTI




21 novembre 2014 Ghiacciai alpini Michele 

Cesio-137, americio-241 e bismuto-207. Una ricerca italiana li ha rilevati sul Morteratsch in concentrazioni per ora non pericolose per la salute. Una "eredità" dei test nucleare degli Anni 60 e gli incidenti di Fukushima e Chernobyl.

 

Le «vette incontaminate» rischiano di rimanere solo una immagine da cartellone pubblicitario. Nei ghiacciai alpini, infatti, sono state rinvenute sostanze radioattive come cesio-137, americio-241 e bismuto-207 "testimonianza" di test e incidenti nucleari passati. Dopo essersi depositati al suolo con la neve, questi elementi si sono conservati per decenni nei ghiacciai che ora a causa dell'innalzamento delle temperature si stanno ritirando. Secondo alcune previsioni, entro il 2100 i ghiacci si ridurranno di circa il 70% rispetto agli Anni 80.

 

LA RICERCA SUL MORTERATSCH. La presenza di sostanze radioattive, in quantità al momento non rischiose per la salute, è stata dimostrata da misure effettuate recentemente sul ghiacciaio del Morteratsch, nelle Alpi svizzere, da un gruppo di ricercatori italiani dei dipartimenti di Scienze dell’Ambiente e della Terra e di Fisica dell’Università di Milano-Bicocca, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Università di Genova e del Laboratorio per l’Energia Nucleare Applicata dell’Università di Pavia, ed è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports.


Data: 30.08.2017
Fonte: www.lettera43.it

CENTRALE A BIOMASSA E RADIOATTIVITÀ IN UCRAINA, RISCHI PER L’EXPORT ALIMENTARE?





Nel 2013 la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) ha concesso un prestito di 15,6 milioni di euro per finanziare lo sviluppo di una centrale termoelettrica a biomassa a Ivankov, in Ucraina, dove secondo le informazioni raccolti dalla Ong italiana “Mondo in Cammino”, la centrale «brucia ogni giorno fino a 641,76 tonnellate di legno contaminato dalla ricaduta radioattiva di Cernobyl», come riportato in un’interrogazione diretta alla Commissione Ue elaborata lo scorso aprile.

«Ogni 100 kg di legno bruciato producono 1 kg di ceneri, con un tenore medio di radioattività – si legge nell’interrogazione – pari a 3 000 Bq/kg. Le ceneri sono poi distribuite ad imprese locali come fertilizzanti. L’impianto non ha superato le analisi degli esperti in materia di sicurezza radioattiva e sembra non disporre di filtri per contrastare le emissioni nell’atmosfera. La radioattività non si ferma alle frontiere e la radioattività nel suolo (o nei fertilizzanti) viene assorbita dalla vegetazione e contamina gli alimenti».

Partendo da tali considerazioni, gli europarlamentari domandano «come è possibile che la Bers consenta il finanziamento di un progetto così nocivo per l’ambiente»; «quali misure sono in atto per prevenire l’importazione nell’UE di alimenti radioattivi? Se non sono in atto misure di questo tipo, quando lo saranno?» e «che tipo di misure intende la Commissione suggerire alle autorità ucraine, al fine di eliminare qualsiasi rischio che la centrale di Ivankiv rappresenta per la salute della popolazione locale?».


Data: 04.09.2017
Fonte: www.greenreport.it

CINA: TROPPE BOMBE SOTTERRANEE, RISCHIO CROLLI E NUOVA CHERNOBYL





Rischia di crollare l’intera montagna dei test nucleari, liberando una nube radioattiva con conseguenza peggiori di Chernobyl. La seconda scossa di terremoto il segnale. Dopo l’esplosione della Bomba H nordcoreana gli scienziati cinesi hanno lanciato l’allarme. Minacciati anche i russi di Vladivostok.

La notizia dall’autorevole South China Morning Post, del geofisico Wen Lianxking, della University of Science and Technology di Hefei, nella provincia di Anhui.


È proprio il caso di dirlo: Kim Jong-Un, il cervellotico dittatore nordcoreano, non bastassero già le scrivanie dei capi di Stato di mezzo mondo, ora smuove letteralmente anche le montagne. E rischia di farle crollare rovinosamente. La notizia è stata data dall’autorevole South China Morning Post, che parla dell’allarme lanciato dal geofisico Wen Lianxking, della University of Science and Technology di Hefei, nella provincia di Anhui. In pratica, l’imponente massiccio sotto cui Kim ha svolto tutti i suoi ultimi test nucleari sta crollando e rischia di devastare un’area molto ampia, modificando l’orografia del sito.

Secondo Stephen Chen, analista del giornale, il team di scienziati guidati da Wen è sinceramente preoccupato che ciò possa avvenire per tutta una serie di dati in suo possesso. Tutti i dati di prima mano, vista la minuziosa catena di monitoraggio antisismico installata dal governo di Pechino nel proprio Paese, puntano sul monte che sovrasta il sito di Punggye-ri. Il team ha dato l’annuncio, ripreso dal South China Morning, sul website del “Laboratorio di sismologia e fisica profonda della terra” dell’università, aggiungendo che la previsione (sul rischio del devastante crollo) è la risultante di una serie di sofisticate triangolazioni dei dati in arrivo da oltre cento stazioni di rilevamento.


Data: 06.09.2017
Fonte: www.remocontro.it

01/09/17

THE FORGOTTEN DOGS OF CHERNOBYL, DESCENDED FROM ABANDONED PETS AFTER THE NUCLEAR DISASTER





More than 120,000 people from hundreds of towns and villages were forced to abruptly flee their homes in the wake of the Chernobyl nuclear disaster in 1986.

The exclusion zone stretched more than 30 kilometres from the power plant, where an explosion in reactor four on April 26 sparked one of the worst catastrophes in modern human history.
Terrified residents left behind almost everything, including beloved family pets.

Now, in the radioactive ghost towns within the no-go area in Ukraine’s north, especially Pripyat, some 900 stray dogs roam among crumbling buildings, the descendants of those abandoned canine family members.

Participants of the Dogs of Chernobyl initiative capture the canines, study their radiation exposure and vaccinate them against diseases, before tagging and releasing them.

Some are also being outfitted with special collars equipped with radiation sensors and GPS receivers in order to map radiation levels across the zone.

Experts say it’s unclear how the potent radiation impacts animals in the exclusion zone, but wildlife populations have prospered in the three decades since the disaster.

Scientists are divided on the true health of animals, with some studies examining abnormally high rates of cataract blindness in wolves and conditions like albinism in birds.

“(Scientists) agree that radiation is bad for people and bad for animals ... the debate is over how bad and whether it has caused populations to decline,” National Geographic wrote.


Data: 23.08.2017
Fonte: www.news.com.au


CHERNOBYL POISONED MY CHILDHOOD



 
The author as a baby with mother Rita Sapojnikova, father Issaak Sheftalovich and sister Rina Sheftalovich.
On a warm spring evening on the last day of April 1986, my grandmother, a doctor, rushed to my parents’ house after work.


“Don’t take Zoya outside and close the windows,” she told my mother. “Something has happened.”
Earlier that day, a colleague whose husband was a high-ranking KGB officer had whispered that an accident had occurred up north.

My grandmother had never heard of Chernobyl, the nuclear power plant operating near the small town of Pripyat.

Staying indoors was easier said than done. My parents, my sister and I lived in one room in a stuffy communal apartment in Chernivitz, Ukraine — 597 kilometers away from Chernobyl. In the next room, divided from ours only by a set of thin, frosted glass French doors, a family of five. We shared a kitchen and a toilet, when it worked. We had no telephone connection, despite having been on a waiting list for years. Water and electricity were patchy. But stay indoors I did.

Labor Day parades in cities and towns around the USSR went ahead as planned, even as a radioactive plume continued to envelope great swathes of Ukraine, Belarus and Russia. In Kiev, less than 200 kilometers from Chernobyl, a high-ranking Communist official appeared on stage with his toddler grandson, smiling and waving.

Those in the know secretly dosed their children with iodine to lessen the amount of the radioactive chemical absorbed by the thyroid. But the news of the world’s worst nuclear disaster on April 26, 1986, took weeks to filter out to the general population.


Data: 05.05.2016
Fonte: www.politico.eu