Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

27/01/20

I FANTASMI DI CHERNOBYL CHE SI SPECCHIANO SUL PALAZZO DI VETRO E SUL FUTURO

I fantasmi di Chernobyl che si specchiano sul Palazzo di Vetro e sul futuro

Il 2019 si è concluso con una risoluzione da teatro dell’assurdo delle Nazioni Unite, che esorta a “mitigare e minimizzare" le conseguenze del disastro nucleare

 

L’emergenza di Chernobyl durerà sicuramente a lungo. Perché la zona radioattiva intorno alla torre esplosa di Pripyat  venga messa in sicurezza, occorrerebbero lavori ciclopici del costo di decine miliardi  che nessuno è  disposto a finanziare. Gli scienziati avvertono che la contaminazione per centinaia di anni, e in alcuni punti perfino per millenni, rimarrà troppo elevata.
Chernobyl, di conseguenza, a meno di un miracolo della solidarietà globale, per un tempo indefinito rimarrà come uno di quei quadri allucinati di Arnold Böcklin che ispirarono Savinio e suo fratello De Chirico. Titolo:  “La città dei morti.”

E l’ONU? La domanda è ingenua. Le Nazioni Unite, è vero, attraverso la IAEA (International Atomic Agency) alla quale aderiscono oltre 150 paesi, sarebbero in teoria la sola istituzione sopranazionale indipendente e qualificata per affrontare i tre obiettivi che, nell’era atomica, sono i  più fondamentali per  la sopravvivenza dell’umanità: 1) sicurezza degli impianti nucleari; 2) interventi nel caso di disastri come Chernobyl; 3) controlli anti-proliferazione rigorosi e non discriminatori, come punto di partenza per rilanciare un nuovo piano di disarmo nucleare.

Utopia? Purtroppo  il clima politico globale si muove in senso opposto a quello che la logica imporrebbe. Le Nazioni Unite, ignorate e umiliate dalle cosiddette Grandi Potenze, e in primo luogo dagli Stati Uniti, scivolano verso la progressiva irrilevanza. 


Data: 11.01.2020
Fonte: www.lavocedinewyork.com

 

CHERNOBYL, LA “VERA” LYUDMILA PARLA PER LA PRIMA VOLTA


Chernobyl, la “vera” Lyudmila parla per la prima volta


 
La serie HBO/Sky Chernobyl ha vinto tre Emmy e ha portato al pubblico la storia del disastro nucleare del 1986 in Ucraina. Ha mostrato dettagli, personaggi e fatti che forse erano sconosciuti ai più.

Ma una delle donne al centro della storia, Lyudmila Ignatenko, la moglie di uno dei primi vigili del fuoco morti, dice di non aver mai dato a HBO il permesso di raccontare la sua storia e sostiene di essersi dovuta nascondere a causa delle molestie dei media. Dice che ha dovuto persino cambiare appartamento per le continue molestie da parte di giornalisti. Alcuni di questi hanno persino bloccato la sua porta con un piede pur di intervistarla.

Inoltre, racconta di quel periodo e di quello che le è successo, del suo amore e di quel fatale giorno in cui il marito è andato ad aiutare sul luogo del disastro.


Data: 02.01.2020
Fonte: www.lascimmiapensa.com

 

CONTO SALATO PER IL NUCLEARE EUROPEO, LA GESTIONE DEI RIFIUTI CRESCE FINO A 566 MILIARDI DI EURO


Conto salato per il nucleare europeo, la gestione dei rifiuti cresce fino a 566 miliardi di euro

 

«Ad oggi – osserva la Commissione europea – tutti gli Stati membri hanno notificato i loro programmi nazionali finali, tranne l'Italia»

 


L’avventura nucleare europea, che si trova oggi a fare i conti con una gestione dei rifiuti radioattivi complessa quanto lunga – le scorie più pericolose necessitano di essere custodite in sicurezza per migliaia di anni –, si sta rivelando sempre più costosa da gestire. Secondo l’ultimo rapporto prodotto dalla Commissione Ue, si parla di cifre che superano il mezzo bilione: «Solo per gestire i rifiuti nucleari l’Europa dovrà spendere 500 miliardi di euro – sintetizza il direttore scientifico del Kyoto club, Gianni Silvestrini –, 100 in più rispetto alla precedente valutazione Ue. La metà delle risorse per il Green deal», che si propone appunto di mobilitare investimenti pari a 1.000 miliardi di euro per la transizione ecologica del Vecchio continente.

La mole di rifiuti radioattivi che l’Europa è chiamata a gestire è ingente e in continua crescita: tutti gli Stati membri generano questo tipo di rifiuti attraverso molteplici attività, che spaziano dalla produzione di elettricità alla ricerca scientifica, fino alle comuni applicazioni mediche. La presenza delle centrali nucleari, com’è evidente, è però centrale nella produzione di rifiuti radioattivi: ad oggi queste centrali sono operative in 14 Paesi, mentre altri due (ovvero l’Italia e la Lituania) hanno abbandonato i loro programmi nucleari e stanno portando avanti il decommissioning degli impianti presenti sul territorio.


Data: 21.01.2020
Fonte: www.greenreport.it

 

LA DISCARICA DI RIFIUTI NUCLEARI GRANDE COME ROMA CHE DAGLI ANNI '40 MINACCIA MILIONI DI PERSONE


Il sito nucleare di Hanford si trova nel sud est dello stato di Washington, negli Stati Uniti. Occupa una superficie di 1300 km quadrati: è poco più piccola di Roma e contiene due terzi dei rifiuti nucleari più pericolosi degli Stati Uniti.



Data: 20.01.2020
Fonte: www.lastampa.it

21/01/20

STUDENTI DEL MAGGIA DA STRESA ALLA RUSSIA PER UNO SCAMBIO CULTURALE


Studenti del Maggia da Stresa alla Russia per uno scambio culturale



Studenti del Maggia da Stresa alla Russia per uno scambio culturale

Il progetto avrà due momenti importanti. Il primo sarà ad aprile, con il viaggio di una decina di giorni degli studenti di Turismo del Maggia, accompagnati dal loro professore di russo, Ivan Cestari. La destinazione sarà proprio Klincy, nella regione di Brjansk, dove saranno ospiti del locale ginnasio, interagiranno con i coetanei russi facendo pratica linguistica, visiteranno alcune strutture turistiche locali e svolgeranno delle iniziative nell’ambito di uno scambio culturale tra Italia e Russia.

La seconda fase sarà a settembre 2020 quando sette volontari russi del club “Sozvezdie” di Klincy sarnno ospiti di Legambiente a Baveno (Vb) per due settimane. Li attende un fitto programma: visite a parchi naturali, aree protette,
 sedi di Legambiente e musei ecologici, incontri con realtà della società civile italiana, ma anche momenti di condivisione e svago con gruppi di giovani e coetanei italiani, in particolare con la classe quinta del Maggia
 coinvolta nel progetto e la classe quarta.


Data: 15.01.2020
Fonte: primanovara.it