Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

27/01/20

CONTO SALATO PER IL NUCLEARE EUROPEO, LA GESTIONE DEI RIFIUTI CRESCE FINO A 566 MILIARDI DI EURO


Conto salato per il nucleare europeo, la gestione dei rifiuti cresce fino a 566 miliardi di euro

 

«Ad oggi – osserva la Commissione europea – tutti gli Stati membri hanno notificato i loro programmi nazionali finali, tranne l'Italia»

 


L’avventura nucleare europea, che si trova oggi a fare i conti con una gestione dei rifiuti radioattivi complessa quanto lunga – le scorie più pericolose necessitano di essere custodite in sicurezza per migliaia di anni –, si sta rivelando sempre più costosa da gestire. Secondo l’ultimo rapporto prodotto dalla Commissione Ue, si parla di cifre che superano il mezzo bilione: «Solo per gestire i rifiuti nucleari l’Europa dovrà spendere 500 miliardi di euro – sintetizza il direttore scientifico del Kyoto club, Gianni Silvestrini –, 100 in più rispetto alla precedente valutazione Ue. La metà delle risorse per il Green deal», che si propone appunto di mobilitare investimenti pari a 1.000 miliardi di euro per la transizione ecologica del Vecchio continente.

La mole di rifiuti radioattivi che l’Europa è chiamata a gestire è ingente e in continua crescita: tutti gli Stati membri generano questo tipo di rifiuti attraverso molteplici attività, che spaziano dalla produzione di elettricità alla ricerca scientifica, fino alle comuni applicazioni mediche. La presenza delle centrali nucleari, com’è evidente, è però centrale nella produzione di rifiuti radioattivi: ad oggi queste centrali sono operative in 14 Paesi, mentre altri due (ovvero l’Italia e la Lituania) hanno abbandonato i loro programmi nucleari e stanno portando avanti il decommissioning degli impianti presenti sul territorio.


Data: 21.01.2020
Fonte: www.greenreport.it

 

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