Ora, invece, il gioco della lobby nucleare è diventato più
cinico: non si limita solamente, come da sempre, alla minimizzazione del
rischio, ma addirittura all’enfatizzazione delle radiose possibilità di crescita e sviluppo dell’attività e
dell’essere umano.
La denuncia di Greta, per questi manipolatori della verità,
è vera manna: scorciatoia urgente e necessaria contro i disastri della CO2.
“Benedette centrali nucleari che non producono CO2
e ci possono condurre verso la salvezza del pianeta!!!”, questo il recondito
pensiero dei fautori del nucleare. E chi se ne frega, poi, dei danni
irreversibili e dei saccheggi conseguenti all’estrazione dell’uranio? (chiedere
all’Areva e all’Eni in Nigeria!). E chi se ne frega se le conseguenze di un
incidente non possano essere accettabili: non bastano a fare fede le bassissime
percentuali scientifiche della probabilità correlate al rischio di un incidente?
E chi se ne frega dei tempi eterni per lo smantellamento di una centrale e per
l’eredità delle scorie? E chi se ne frega di quel fallout infinito che giorno
per giorno ci immerda sempre di più?
L’importante è non legiferare per non infrangere o alzare l’asticella dei
limiti di norma: ci saranno sempre scienziati pronti a farlo (e, per non essere
querelato, lascio immaginare il perché).
L’importante è, quindi, mettere sotto il tappeto la paura
nucleare e affidare il futuro ad un radioso
sviluppo: la grancassa ha già cominciato a suonare.
Data: 28.12.2019
Fonte: www.progettohumus.it
Autore: Massimo Bonfatti
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