Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

01/09/17

FUKUSHIMA SEI ANNI DOPO. LA LENTA RIPRESA DOPO IL DISASTRO NUCLEARE




Ancora altissimi i livelli di radioattività. In progetto una squadra di robot che metterà in sicurezza la centrale

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Giappone. Sei anni dopo il disastro nucleare è ancora lontana la normalità per i cittadini della Prefettura di Fukushima. L’11 marzo del 2011 la centrale omonima ha subito un grave incidente, provocato da un terremoto di magnitudo 9.1, seguito da un potente maremoto. Nel complesso i morti furono 19.000 e 450.000 persone furono costrette ad abbandonare le proprie case.

Un episodio – conosciuto in giapponese come genpatsu-shinsai, da genpatsu, centrale nucleare, shin, terremoto, e sai, evento tragico – che si colloca al grado 7 della scala internazionale degli eventi nucleari e radiologici (Ines), il livello più alto, raggiunto solo dall’incidente di Černobyl’ del 1986. La centrale di Fukushima Dai-ichi, gestita dalla più grande compagnia elettrica del Giappone, la Tokio electric power company (Tepco), era dotata di sei reattori. Lo tsunami riuscì a scavalcare il muro di protezione della struttura a e metterne fuori uso gli impianti di raffreddamento. L’aumento della temperatura portò alla fusione del nucleo di tre reattori. Grandi quantità di radiazioni contaminarono un’area di 600 chilometri attorno alla centrale e il mare registrò livelli di radioattività 50 volte sopra i limiti di sicurezza.
 
A oggi l’allarme a Fukushima non è ancora rientrato. Molte zone sono state bonificate, ma le più vicine alla centrale sono ancora invivibili. Intanto i lavori di smantellamento dell’impianto procedono con estrema cautela e serviranno almeno altri 40-50 anni per completare i lavori. Per far fronte all’emergenza la Tepco ha progettato un robot sottomarino, denominato Little sunfish, che lo scorso luglio è riuscito a penetrare nella vasca di contenimento di uno dei reattori.


Data: 01.09.2017
Fonte: www.lucidamente.com

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