Ampio e dettagliato report dell'associazione Mondo in Cammino sugli incendi nella zona attorno alla centrale nucleare di Cernobyl divampati negli ultimi giorni.
ANALISI DEI PRIMI DATI: FRA BUGIE E MINIMIZZAZIONE
Mondo in cammino dopo avere approfondito in questi giorni le varie fonti presenti in rete e averle rigorosamente vagliate e confrontate, dopo avere ricercato e preso visione delle immagini satellitari e dopo avere analizzato la situazione preesistente di radiocontaminazione nella zona di esclusione, può affermare con assoluta certezza:
1. L’incendio, datato 28 aprile dalle fonti governative ucraime, ha invece avuto origine il 26 aprile e il 27 aprile era già ampiamente conclamato
2. Le fonti governative hanno sempre riferito di un interessamento di 4 km2 di area andata a fuoco, mentre le immagini satellitare confermano un interessamento di 113 km2
3. Il Ministero delle Situazioni di Emergenza dell’Ucraina ha confermato a più riprese lo spegnimento degli incendi: dal primo comunicato nella serata del 30 aprile all'ultimo che stabilisce ufficialmente lo spegnimento definitivo alle ore 9,00 del 2 maggio 2015. Prendendo per vera la data del 2 maggio, l'incendio ha avuto una durata complessiva di almeno 6 giorni. Se, stando alle fonto ufficiali, l’incendio è stato domato, altrettanto non si può dire per le conseguenze legate alla propagazione dei fumi radioattivi: le torbiere continuano a fumare e continueranno per diversi giorni
4. La minimizzazione del rischio (“tutto nella norma”) nasconde una realtà ben diversa:
a) La dispersione di radionuclidi è stata maggiore di quanto poteva essere se imputabile ad una superficie di incendio di “soli” 4 km2, mentre invece è stata di 113 km2; così come - per dimensione, qualità e composizione - è stata superiore la nube generatasi
b) Non vi è stato nessun follow up ufficiale della nube generatasi: né sugli almeno 60 km di propagazione all’interno del territorio bielorusso (provincia di Narovlja, direzione Mozyr), né sul successivo ripiegamento verso Kiev
c) Nessuna raccomandazione precauzionale è stata data alla popolazione, soprattutto a quella che vive ai confini con la zona di esclusione. I comunicati stampa di vari ministeri bielorussi hanno sempre fatto riferimento ai dati della contaminazione “gamma aerea” che, teoricamente e ufficalmente, si sono sempre mantenuti nella norma. Il riferimento alla contaminazione “gamma aerea” ha sollevato le istituzioni dalla responsabilità di impartire raccomandazioni precauzionali, necessarie in casi del genere, per gestire - almeno nello spazio temporale dell'incendio - il rischio radioattivo (la reponsabilità istituzionale ed etica dovrebbe prevedere la necessità dell'informazione, anche solo nel caso di rischio radioattivo ipotizzato). Riferire solamente i dati della contaminazione "gamma aerea" significa non tenere conto che il pericolo deriva, in gran parte, dall’irradiazione interna che - a dispetto dei dati “a norma” di quella esterna - agisce attraverso l’inalazione dei radionuclidi e la catena alimentare (essendovi stata, e continuando nel prossimo futuro, una ricontaminazione dei terreni, dei pascoli, degli orti familiari e così via)
d) L’estrema minimizzazione del rischio (dovuta e voluta anche all’incapacità dell’Ucraina di affrontare un’eventuale situazione critica con adeguate e sufficienti risorse umane, tecniche ed economiche ) serve anche a tranquillizzare – attraverso il silenziamento dei mass media - l’opinione pubblica europea. La comunità scientifica, invece e seppure con la dovuta cautela un po’ più “democratica”, è ben consapevole che nelle prossime settimane ci sarà inevitabilmente un aumento della radioattività nelle regioni europee (l’ISNR francese ha previsto almeno un triplo aumento della radioattività)
Mondo in cammino dopo avere approfondito in questi giorni le varie fonti presenti in rete e averle rigorosamente vagliate e confrontate, dopo avere ricercato e preso visione delle immagini satellitari e dopo avere analizzato la situazione preesistente di radiocontaminazione nella zona di esclusione, può affermare con assoluta certezza:
1. L’incendio, datato 28 aprile dalle fonti governative ucraime, ha invece avuto origine il 26 aprile e il 27 aprile era già ampiamente conclamato
2. Le fonti governative hanno sempre riferito di un interessamento di 4 km2 di area andata a fuoco, mentre le immagini satellitare confermano un interessamento di 113 km2
3. Il Ministero delle Situazioni di Emergenza dell’Ucraina ha confermato a più riprese lo spegnimento degli incendi: dal primo comunicato nella serata del 30 aprile all'ultimo che stabilisce ufficialmente lo spegnimento definitivo alle ore 9,00 del 2 maggio 2015. Prendendo per vera la data del 2 maggio, l'incendio ha avuto una durata complessiva di almeno 6 giorni. Se, stando alle fonto ufficiali, l’incendio è stato domato, altrettanto non si può dire per le conseguenze legate alla propagazione dei fumi radioattivi: le torbiere continuano a fumare e continueranno per diversi giorni
4. La minimizzazione del rischio (“tutto nella norma”) nasconde una realtà ben diversa:
a) La dispersione di radionuclidi è stata maggiore di quanto poteva essere se imputabile ad una superficie di incendio di “soli” 4 km2, mentre invece è stata di 113 km2; così come - per dimensione, qualità e composizione - è stata superiore la nube generatasi
b) Non vi è stato nessun follow up ufficiale della nube generatasi: né sugli almeno 60 km di propagazione all’interno del territorio bielorusso (provincia di Narovlja, direzione Mozyr), né sul successivo ripiegamento verso Kiev
c) Nessuna raccomandazione precauzionale è stata data alla popolazione, soprattutto a quella che vive ai confini con la zona di esclusione. I comunicati stampa di vari ministeri bielorussi hanno sempre fatto riferimento ai dati della contaminazione “gamma aerea” che, teoricamente e ufficalmente, si sono sempre mantenuti nella norma. Il riferimento alla contaminazione “gamma aerea” ha sollevato le istituzioni dalla responsabilità di impartire raccomandazioni precauzionali, necessarie in casi del genere, per gestire - almeno nello spazio temporale dell'incendio - il rischio radioattivo (la reponsabilità istituzionale ed etica dovrebbe prevedere la necessità dell'informazione, anche solo nel caso di rischio radioattivo ipotizzato). Riferire solamente i dati della contaminazione "gamma aerea" significa non tenere conto che il pericolo deriva, in gran parte, dall’irradiazione interna che - a dispetto dei dati “a norma” di quella esterna - agisce attraverso l’inalazione dei radionuclidi e la catena alimentare (essendovi stata, e continuando nel prossimo futuro, una ricontaminazione dei terreni, dei pascoli, degli orti familiari e così via)
d) L’estrema minimizzazione del rischio (dovuta e voluta anche all’incapacità dell’Ucraina di affrontare un’eventuale situazione critica con adeguate e sufficienti risorse umane, tecniche ed economiche ) serve anche a tranquillizzare – attraverso il silenziamento dei mass media - l’opinione pubblica europea. La comunità scientifica, invece e seppure con la dovuta cautela un po’ più “democratica”, è ben consapevole che nelle prossime settimane ci sarà inevitabilmente un aumento della radioattività nelle regioni europee (l’ISNR francese ha previsto almeno un triplo aumento della radioattività)
Data: 02.05.2015
Fonte: www.progettohumus.it
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