Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

05/05/15

IN FIAMME UNA FORESTA NELLA ZONA DI ESCLUSIONE DI CHERNOBYL


Ampio e dettagliato report dell'associazione Mondo in Cammino sugli incendi nella zona attorno alla centrale nucleare di Cernobyl divampati negli ultimi giorni.


ANALISI DEI PRIMI DATI: FRA BUGIE E MINIMIZZAZIONE

Mondo in cammino dopo avere approfondito in questi giorni le varie fonti presenti in rete e averle rigorosamente vagliate e confrontate, dopo avere ricercato e preso visione delle immagini satellitari e dopo avere analizzato la situazione preesistente di radiocontaminazione nella zona di esclusione, può affermare con assoluta certezza:
1.   L’incendio, datato 28 aprile dalle fonti governative ucraime, ha invece avuto origine il 26 aprile e il 27 aprile era già ampiamente conclamato
2.   Le fonti governative hanno sempre riferito di un interessamento di 4 km2 di area andata a fuoco, mentre le immagini satellitare confermano un interessamento di 113 km2
3.   Il Ministero delle Situazioni di Emergenza dell’Ucraina ha confermato a più riprese lo spegnimento degli incendi: dal primo comunicato nella serata del 30 aprile all'ultimo che stabilisce ufficialmente lo spegnimento definitivo alle ore 9,00 del 2 maggio 2015. Prendendo per vera la data del 2 maggio, l'incendio ha avuto una durata complessiva di almeno 6 giorni. Se, stando alle fonto ufficiali, l’incendio è stato domato, altrettanto non si può dire per le conseguenze legate alla propagazione dei fumi radioattivi: le torbiere continuano a fumare e continueranno per diversi giorni
4.   La minimizzazione del rischio (“tutto nella norma”) nasconde una realtà ben diversa:
a)   La dispersione di radionuclidi  è stata maggiore di quanto poteva essere se imputabile ad una superficie di incendio di “soli” 4 km2, mentre invece è stata di 113 km2; così come - per dimensione, qualità e composizione  - è stata superiore la nube generatasi
b)   Non vi è stato nessun follow up ufficiale della nube generatasi: né sugli almeno 60 km di propagazione all’interno del territorio bielorusso (provincia di Narovlja, direzione Mozyr), né sul successivo ripiegamento verso Kiev
c)   Nessuna raccomandazione precauzionale è stata data alla popolazione, soprattutto a quella che vive ai confini con la zona di esclusione. I comunicati stampa di vari ministeri bielorussi hanno sempre fatto riferimento ai dati della contaminazione “gamma aerea” che, teoricamente e ufficalmente, si  sono sempre mantenuti nella norma. Il riferimento alla contaminazione “gamma aerea” ha sollevato le istituzioni dalla responsabilità di impartire raccomandazioni precauzionali, necessarie in casi del genere, per gestire - almeno nello spazio temporale dell'incendio - il rischio radioattivo (la reponsabilità istituzionale ed etica dovrebbe prevedere  la necessità dell'informazione, anche solo nel caso di rischio radioattivo ipotizzato). Riferire solamente i dati della contaminazione "gamma aerea" significa non tenere conto che il pericolo deriva, in gran parte, dall’irradiazione interna che - a dispetto dei dati “a norma” di quella esterna - agisce attraverso l’inalazione dei radionuclidi e la catena alimentare (essendovi stata, e continuando nel prossimo futuro, una ricontaminazione dei terreni, dei pascoli, degli orti familiari e così via)
d)   L’estrema minimizzazione del rischio (dovuta e voluta anche all’incapacità dell’Ucraina di affrontare un’eventuale  situazione critica  con adeguate e sufficienti risorse umane, tecniche ed economiche ) serve anche a tranquillizzare – attraverso il silenziamento dei mass media - l’opinione pubblica europea. La comunità scientifica, invece e seppure con la dovuta cautela un po’ più “democratica”, è ben consapevole che nelle prossime settimane ci sarà inevitabilmente un aumento della radioattività nelle regioni europee (l’ISNR francese ha previsto almeno un triplo aumento della radioattività)

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Data: 02.05.2015
Fonte: www.progettohumus.it

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