Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

31/08/10

I GUARDABOSCHI DELLA REGIONE DI BRJANSK HANNO SPENTO GLI INCENDI NEI BOSCHI RADIOATTIVI, MA IL PERICOLO RIMANE

Mentre i rappresentanti del Ministero delle Emergenze cercavano di capire se stessero bruciando o meno i boschi nelle zone di contaminazione radioattiva della regione di Brjansk, i guardaboschi hanno spento da soli almeno alcuni grossi incendi nei boschi.

A oggi d’incendi nella zona a elevata contaminazione non ce ne sono – l’ultimo focolaio è stato rilevato alla vigilia nella zona di Klincy. I guardaboschi riescono a tenere la situazione sotto controllo, tuttavia la minaccia di una nuova contaminazione radioattiva rimane.

In seguito ai clamorosi scandali mediatici intorno agli incendi boschivi nei territori contaminati, il 18 agosto è stata organizzata una spedizione congiunta di rappresentanti del Ministero delle Emergenze, dei giornalisti e delle organizzazioni per la difesa dell’ambiente (Greenpeace Russia ed Ekozaščita) nella regione di Brjansk per accertare la situazione sul posto. La spedizione ha confermato pienamente le informazioni fornite in precedenza dagli ecologisti e dall’Ente russo per la tutela forestale.

Gli incendi nei boschi contaminati da sostanze radioattive della regione di Brjansk ci sono stati e ci sono, ma la situazione è mantenuta sotto controllo dai collaboratori dell’Ente forestale. E questo – cosa interessante – senza la benché minima partecipazione del Ministero delle Emergenze, il cui capo poco prima si era lamentato che è costretto a «sottrarre forze e tempo» per i rilevamenti e le misurazioni di controllo.

Ricordiamo che il 10 agosto Greenpeace Russia, e il 6 agosto l’Ente russo per la tutela forestale, avevano pubblicato nei loro siti comunicazioni in cui si diceva dell’insorgere di incendi nelle zone contaminate da radioattività e della necessità di intraprendere misure per la sicurezza radioattiva.

«Misure supplementari per garantire la sicurezza per gli incendi e la radioattività nei boschi contaminati erano effettivamente necessarie. Tanto più che esse sono state intraprese e hanno funzionato. Grazie a questo si è riusciti a evitare lo spostamento a lunga distanza delle particelle radioattive. Al momento gli incendi nella regione di Brjansk sono stati spenti, tuttavia il problema principale – e cioè l’incapacità dell’attuale sistema di reagire operativamente nel caso di incendi boschivi di vasta portata – non è stato risolto. Vale a dire che il pericolo di una contaminazione radioattiva si mantiene vivo», – dice Ivan Blokov, direttore dei programmi di Greenpeace Russia. Le indagini effettuate nella zona di Cernobyl hanno evidenziato che gli incendi di boschi e campi d’erba possono portare a un aumento della concentrazione di sostanze radioattive nell’aria e al loro spostamento a grandi distanze entro i confini europei. Ai pericoli maggiori sono soggetti la popolazione locale e i collaboratori dell’Ente forestale che sono costantemente impegnati a spegnere gli incendi.

In questo quadro, la possibilità di lotta con gli incendi nella regione di Brjansk, come anche in altre regioni russe, è assai limitata: in seguito all’applicazione nel 2006 del nuovo Codice forestale e della liquidazione dell’Ente federale di tutela forestale, per i 90 mila ettari boschivi della regione di Brjansk sono responsabili solamente 30 guardaboschi (è quello che può permettersi la regione). Nelle funzioni del Ministero delle Emergenze la lotta con gli incendi boschivi non rientra (fino a che essi non minaccino centri abitati). Inoltre il monitoraggio radioattivo effettuato dai laboratori del Ministero delle Emergenze della regione di Brjansk non è minimamente affidabile.

«Prima di tutto, il Ministero delle Emergenze non effettua la rilevazione dell’attività alfa. Nonostante che le particelle alfa rappresentino un serio pericolo per le persone e possano recare danni irrimediabili alla salute. Inoltre, il Ministero delle Emergenze non è in grado di effettuare misurazioni con aerosol. E in mancanza di questi dati qualunque dichiarazione sulla sicurezza radioattiva nella regione resta infondata. È evidente che per l’espletamento delle proprie funzioni il Ministero delle Emergenze dovrebbe mettere a punto un monitoraggio radioattivo completo nei centri abitati della regione di Brjansk», – ritiene Vladimir Slivjak, presidente dell’organizzazione Ekozaščita (Ekodifesa).

Il ministro Šojgu, invece, il 13 agosto ha espresso insoddisfazione nei confronti dell’Ente russo per la tutela forestale e delle organizzazioni a esso sottoposte per aver pubblicato su Internet i dati sugli incendi boschivi. La cosa è finita male: L’Ente ha smesso di pubblicare i bollettini sulla situazione degli incendi, e il suo sito ha smesso per qualche tempo di funzionare. Poco prima, il 10 agosto, il primo responsabile medico sanitario della Russia, Gennadij Oniščenko, aveva seccamente dichiarato che d’incendi nei boschi contaminati non ce ne sono.

Il culmine della politica d’informazione del governo è stato il decreto del capo dell’Ente russo per la tutela forestale con cui si vieta ai collaboratori dell’agenzia e delle organizzazioni a essa sottoposte di comunicare con i mass-media e di diffondere informazioni sugli incendi boschivi senza il consenso della direzione. Uno dei maggiori specialisti dell’Ente nello spegnimento degli incendi boschivi è stato licenziato sulla base di questo decreto per comunicazione non autorizzata con i giornalisti.

«Qualunque incendio di grossa portata nella regione di Brjansk può essere causa di contaminazione radioattiva. Per ora i guardaboschi riescono a cavarsela con le proprie forze, tuttavia se l’anno prossimo gli incendi saranno ancora più grossi, e il sistema antincendio rimarrà lo stesso – chiusura dei siti e decreto di divieto di comunicazione con i mass media – difficilmente si riuscirà ad affrontare adeguatamente la situazione», – ritiene Ivan Blokov.

Data: 24.08.2010
Fonte: www.greenpeace.org/russia
Traduzione: S.F.

Link al pdf dell'articolo I guardaboschi della regione di Brjansk hanno spento gli incendi nei boschi radioattivi, ma il pericolo rimane


Link a studio scientifico (in inglese) sulla dispersione delle sostanze radioattive in caso d'incendio Vegetation Fires, Smoke Emissions, and Dispersion of Radionuclides in the Chernobyl Exclusion Zone

LA BUFALA GIORNALISTICA È BRUCIATA SUL DOSIMETRO

Ecologisti e giornalisti si sono recati nella regione di Brjansk per convincersi personalmente che il paese non è minacciato da una “seconda Cernobyl”.

Il flusso di informazioni “sensazionali” sui mass-media riguardo agli incendi nella regione di Brjansk faceva pronosticare una catastrofe paragonabile quasi alla stessa Cernobyl. Le fonti ufficiali dicevano invece – tutto a posto: le supposizioni sulle imprevedibili conseguenze degli incendi nei boschi radioattivi non sono altro che speculazioni non supportate dai fatti.

Alla ricerca della verità il 18 agosto a Brjansk sono giunti ecologisti di “Greenpeace” e di “Ekozaščita”, giornalisti da Mosca e dall’estero, per verificare di persona se le informazioni ufficiali corrispondano alla realtà o meno. L’elicottero ha effettuato alcune fermate nelle province di Klincy e di Novozybkov, e gli specialisti del Ministero delle Emergenze hanno effettuato delle rilevazioni sotto gli occhi degli ospiti.

– I risultati hanno mostrato gli stessi valori dei giorni precedenti: nei territori contaminati non vi sono cambiamenti del fondo radioattivo, – afferma Vladislav Bolov, capo del Centro “Anticatastrofe” del Ministero delle Emergenze. – In quei luoghi non sono stati ammessi incendi tali da poter modificare la situazione radioattiva. Esattamente due giorni prima la direzione regionale del Ministero delle Emergenze aveva diffuso i dati sul livello di radiazioni nel territorio della regione: la dose d’esposizione dei raggi gamma nei punti di controllo nella città di Brjansk era di 12 microroentgen l’ora, nella città di Novozybkov di 36, nella città di Klincy di 11. Al Ministero hanno fatto notare che si tratta di un livello normale per quei dati territori.

In tutto, dall’inizio del periodo di allarme incendi, nei territori a rischio sono avvenuti 47 incendi su una superficie di 29 ettari. Al Ministero delle Emergenze regionale hanno sottolineato che «gli incendi sono stati velocemente liquidati grazie all’intervento del Servizio antincendio forestale. D’incendi che hanno recato minacce ai centri abitati e alle persone nei suddetti territori non se ne sono verificati.

Data: 25.08.2010
Fonte: bregion.ru
Traduzione: S.F.

COMUNICATO STAMPA DI LEGAMBIENTE SUGLI INCENDI IN RUSSIA

A distanza di ventiquattro anni dall’incidente nucleare che ha colpito Russia e Bielorussia, un nuovo tragico evento rischia di colpire le popolazioni soprattutto della regione di Briansk in Russia. Gli incidenti che in queste ultime settimane stanno minacciando le foreste di betulle contaminate dalle radiazioni dell’incidente di Cernobyl, rischiano di mettere in serio pericolo le popolazioni residenti e i volontari impegnati nello spegnimento degli incendi. Oltre alla preoccupazione che le ceneri, spinte dal vento, potrebbero arrivare fino all’Europa.


La zona è ad alto rischio e gli incendi sviluppati dimostrano ancora una volta come i rischi del nucleare si possono riproporre anche a distanza di anni. La popolazione di sei milioni di persone che vivono nelle zone contaminate dell'Ucraina, Bielorussia e Russia sono da tempo abbandonate a se stesse da parte della comunità internazionale e oggi il rischio che le fiamme alimentano sempre di più il loro abbandono ed il loro isolamento. Nelle aree altamente contaminate di Bryansk l'incidenza di patologie tumorali è due volte superiore rispetto alle aree meno contaminate della regione.


“Per noi che lavoriamo da anni con i ragazzi delle zone contaminate, questo evento ci riporta con la mente a quel lontano 1986 e alle conseguenze devastanti della contaminazione da radionuclidi – dichiarano Carla Bellezza del circoli Centro del Sole di Verbania e Lino Zaltron del circolo di Castronno -. Ancora oggi la minaccia arriva dalla mancanza di informazioni sia alla cittadinanza che ai volontari impegnati nello spegnimento degli incendi. Una storia già vista che ci sprona ancora di più a continuare nell’opera di sensibilizzazione della tragedia di Cernobyl e a contrastare la politica di ritorno al nucleare che il nostro governo sta portando avanti.”


I circoli Centro del Sole di Verbania (Vb) e quello di Castronno (Va) ospitano da anni nel mese di settembre per uno scambio culturale i ragazzi provenienti dalla provincia di Novozybkov nella regione di Briansk. Oltre a portare aiuti umanitari nel corso dell’anno e dare corso assieme alle amministrazioni comunali a progetti finalizzati a tenere alto il livello di sensibilizzazione sulle problematiche della radioattività e allo sviluppo di una cittadinanza attiva in quelle zone, i circoli sono costantemente in contatto con i rappresentanti delle comunità locali i cui tagli operati dal governo centrale russo rischiano di compromettere definitivamente la salute degli adolescenti e dei bambini per il mancato risanamento, in zone non contaminate. Una politica questa che rischia seriamente di compromettere il futuro delle giovani generazioni.

INCENDI NELLE ZONE CONTAMINATE IN RUSSIA

La questione del rischio di una nuova ondata di contaminazione provocata dagli incendi che hanno colpito la regione di Brjansk - oltre ad altre regioni della Russia centrale - nel mese di agosto è stata ampiamente trattata dalla stampa occidentale e in parte da quella russa.
Mentre sulla stampa europea prevale la preoccupazione per il pericolo di una reale diffusione della radioattività sia nei territori già contaminati che in giro per il continente, sui mass media russi (quasi tutti allineati alla linea ufficiale) prevale invece il tentativo di sminuire la situazione e la portata del problema. Più i mezzi d'informazione si avvicinano alle zone contaminate, meno informazioni a riguardo si trovano. Ad esempio, sul sito d'informazioni di Novozybkov per tutto agosto è stato pubblicato un bollettino relativo agli incendi che hanno colpito la provincia, ma mai neanche un accenno al fatto che i boschi si trovino in zona radioattiva. Sul sito di notizie della regione di Brjansk è apparso invece un articolo intento a smentire tutte le "bufale" dei mass-media nazionali e esteri su un possibile pericolo di contaminazione nella regione.
In Russia si distinguono dalla linea ufficiale solo pochi articoli delle organizzazioni ecologiste, di cui pubblichiamo di seguito i più interessanti.

30/08/10

INTERVISTA A JURIJ BANDAZHEVSKIJ

Sul sito di "Mondo in cammino" trovate l'ultima intervista al professor Bandazhevskij (da "Svobodnye Novosti Pljus" del 14-21 luglio 2010). Ecco il link:


IL professor Bandazhevskij, sempre su iniziativa di "Mondo in Cammino", si troverà in Italia nel mese di settembre per una serie di incontri dal titolo "L'altra verità su Cernobyl" (IndependentWHO INITIATIVES 2010)