Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

07/06/13

IL 60% DEGLI EVACUATI DI PRIPJAT IL 27 APRILE 1986 SAREBBERO GIA' MORTI


Secondo Tamara Krasitskaya, presidente della ONG "Associazione dei sopravvissuti di Chernobyl", solo 19.000 abitanti dei 44.000 evacuati in tutta fretta il 27 aprile 1986, dopo l'esplosione del reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl, sarebbero ancora vivi al giorno d’oggi, mentre statisticamente dovrebbero essere almeno il 50% in più.

Pripyat, a 4 km da Chernobyl, 27 aprile 1986

La città di Pripyat era il centro della vita della centrale “Lenin” di Chernobyl, un sito smisurato che occupava circa 10.000 lavoratori; la città aveva esattamente 49.360 abitanti al momento del disastro, di cui circa 44.000 furono evacuati in poche ore la mattina del 27 aprile 1986, 30 ore dopo l'incidente.


Data: 03.05.2013
Fonte: www.progettohumus.it
 

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