Viaggio in Ucraina, da Chernobyl alla guerra: l'inferno dei bimbi a Kiev
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Data: 12.12.2014
Fonte: ilfattoquotidiano.it
Due rampe di scale, un odore pungente, un mix tra disinfettante,
chemioterapico e candeggina. Per chi lo conosce, quell’odore, è
inconfondibile, la nausea assale anche al solo ricordo. Alla fine dei
gradini c’è una porta bianca e di metallo, al centro la scritta “neurochirurgia infantile”. Varcata
la soglia, solo penombra. Non è una metafora rispetto al pudore, al
dolore, è realtà: “Oggi è sabato, dobbiamo risparmiare sulla corrente,
dobbiamo centellinare su ogni voce. Siamo in guerra. Siamo in
Ucraina”, spiega il medico di turno. Camice blu, nessuno stetoscopio al
collo come stereotipo vorrebbe, voce bassa e sguardo deciso, il dottor Svyst Andriy è uno dei responsabili del reparto: “In questo momento sono ricoverati 45 bambini, quando
i posti sono 35, qui eravamo in difficoltà già prima del conflitto, ora
è il dramma: non abbiamo medicinali, sono insufficienti le camere
sterili, possiamo solo scrivere le ricette e sperare che i genitori
siano in grado di procurare i farmaci”. Procurare, la parola chiave.
Vuol dire arrangiarsi, vuol dire vendere qualunque cosa, ripensare alle
priorità della vita, relativizzare, tutto diventa superfluo e
funzionale, dalla casa all’auto, pur di recuperare la cifra necessaria e
acquistare i medicinali, anche attraverso il mercato nero, un mercato
alimentato “dalle stesse farmacie degli ospedali – spiega Damiano Rizzi, presidente della Ong Soleterre,
unici a operare nell’ex granaio d’Europa – Sono dieci anni che
interveniamo in questi luoghi massacrati da Chernobyl, nel tempo siamo
riusciti a recuperare molto, ma il conflitto ci ha riportato indietro di
anni. Guardate lì…”, e indica la corsia.
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Data: 12.12.2014
Fonte: ilfattoquotidiano.it
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