Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

19/10/15

CAMPO DI VOLONTARIATO A TRONTANO - LUGLIO 2015 - OLEG VDOVIČENKO



(nell'ambito degli scambi di volontari tra Italia e Russia di Legambiente Brutto Anatroccolo e "Radimici epr i bambini di Cernobyl, Anton ha trascorso il periodo dal 15 al 31 luglio in Italia, prima alcuni giorni a Festambiente Baveno e poi al campo internazionale di appoggio al festival Trontano Oper Air del Clan dello sciamano)


RESOCONTO SUL SOGGIORNO IN ITALIA
DI UN VOLONTARIO RUSSO
 

Luogo di svolgimento del campo: per un campo di questo genere il luogo prescelto è molto adatto. Un piccolo paese, isolato dal rumore e dal grande flusso di automobili, praticamente immerso nella natura selvatica. Per un campo di tipo ecologico è perfetto. Arrivarci è un po’ complicato, ma di questo se ne sono occupati gli organizzatori.


In generale, l’organizzazione della vita del campo è a un livello piuttosto buono. Ai volontari vengono dati compiti piuttosto precisi, allo stesso tempo però si può scegliere il tipo di attività da svolgere, e vengono messe a disposizione tutte le risorse necessarie per il lavoro. Le condizioni spartane di vita e di alloggio nella struttura collettiva sono assai migliori se confrontate con quelle della maggior parte dei lager in Russia. C’è un posto dove dormire, i pasti sono garantiti, ci sono la doccia e un bel bagno, e anche Internet gratuito nel territorio circostante. Tra i difetti posso ricordare soltanto l’instabilità dell’acqua calda nella doccia: a volte c’era, a volte non c’era. In conclusione, si può dire che le condizioni di vita erano buone, orientate a far sì che i volontari trascorressero bene il loro tempo al campo.

Programma ecologico: i materiali utilizzati nell’allestimento del campo o sono materiali di riciclo o sono ecologicamente puliti; il lavoro è legato all’impiego della forza fisica e a un inquinamento minimo dell’ambiente da parte di qualunque tipo di rifiuti; anche l’alimentazione consiste in cibi ecologici, prodotti di origini vegetale e animale. Tutto quello che sta intorno al volontario esprime ambientalismo. In queste condizioni non sono necessari training né programmi pedagogici – basta l’istruzione naturale con il lavoro.

La comunicazione e lo scambio d’esperienza sono stati probabilmente il fattore più interessante nella vita del campo. La comunicazione con i volontari italiani (e con i rappresentanti di altri paesi del mondo) ha contribuito a imparare a superare determinate complicazioni (in particolare la barriera linguistica) e in generale ad allargare l’orizzonte.

Che cosa mi è piaciuto in particolare? Il collettivo, sia dei volontari che degli organizzatori. Il luogo – un bell’ambiente in un posto incontaminato.

Che cosa non mi è piaciuto del tutto? In alcuni momenti l’organizzazione arrancava sia da parte russa sia da parte italiana. Da parte russa in pratica non ho ricevuto alcuna informazione sul programma di soggiorno, mentre la parte italiana aveva inviato alla parte russa tutte le informazioni pensando evidentemente che tutto fosse stato raccontato e che mancassero solamente piccoli dettagli tecnici anche se non era del tutto chiaro il quadro generale. Di sicuro c’è anche la colpa del volontario stesso che non si è messo a raccontare alla parte accogliente della sua impreparazione. Del resto tutto alla fine è andato bene, per cui il problema non si è rivelato tanto importante.

La trasmissione dell’esperienza acquisita nel lavoro di Radimiči o di Novokemp probabilmente riguarderà soprattutto l’utilizzo di materiale riciclato nella preparazione delle attività ricreative. Nell’allestimento dei luoghi di svolgimento del festival praticamente per ogni cosa venivano infatti utilizzati materiali di riciclo, e a Novokemp, ad esempio, si potrebbe svolgere la Giornata dell’ambiente, durante la quale bambini e ragazzi possono costruire oggetti con materiali ricavati, ad esempio, dallo smontaggio di una casetta o dalle cassette per le verdure.

A Novokemp quest’anno non ho potuto lavorare dopo il viaggio in Italia, ma prima di partire vi ho svolto il ruolo di aiutante tuttofare (pulizia del territorio, organizzazione delle attività ecc.) e fotografo.
Oleg Vdovičenko

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