Il Premio Nobel per la 
letteratura 2015 è stato conferito alla scrittrice bielorussa (di lingua
 russa) Svetlana Aleksievič «per la sua opera polifonica, un monumento 
alla sofferenza e al coraggio nella nostra epoca».
 La Aleksievič 
ha creato un genere originale di scrittura tra narrativa, giornalismo ed
 epica popolare, in cui la voce multiforme del popolo si confronta con 
le grandi tragedie dell’ultimo secolo. I suoi libri sono ognuno una grande
 testimonianza  - lirica e drammatica – che esce dalle viscere stesse di
 avvenimenti cruciali della storia sovietica e post-sovietica:
 “La guerra non ha volto di donna” – “У войны не женское лицо” (1985) – 
sulla partecipazione e la sorte delle donne nei combattimenti della 
Grande guerra patriottica 1941-1945.
“Gli ultimi testimoni” – “Последние свидетели” (1985) – sui ricordi dei bambini che vissero sotto l’invasione e l’occupazione nazista della Bielorussia.
“I ragazzi di zinco” – “Цинковые мальчики (1989)” – sulla guerra in Afghanistan, vista con gli occhi dei reduci sovietici e delle madri dei caduti.
“Incantati dalla morte” – “Очарованные смертью” (1994) – sui suicidi o tentati suicidi di persone che non hanno retto lo shock esistenziale del crollo dell’Urss e l’adattamento alla nuova vita.
“Una preghiera per Černobyl’” – “Чернобыльская молитва” (1997) – sulle drammatiche conseguenze per la popolazione bielorusso-russo-ucraina della più grande catastrofe nucleare della storia.
“Tempo di seconda mano” – “Время сэконд хэнд” (2013) – grande affresco sull’Unione sovietica e sulla Russia postsovietica, incentrato sul momento cruciale di passaggio tra queste due epoche.
In italiano le edizioni e/o hanno pubblicato “I ragazzi di zinco”, “Preghiera per Černobyl” e “Incantati dalla morte”, mentre Bompiani l’ultimo “Tempo di seconda mano”.
A cura di Stefano Fronteddu
“Gli ultimi testimoni” – “Последние свидетели” (1985) – sui ricordi dei bambini che vissero sotto l’invasione e l’occupazione nazista della Bielorussia.
“I ragazzi di zinco” – “Цинковые мальчики (1989)” – sulla guerra in Afghanistan, vista con gli occhi dei reduci sovietici e delle madri dei caduti.
“Incantati dalla morte” – “Очарованные смертью” (1994) – sui suicidi o tentati suicidi di persone che non hanno retto lo shock esistenziale del crollo dell’Urss e l’adattamento alla nuova vita.
“Una preghiera per Černobyl’” – “Чернобыльская молитва” (1997) – sulle drammatiche conseguenze per la popolazione bielorusso-russo-ucraina della più grande catastrofe nucleare della storia.
“Tempo di seconda mano” – “Время сэконд хэнд” (2013) – grande affresco sull’Unione sovietica e sulla Russia postsovietica, incentrato sul momento cruciale di passaggio tra queste due epoche.
In italiano le edizioni e/o hanno pubblicato “I ragazzi di zinco”, “Preghiera per Černobyl” e “Incantati dalla morte”, mentre Bompiani l’ultimo “Tempo di seconda mano”.
A cura di Stefano Fronteddu
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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