Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

05/06/17

LO STADIO RELITTO A 2 PASSI DA CHERNOBYL




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Ed è così che ci arrivano le foto dello stadio di Chernobyl: la città che nacque a ridosso della centrale nucleare esplosa il 26 aprile 1986 si chiamava Pripyat, venne costruita nei primi anni ’70 e incontrò un vertiginoso sviluppo demografico e di attività industriale accessoria. Proprio grazie alla centrale di Chernobyl: da un minuscolo villaggio Prypiat divenne un capoluogo di provincia importante che a metà anni ’80 sfiorava i 100mila abitanti.

​Prypiat aveva il suo palazzo dello sport - soprattutto destinato a basket e pallamano - e uno stadio nuovo di zecca costruito secondo i vecchi concetti sovietici. Tutto doveva essere ogromnyy (enorme) e doveva suscitare sudditanza nella persona che entrava nella strutture: altissimi i gradoni, mastodontico l’accesso, gigantesche le vie di fuga con una piazza rotonda che circondava tutto lo stadio.

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Data: 24.05.2017
Fonte: www.calciomercato.com

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