Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

05/06/17

QUESTO “TRIANGOLO NUCLEARE” IN PIEMONTE È UNO DEI POSTI PIÙ PERICOLOSI D’ITALIA





Saluggia è un piccolo centro fra Torino e Vercelli, famoso per la coltivazione di un tipo di fagiolo nano molto apprezzato da buongustai e gourmet, e per ospitare circa il 96 per cento delle scorie nucleari italiane.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Saluggia queste scorie non le ha prodotte, perché non ha mai ospitato una centrale nucleare (l'unica della zona è quella di Trino Vercellese, a circa 20 chilometri di distanza).

Come una pacifica "capitale del fagiolo" sia diventata la discarica nucleare d'Italia è una storia che risale alla breve era atomica italiana.

In quell'area c'era solo il reattore Avogadro, il primo reattore nucleare sperimentale mai costruito in Italia e spento nel 1971. Oggi è utilizzato come deposito per conservare il materiale radioattivo, destinato a essere spedito in Francia per il riprocessamento.

Nel 1970 però viene aperto l'impianto di riprocessamento Eurex, acronimo che sta per Enriched URanium Extraction, destinato a riprocessare il combustibile nucleare utilizzato nelle altre centrali per ricavarne materiali utili.

"Qui si faceva il lavoro più contaminante, il riprocessamento: consiste nel tagliare a fette le barre per estrarre il plutonio, che può essere utilizzato anche per applicazioni militari," spiega a VICE News Giampiero Godio, di Legambiente Vercelli.


Data: 17.12.2015
Fonte: www.news.vice.com

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