Il Pentagono, il ministero della Difesa Usa, ha deciso di segretare la
sicurezza e le ispezioni relative alle decine di atomiche dislocate in
Italia. Qui già si avverte un fastidio: quello di chi, nella diffusa
omertà dei media e del potere, è costretto o scoprire o ad ammettere la
pesante realtà che in Italia, a Ghedi e ad Aviano, siano dislocate tante
ogive nucleari. Più che in ogni altro Paese d’Europa, che
complessivamente ne ha, diffuse, circa 200.
Che al tranquillo costo di 15miliardi di euro, stiamo copiosamente
acquistando e assemblando nella misura di almeno 90 cacciabombardieri. E
che potrebbero portare un carico atomico – del resto come gli F16 e i
Tornado. Ma soprattuto proprio nel momento in cui – e potrebbe essere
una «spiegazione» della vergognosa segretazione – gli Stati uniti stanno
avviando la modernizzazione delle vecchie ogive stanziate a Ghedi e
Aviano, e tante altre in Europa, vale a dire sostituendole con l’innesto
delle nuove ogive B61-12. Per le quali, prima Barack Obama ha speso
miliardi di dollari, e ora Donald Trump procede all’attuazione
dell’aggiornamento micidiale. Senza escludere il timore di fughe di
notizie vere, sul pericolo dei tanti «errori» accaduti che evocano lo
scenario del Dottor Stranamore, e quindi la necessità di «coprire» le
forze armate americane e non solo quelle.
Abbiamo la convinzione che la notizia rappresenti una vera e propria
una «bomba». Perché il compromesso che ha fin qui garantito, sia per i
governi nazionali e regionali, sia per le popolazioni locali – il
silenzio assenso in Italia e in Europa (ma l’Europarlamento da dieci
anni ha chiesto, inascoltato, lo smantellamento) è stata fin qui proprio
la sicurezza. Vale a dire che fosse sufficiente l’informazione
attraverso le ispezioni periodiche di scienziati, tecnici e anche
politici sulle condizioni delle installazioni nucleari. Per gestire
almeno il peso di una servitù militare pericolosissima. Da oggi in poi
il compromesso salta: niente più informazioni sulla sicurezza degli
impianti militari-nucleari. E non sapere nulla sulle ispezioni vuol dire
anche non sapere dove stanno e come stanno le atomiche. Ci sarebbe di
che protestare, perché se è giusta la cessione di sovranità per un
organismo condiviso come l’Unione europea, cancellare il controllo sulle
atomiche vuol dire cancellare per l’Italia la sovranità più decisiva,
quella del controllo di sicurezza sul proprio territorio. Ma il silenzio
resta la migliore forma di governo. Così continueremo nella cronaca del
Belpaese che malsopporta poche migliaia di migranti, in fuga dalle
nostre guerre e dalla miseria prodotta dal nostro meccanismo di
sfruttamento delle risorse, e che invece al contrario, dietro
elargizione di alte contropartite monetarie, ben sopporta e tace sulla
presenza accanto alle proprie case, agli asili nido, alle discoteche,
alle sacrestie, di decine di «insicure» e micidiali bombe atomiche.
Data: 20.07.2017
Fonte: www.ilmanifesto.it
Nessun commento:
Posta un commento