Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

11/12/17

FUKUSHIMA: IL GIAPPONE RILASCERÀ L’ACQUA RADIOATTIVA NELL’OCEANO?




L’acqua radioattiva stoccata nelle centrale giapponese è una bomba a orologeria

 

acqua radioattiva 
Cosa fare del milione di tonnellate di acqua radioattiva contenuta nei serbatoi della centrale nucleare di Fukushima Daiichi? Se lo chiede il Governo giapponese alle prese con una difficile scelta che divide nettamente esperti e cittadini. A sei anni dall’incidente che nel 2011 provocò la fusione dei noccioli dei tre reattori, la situazione generale è ben lontana dall’aver trovato un punto fermo.

I lavori della TEPCO (Tokyo Electric Power Co.) per rimuovere le barre di uranio esausto procedono in maniera estremamente lenta. Le prime immagini del combustibile fuso nel terzo reattore sono state ottenute solo a luglio di quest’anno. I funzionari sperano ora di riuscire a persuadere una comunità piuttosto scettica che l’impianto sia passato dalla modalità di “crisi post-disastro” a una fase molto meno pericolosa, quale quella della pulizia. “Fino a ieri non sapevamo esattamente dove fosse il carburante, o come sarebbe apparso”, ha spiegato Takahiro Kimoto, direttore generale della divisione nucleare della Tepco. “Ora che l’abbiamo visto, possiamo fare progetti per recuperarlo”.


Data: 28.11.2017
Fonte: www.rinnovabili.it


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