L’acqua radioattiva stoccata nelle centrale giapponese è una bomba a orologeria
Cosa fare del milione di tonnellate di acqua radioattiva contenuta nei serbatoi della centrale nucleare di Fukushima Daiichi?
Se lo chiede il Governo giapponese alle prese con una difficile scelta
che divide nettamente esperti e cittadini. A sei anni dall’incidente che
nel 2011 provocò la fusione dei noccioli dei tre reattori, la
situazione generale è ben lontana dall’aver trovato un punto fermo.
I lavori della TEPCO (Tokyo Electric Power Co.) per rimuovere le barre di uranio esausto procedono in maniera estremamente lenta. Le prime immagini del combustibile fuso nel terzo reattore
sono state ottenute solo a luglio di quest’anno. I funzionari sperano
ora di riuscire a persuadere una comunità piuttosto scettica che
l’impianto sia passato dalla modalità di “crisi post-disastro” a una
fase molto meno pericolosa, quale quella della pulizia. “Fino a ieri non
sapevamo esattamente dove fosse il carburante, o come sarebbe apparso”,
ha spiegato Takahiro Kimoto, direttore generale della divisione nucleare della Tepco. “Ora che l’abbiamo visto, possiamo fare progetti per recuperarlo”.
Data: 28.11.2017
Fonte: www.rinnovabili.it
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