Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

28/09/18

A ISPRA, SUL LAGO MAGGIORE, IL SECONDO DEPOSITO PER LE SCORIE NUCLEARI UE



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Mentre l’Italia in anni di tentativi non riesce a decidersi sul deposito per i rifiuti nucleari ora dispersi in una ventina di stoccaggi atomici dal Piemonte alla Sicilia, la Commissione Ue ha costruito — ed è pronto, vuoto, tirato a lucido e profumato di intonaci freschi — un grande deposito per i residui radioattivi nel centro europeo di ricerca di Ispra, nella provincia di Varese a pochi chilometri dalla riva del lago Maggiore.

L’impianto si chiama Area41 e in sigla Isf, Interim Storage Facility.
Per entrarvi servono paginate di autorizzazioni e due diverse barriere di controllo con cancelli e vetri blindati. Gode di extraterritorialità: un pezzettino d’Europa incastonato nelle brughiere lombarde. Area41 è un capannone speciale, con pareti spesse così che neanche a cannonate. Servirà per ospitare i rifiuti nucleari generati dalle attività del centro ricerche europeo.

Rifiuti atomici a Ispra si producono da sessant’anni, da quando nel 1957 i fisici italiani del Cnrn (poi Cnen poi Enea) costruirono il primo reattore atomico europeo, il Fermi Ispra 1 copia conforme del Chicago Pile 1 costruito da Enrico Fermi. Poi il centro ricerche fu ceduto all’Euratom e l’Europa vi costruì un secondo reattore nucleare, il grande Essor. Con la nascita dell’Unione europea il centro Euratom di Ispra è stato rilevato direttamente dalla Commissione di Bruxelles, che dispone del centro ricerche italiano per tutti gli studi su sicurezza nucleare, sicurezza degli alimenti, ricerche ambientali, controlli chimici e così via. A Ispra lavorano 1.500 scienziati di tutta Europa.
 


Data: 25.09.2018
Fonte: www.mobile.ilsole24ore.com

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