Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

23/05/13

ČERNOBYL' 27 ANNI DOPO, INTERVISTA A IGOR KOSTIN

Černobyl’ ventisette anni dopo, intervista a Igor Kostin
 

Riproponiamo l’intervista al fotoreporter Igor Kostin, realizzata dal direttore di Narcomafie, Manuela Mareso. Kostin fu colui che per primo immortalò il disastro di Černobyl‘ nel lontano 1986. Lontano, ma vicino. A venticinque anni dall’esplosione della famigerata centrale nucleare, un’altra catastrofe si profila all’orizzonte: quella di Fukushima. Ecco allora che l’intervista a Kostin diventa ulteriore occasione di riflessione su un tema tanto attuale. Proponiamo anche una selezione delle fotografie di Kostin, prese dal suo libro (Chernobyl. Confessioni di un reporter, Edizioni Gruppo Abele 2006) che -per la gravità dei contenuti- potrebbero impressionare i lettori più sensibili.

 

Tornato a casa dopo aver sorvolato in elicottero la centrale nucleare di Chernobyl per fotografare l’esplosione del reattore 4, Igor Kostin, primo fotoreporter accorso sul posto quel 26 aprile del 1986, ebbe una brutta sorpresa: tutte le fotografie scattate risultavano nere, tranne una. Del resto la missione era già partita con il piede sbagliato: buttato giù dal letto prima dell’alba da una telefonata, giunto con l’elicottero in prossimità della centrale riuscì a fare solo 20 scatti, dopodiché la macchina si inceppò.


Data: 26.04.2013
Fonte: www.eastjournal.net

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