Nei terreni
e nelle falde dei 1.469 ettari di costa che bagna la città di Crotone è
stata riscontrata, nel 2002, la presenza di zinco, piombo, rame,
arsenico, cadmio, mercurio, ferro, idrocarburi, benzene, nitrati, frutto
perlopiù, di uno smaltimento abusivo, sistematico e incontrollato di
montagne di rifiuti industriali. Dopo sedici anni, 9 commissari e 121 milioni di euro stanziati, la bonifica è ancora in alto mare.
Quante sono e dove stanno le aree a rischio sanitario
Il caso di Crotone, diventato emergenza, è solo uno fra migliaia: l’Ispra ne ha contati 12.482. Siti potenzialmente contaminati, distribuiti su tutto il Paese, con un record di 3.733 casi in Lombardia. Mentre i
siti in cui l’inquinamento è stato considerato talmente grave da
comportare un elevato rischio sanitario, e per questo definiti «di
Interesse Nazionale» (Sin), sono 58. L’interesse, a partire dal
1998, era quello di bonificarli. Oggi per la maggior parte resta ancora
da capire la portata della contaminazione. Parliamo di aree industriali
dismesse, in attività, aree che sono state oggetto in passato di
incidenti con rilascio di inquinanti chimici, e aree in cui sono stati
ammassati o interrati rifiuti pericolosi.
Data: 25.11.2018
Fonte: www.corriere.it
Autore: Milena Gabanelli
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