Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

03/09/12

A PRIPJAT’ VOGLIONO FAR SALTARE IN ARIA TUTTI GLI EDIFICI


In relazione al fatto che gli edifici della città di Pripjat’ cadono a pezzi e già minacciano la vita delle persone che li visitano a scopi turistici, nella zona d’interdizione di Cernobyl stanno pensando di far saltare in aria tutti gli edifici e di sotterrarne i resti. Tali provvedimenti si prevede di metterli in atto nel corso dei prossimi 10 anni.

In 26 anni nel territorio di Pripjat’ è cresciuta a mano a mano la vegetazione, e gli edifici minacciano di cadere a pezzi. Le case disabitate d’inverno non vengono riscaldate, e il gelo e il caldo ora dilatano le loro strutture ora le contraggono. Come risultato esse s’incrinano e da due decenni si trovano tutte in stato di emergenza.

«Proprio per questo ora abbiamo limitato l’accesso agli edifici. Gran parte di essi alla fine verranno demoliti e sotterrati» – racconta Dmitri Bobro, vicepresidente dell’Agenzia di Stato per la direzione della zona d’interdizione.

L’dea di trasformare la città in un museo è difficile da realizzare. All’interno degli edifici ci sono radiazioni, a volte maggiori che all’esterno. Il museo della città morta potrebbe durare al massimo per 10 anni. In questo periodo, secondo i calcoli, gli edifici cominceranno a crollare da soli.

Oggi a Pripjat’ è stato prelevato un pezzetto di terra da consegnare per il campanile Nagasaki di Minsk. Nelle sue fondamenta sono raccolte delle capsule provenienti dai vari posti dove hanno avuto luogo incidenti nucleari. […]

Data:
22.08.2012
Fonte: www.glavred.info
Traduzione: S.F.

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