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04/09/12

IL PROFESSOR IGOR’ OSTRECOV: «BISOGNA LOTTARE CONTRO IL PROLUNGAMENTO DELL’UTILIZZO DEI REATTORI NUCLEARI DEL TIPO “RBMK”»



Causa della catastrofe di Cernobyl fu la cattiva struttura del reattore RBMK-1000. Contro il prolungamento dell’utilizzo nelle centrali nucleari russe di undici reattori di questo tipo bisogna lottare – ritiene il professor Igor’ Ostrecov.

Proponiamo ai lettori dei frammenti dell’intervento di Igor’ Ostrecov – professore in scienze tecniche ed ex vicedirettore dell’Istituto scientifico di ricerca per la costruzione di impianti energetici – alla discussione pubblica “L’atomo pacifico ieri e oggi” tenutasi alla Biblioteca centrale di Mosca nell’aprile 2012.

Fui a Cernobyl nel 1986-87. Ero membro della commissione del Comitato tecnico-scientifico, formata nel maggio 1986 allo scopo di fare delle ricerche sul problema della sicurezza di tutte le centrali nucleari, anche se l’attenzione principale, ovviamente, veniva data a Cernobyl. Formalmente a capo della commissione c’era Velichov, ma non si presentò mai alle riunioni. […]

Struttura difettosa del reattore


La principale conclusione della commissione fu che il reattore aveva semplicemente una struttura difettosa. La cosa venne a galla già dopo il 1975, quando alla centrale di Leningrado si ebbe un incidente con grosse fuoriuscite. In seguito a esso venne elaborato un piano di interventi, il quale però non venne interamente messo in atto.

Tutto il problema consiste nel fatto che le proprietà del grande reattore principale e quelle dei piccoli reattori-ausiliari si differenziavano a livello fisico in modo radicale. E inoltre in quella centrale c’era un sistema di controllo e di difesa del reattore del tutto scomodo e del tutto inadeguato. La zona maggiormente attiva concedeva la possibilità che si verificassero situazioni critiche locali. Non in tutto il reattore, ma a livello locale, nella parte inferiore del reattore, ad esempio. […]

Nella Conclusione noi abbiamo scritto che i colpevoli dell’avaria furono il Costruttore capo e il Direttore scientifico in quanto la struttura del reattore non soddisfaceva i requisiti di sicurezza nucleare.

Il reattore non è per niente idoneo


Il reattore saltò in aria perché le sue caratteristiche tecniche non erano per niente idonee. E tuttavia oggi sono in funzione ancora undici reattori di quel tipo… È una situazione assai complessa e sgradevole. […]

Le cause principali del cattivo stato sono due. In primo luogo la zona a grafite si trasforma in sabbia. In secondo luogo c’è uno schema idraulico assai complesso, il controllo del quale è praticamente impossibile da mantenere nella sua totalità. Per questo è effettivamente possibile di tutto.

Abbiamo fatto causa a Putin


Prevedendo questa situazione, dopo che il primo reattore della centrale nucleare di Leningrado ebbe esaurito il suo ciclo di vita previsto, abbiamo fatto causa a Putin, in quanto responsabile di prendere decisioni sul prolungamento dei termini di utilizzo per legge è il presidente della Federazione russa.

Abbiamo un’ordinanza del Tribunale supremo dove nero su bianco sta scritto che il prolungamento della funzione (dei reattori nucleari) rientra nelle funzioni esclusive del presidente della Federazione russa, e per questo il Tribunale supremo non può prendere una decisione in merito. Abbiamo presentato un reclamo al rifiuto a Strasburgo. Strasburgo ci ha risposto con un rifiuto.

Io temevo sinceramente una cosa molto semplice, uno scenario di questo genere: si trova una persona “furba” che va dall’operatore della centrale nucleare di Leningrado, gli dà un milione di dollari e il reattore salta in aria. Il vento in quel momento, mettiamo, sta soffiando verso occidente. Allora bisognerà far evacuare Helsinki e Tallinn. E addio Russia.

Ma ora se succedesse qualcosa alla centrale di Leningrado siamo per lo meno assicurati dall’Europa. Abbiamo la decisione del Tribunale di Strasburgo, da tirare fuori in caso di pretese da parte dell’Europa. Da questo punto di vista abbiamo salvaguardato la Russia.

Bisogna lottare contro il prolungamento dell’utilizzo dei reattori del tipo “RBMK”


Lottare contro il prolungamento dell’utilizzo dei reattori del tipo “RBMK” dal mio punto di vista naturalmente è indispensabile. Non vengono stanziati capitali per la dismissione dei reattori, non si capisce che cosa fare con i 1020 becquerel nei depositi di scorie radioattive. I depositi hanno delle perdite, Bellona ha raccolto una gran massa d’informazioni su questo tema.


Quello del tipo di Cernobyl è semplicemente un pessimo reattore.


Commenti


Si vogliono mettere in rilievo alcune analogie tra quello che accadde a Cernobyl e l’attuale situazione nell’industria nucleare della Russia.

1. La causa dell’incidente di Cernobyl non è stato solamente il famigerato “fattore umano”, ma i difetti nella struttura e nella costruzione del reattore.

Basta prestare ascolto all’opinione dell’Agenzia statale di controllo tecnico, secondo la quale anche oggi le disfunzioni nel funzionamento delle centrali nucleari sono «provocate da cause tanto radicate quali i difetti di controllo, i difetti nell’organizzazione dell’utilizzo, i difetti di fabbricazione nonché i difetti strutturali».

Se i difetti di controllo e di organizzazione dell’utilizzo almeno in teoria si possono eliminare, dei difetti strutturali dei reattori in funzione e di quelli in costruzione è impossibile liberarsene per principio.

2. I reattori RBMK-1000, che Rosatom continua a far funzionare nelle centrali nucleari di Leningrado, Kursk e Smolensk, rappresentano a tutt’oggi una minaccia. Bisogna esigere la loro più urgente dismissione.

3. Il progetto di Rosatom di prolungare, oltre il periodo di vita per cui erano stati progettati, l’attività di sette reattori RBMK-1000 rappresenta un pericoloso esperimento che potrebbe portare a una seconda Cernobyl.

4. La fondatezza sulla «sicurezza» dei nuovi reattori VVER-1200 (per i progetti AES-2006) e VVER-TOI è argomentata in modo non corretto. Parimenti al caso del reattore RBMK-1000 di Cernobyl, l’aumento del 20%, rispetto agli VVER-1000 oggi in funzione, della potenza e delle dimensioni della sua zona attiva può modificare radicalmente le proprietà del reattore e creare la possibilità di una distribuzione irregolare della potenza, del verificarsi di “situazioni critiche locali” e d’innescare un incidente di grossa portata.

5. Anche se le decisioni del Tribunale di Strasburgo evitassero alla Russia di dover pagare i risarcimenti alle vittime di un possibile incidente e dell’evacuazione di Tallinn e di Helsinki, comunque un incidente a uno dei vecchi e pericolosi reattori RBMK-1000 delle centrali di Smolensk, Kursk o Leningrado potrebbe dare luogo a una catastrofe e all’evacuazione di San Pietroburgo, Smolensk o Kursk. Finché sarà in funzione anche uno solo dei reattori RBMK-100 non ci sono garanzie che non si possa ripetere una catastrofe come quella di Cernobyl.

Data: 23.04.2012
Fonte: www.bellona.ru
Autore: Andrej Ožarovskij
Traduzione: S.F.


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Il professor Igor' Ostrecov: bisogna lottare contro il prolungamento dell’utilizzo dei reattori nucleari del tipo “RBMK”

Link all'articolo originale:
Профессор Игорь Острецов: надо бороться с продолжением эксплуатации энергоблоков АЭС с РБМК


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