Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

08/06/16

LA SCELTA DI RESISTENZA DELLE NONNE DI CHERNOBYL


 
le nonne di chernobyl
 
In un paesaggio stravolto e resiliente, pullulante di vita e di radiazioni, un gruppo di donne continua a tenere compagnia alla terra e a coltivare le proprie radici, a dispetto della contaminazione e dell’incombere della malattia. Sono loro «le nonne di Chernobyl», raccontate in questo film intenso e originale dalle documentariste Holly Morris e Anne Bogart. Intenso e originale, perché The Babushkas of Chernobyl non è il solito reportage sulla Chernobyl che abbiamo imparato a conoscere in questi trent’anni: la Waste Land post-traumatica dell’incidente nucleare dell’aprile 1986, prima sepolta sotto le negligenze del regime e poi quasi rimossa dalla memoria collettiva, abbandonata alla desolazione post-sovietica. Questa Chernobyl non tace nel silenzio radioattivo, ma parla, e le sue voci sono molte di più di quelle che ci si aspetterebbe.

Le prime che sentiamo sono quelle degli uccelli e dell’acqua, della biologia animale e vegetale che resiste in questo atlante denaturato di fiumi e foreste. Subito dopo, ci sono quelle di Hanna Zavorotnya, Valentyna Ivanivna e Maria Shovkuta, tutte donne tra i settanta e gli ottantacinque anni. Sono tre delle ultime sopravvissute di una comunità non piccolissima di «ri-abitanti» che, dopo il disastro del Reattore 4, si rifiutarono di lasciare le loro case. Di quelle 1200 persone, rimane oggi un centinaio di donne: le «Babushkas of Chernobyl», appunto.


Data: 04.06.2016
Fonte: www.27esimaora.corriere.it





Nessun commento:

Posta un commento