Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

25/01/17

LA SECONDA CHERNOBYL DI IVANKOV


La seconda Chernobyl di Ivankov

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Centrale elettrica a biomassa con legname delle zone contaminate di Chernobyl
 
Durante l’ultima missione in Ucraina gli attivisti di Mondo in Cammino hanno scoperto il grave problema della centrale e a biomasse di Ivankov, finanziata dalla Banca Europea per lo Sviluppo e la Ricostruzione. Una centrale apparentemente ecologica, perché usa ogni giorno per il suo funzionamento 1000 tonnellate di legna: legna che viene raccolta attorno alla zona di esclusione, se non addirittura clandestinamente al suo interno. Legna, pertanto, radioattiva; legna delle “foreste di Chernobyl”. Le indagine indipendenti degli attivisti del movimento contro la centrale termoelettrica hanno dimostrato, con analisi certificate, una forte emissione di elementi radioattivi, fra cui Cesio 137 e Stronzio 90. Ma quello che é grave è che un anno di lavoro della centrale equivale all’emissione di sostanze radioattive per una dose aggiuntiva, rispetto ai valori di fondo, di un ulteriore millisievert per 500.000 bambini. Una realtà drammatica che si aggiunge e implementa quella già grave riscontrata dalle ricerche del prof. Bandazhevsky. Ma c’è di più: la cenere radioattiva, che viene prodotta come rifiuto dalla combustione del legno, viene distribuita dalla centrale a diverse aziende agricole dell’Ucraina come fertilizzante, entrando così – attraverso l’assorbimento nei terreni sui quali viene usata - nella catena alimentare umana e varcando, in molti casi, i confini della stessa Ucraina. Un problema, quindi, sovranazionale. Ma gli effetti negativi riguardano anche le abitazioni domestiche: secondo il progetto di utilizzo del ciclo produttivo della centrale, la cenere viene usata anche per amalgamare meglio il calcestruzzo per la l costruzione delle case.

In definitiva, una situazione terribile non solo per la realtà di Ivankov, ma per tutta l’Ucraina e per l’Europa in cui possono essere commercializzati o essere introdotti prodotti contaminati dai residui radioattivi della centrale, usati come fertilizzanti dalle aziende agricole ucraine e introdotti nella catena alimentare umana.


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Data: 19.08.2016
Fonte: www.radioactivityforum.it

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