Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

16/01/17

RINNOVABILI, LA SFIDA DELL'EOLICO NELLA RUSSIA DI GAZPROM



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Sorge imprevista in Russia l'alba della rivoluzione delle energie rinnovabili. E’un inizio piccolo e timido, ma molte rivoluzioni nascono da piccole scintille. E dietro l'avvio c’è Rosatom, l'ente atomico russo produttore delle centrali. Un'azienda globale, cui il presidente Putin guarda da sempre con interesse. E insieme Rosatom è, nel campo dell’energia, rivale inevitabile dei big players russi dell’energia ‘sporca’ o fossile. Da Gazprom, ritenuta da molti una potenza politica, alle altre aziende che puntano tutto su petrolio, carbone, gas e altre fonti classiche.

Rosatom ha appena annunciato un piano di nuovi investimenti nell'energia eolica. Con una strategia particolare: secondo il gigante russo dell'atomo civile, le rinnovabili e l'energia nucleare non devono essere viste in competizione bensì come fonti complementari, se Mosca vuole raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni che ha sottoscritto alla Conferenza di Parigi sull’ambiente e poi a quella di Marrakesh.


Data: 28.12.2016
Fonte: www.larepubblica.it

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