DELEGAZIONE ITALIANA NELLA MASLENITSA
(IL CARNEVALE TRADIZIONALE RUSSO)
NEL VILLAGGIO DI DOBRODEEVKA
22.02.2012
Il
resto della giornata siamo ospiti nel villaggio di Dobrodeevka, dove insieme ai
bambini (ne sono rimasti solo 32) e agli
insegnanti della scuola celebriamo nuovamente La Maslenica,
il carnevale russo, qui con tutte le sue tradizioni: concerto folkloristico di
Carnevale, giochi e concorsi con i bambini, distribuzione dei regali, banchetto
con tè, montagne di bliny, miele e
altri dolci.
Il
direttore Ivan, in un momento di lucidità, ci fa vedere, ringraziandoci, le
attrezzature e il materiale didattico acquistati con il contributo del comune
di Baveno, con cui il villaggio è gemellato. Alla domanda su cosa possa servire
alla scuola per il 2012, Ivan risponde che sarebbero da rifare le finestre dei
locali dell’asilo, perché ultimamente non tengono più il freddo.
Il
carnevale prosegue con il giro per il villaggio su un carretto-slitta trainato
da un cavallo. La tradizione vuole
infatti che si faccia il giro delle case cantando canzoni e ricevendo in cambio
dolci e caramelle (e samogon…).
Dunque, la delegazione sulla slitta, attorniata dai bambini, Elena che viene dietro
suonando la fisarmonica. La giornata è luminosissima, splende il sole sul
villaggio ricoperto di neve.
Mentre
nella confusione generale si sta preparando il cavallo sulla via davanti al
cancello della scuola e i bambini gli danno pezzi di pane da mangiare, non si
sa come né perché la mano di Carla finisce fra i denti del cavallo. Momenti di
spavento, un male acuto che poi per fortuna si attutisce con la neve
ghiacciata. Il padrone del cavallo, un kolchoziano ciucco perso, non fa che
ripetere: «Non è colpa mia, non è colpa mia!». Comunque, caricata sulla slitta
Carla con l’impronta dei denti del cavallo sulla mano, si parte.
Si
cerca l’infermiera del FAP del villaggio (da noi ristrutturato, forse in
previsione…), ma quella che c’era prima è andata in pensione, quella attuale è
in giro non si sa dove… il FAP è chiuso. Allora durante il giro Elena propone
di passare dal cimitero, in un boschetto ai limiti del villaggio, dove c’è la
tomba di sant’Aleksandra, alla quale la gente si rivolge per guarigioni e altre
richieste. «Funziona sempre, da lei vengono a implorare da tutta la Russia». Carla fa una supplica
in dialetto piemontese. Non si sa se per la santa, lo iodio verde di Elena o la
neve ghiacciata di Dobrodeevka, comunque il dolore piano piano passa… e
aumentano man mano le risate (degli italiani ovviamente, i russi erano molto
più preoccupati…). Oltre a sant’Aleksandra – racconta Lena – nell’altro piccolo
cimitero del villaggio è sepolto Annibal, l’antenato africano di Puškin, il
maggiore poeta russo.
Tra
le altre, passiamo anche a casa di Nadja, otto figli tutti maschi, un marito
improbabile. Ogni anno ne troviamo uno nuovo e ogni anno lei afferma convinta:
«Questo è l’ultimo». Lei comunque è contenta, nella casa – povera ma spaziosa e
dignitosa – c’è un’atmosfera gioiosa. Poi incontriamo Oksana, 18 anni e una
bambina appena nata in braccio, sul padre non si esprime.
La
giornata finisce con una lunga cena insieme al collettivo degli insegnanti
della scuola con i consueti canti, giochi e infiniti brindisi. Quando stiamo
quasi riuscendo a partire, un signore armeno tira fuori un cd di musica
italiana («La migliore! Ne sono innamorato») e ci costringe a ballare un’altra
mezzora Toto Cutugno, Albano e Romina e roba del genere. La migliore…
(frammento del racconto della delegazione di febbraio 2012 de Le Russie di Cernobyl)
(informazioni sulla Maslenitsa dal sito Arca Russa)
Ed ecco l'esilarante scena della Maslenitsa popolare a Mosca dal film "Il barbiere di Siberia" del regista russo Nikita Michalkov (1998).
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