Da Chernobyl a Fukushima, l’impatto psicologico dei disastri nucleari
La Fukushima Medical University ha esaminato l’impatto radiologico e psicologico duraturo dei disastri nucleari

Dall’incidente russo di Kystym, nella 
Russia del 1957, a quello di Fukushima, nel Giappone 2011, passando per 
Windscale Piles (UK, 1957), Three Mile Island (Stati Uniti, 1979 ) e 
ovviamente Chernobyl (Russia, 1986). Questa la carrellata di disastri nucleari
 accorsi negli ultimi 60: cinque gravi incidenti, valutati di livello 5 o
 più, che hanno determinato nella popolazione non solo danni fisici ma 
anche psicologici. Ed è proprio quest’ultimo aspetto ad essere 
considerato nel dossier in tre parti pubblicato in questi giorni su The Lancet. Il lavoro, coordinato dal dottor Koichi Tanigawa della Fukushima Medical University ha esaminato l’impatto radiologico e psicologico duraturo dei disastri nucleari. E se i danni fisici
 sono più o meno conosciuto, forse meno diffuse risultano essere le 
informazioni sugli effetti negativi per la salute mentale dei 
sopravvissuti agli incidenti.
Si tratta di un aspetto già affrontato 
nel 2006 dal Forum delle Nazioni Unite di Chernobyl che aveva concluso: 
il problema di salute pubblica più grave nelle catastrofi nucleari 
risultano essere gli effetti psicologici, aggravati da una scarsa 
comunicazione in merito ai rischi per la salute associati ai livelli di 
radiazione segnalati. I tassi di depressione e la percentuale di disturbo da stress post-traumatico
 rimangono elevati fino a 20 anni dopo l’incidente. Problemi simili sono
 stati osservati dopo Fukushima, come riporta la Direzione dell’Health 
Survey Fukushima. Gli autori evidenziano inoltre come i ripetuti 
sfollamento e spostamenti a lungo termine degli abitanti abbia portato a
 problemi sanitari gravi per la fetta della popolazione più vulnerabile,
 con un rapido aumento dei decessi tra gli anziani. Secondo il dottor Tanigawa, “anche se la dose di radiazioni assorbite dagli abitanti a Fukushima è stata ‘relativamente bassa‘, si prevedono problemi psicologici e sociali importanti e in gran parte derivanti dalle differenze di percezione dei rischi”.
Ricordiamo che l’incidente di Fukushima ha portato alla evacuazione di 170.000 residenti entro un raggio di 30 km della centrale e che proprio in questi giorni, tre ex dirigenti della Tepco
 si avviano a rispondere di negligenza professionale con conseguente 
morte e lesioni per la crisi nucleare del 2011. Oggi infatti una 
commissione giudiziaria indipendente di cittadini ha raccomandato il 
rinvio a giudizio dell’ex presidente Tsunehisa Katsumata e gli ex vice 
presidenti Sakae Muto e Ichiro Takekuro. Si tratta, spiega la tv 
pubblica Nhk, della prima volta in assoluto che delle accuse penali individuali sono mosse sull’incidente giapponese. Il tribunale Distrettuale di Tokyo dovrebbe a questo punto nominare i magistrati incaricati di incriminare i tre.
Data: 31.07.2015
Fonte: www.rinnovabili.it 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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