Ritrovato l’uranio di Tito: 400 chili di scorie nucleari
Sono i cospicui resti degli esperimenti atomici tentati dalla 
Jugoslavia: stoccati in bidoni nel magazzino di un istituto di ricerca 
scientifica di Zagabria, erano lì, dimenticati, dagli Anni ’50

Il dottor Stranamore negli anni ’50 del 
secolo scorso lavorava a Zagabria. Probabilmente all’istituto Ruder 
Boškovi„ della capitale croata nei cui magazzini da almeno 65 anni si 
trovano stoccati 400 chilogrammi di uranio 238. La scoperta è avvenuta 
nel luglio scorso, quando una società specializzata, la Ekoteh, è stata 
chiamata per effettuare operazioni di bonifica. Ebbene, i tecnici sono 
rimasti a bocca aperta quando hanno trovato i fusti, alcuni in cattivo 
stato e con fuoriuscite di materiale radioattivo, che contenevano 
l’uranio di cui nessuno, né all’istituto né al governo, aveva 
l’evidenza.
Ma che cosa ci faceva l’uranio in quei magazzini, in 
un edificio collocato nel centro di Zagabria? L’ipotesi più concreta è 
quella offerta dal professor Franjo Plavši„, chimico e tossicologo il 
quale sostiene sulle colonne del Ve›ernji list che probabilmente si 
tratta dei resti di un tentativo di produrre armi atomiche a ridosso del
 1950, quindi nell’allora Jugoslavia di Tito. «Il tentativo c’è stato - 
afferma il chimico - quindi si può pensare che quanto trovato nei 
magazzini dell’istituto Ruder Boškovi„ costituisca il materiale residuo 
di quell’esperimento abortito».
Data: 06.09.2015
Fonte: www.ilpiccolo.gelocal.it 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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