Nel 1957 a Mayak la catastrofe nucleare più grave della storia
Negli anni ’50 nella regione degli Urali, nell’ex-Urss, si verificarono tre catastrofici incidenti. Tre italiani, Alessandro Tesei, Pierpaolo Mittica e Michele Marcolin lavorano a un documentario che vuole raccontare cosa è successo in quei luoghi dimenticati dalla storia.
Chernobyl e Fukushima non sono state le uniche catastrofi nucleari
planetarie. Dietro gli Urali, nella regione di Chelyabinsk, una delle
più inquinate di tutta la Russia, si sono infatti verificati tre
gravissimi incidenti.
La centrale di Mayak (che in russo significa “faro”) nacque nel 1949
per produrre plutonio per armi nucleari, e dal 1949 al 1952 riversò
circa 76 milioni di metri cubi di rifiuti liquidi altamente radioattivi -
principalmente cesio e stronzio - nel Techa, fiume lungo il quale
vivevano circa 124.000 persone, divise in villaggi dediti
all’agricoltura e all’allevamento.
Nel 1957, nell’impianto di Mayak esplose un serbatoio di rifiuti
radioattivi e, oltre al cesio e allo stronzio, si aggiunse il ben più
pericoloso plutonio; l’esplosione formò una nube radioattiva che coprì
un’area di circa 23.000 Km quadrati, creando l’area della “East Ural
Radioactive Trace” e sprigionando almeno il doppio dei radionuclidi
dell’incidente di Chernobyl.
Il terzo incidente ebbe luogo nel 1967, quando il Lago Karachay,
usato per lo smaltimento dei rifiuti nucleari più pericolosi, si asciugò
a causa di un’estate torrida, e i venti spazzarono le sue polveri
radioattive per un’area di circa 2.000 Km quadrati.
Data: 02.08.2014
Fonte: www.lastampa.it
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