Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

06/02/17

FUKUSHIMA, RADIAZIONI RECORD IN UNO DEI REATTORI NUCLEARI DANNEGGIATI NEL 2011. “LETALI ANCHE DOPO BREVE ESPOSIZIONE”




Fukushima, radiazioni record in uno dei reattori nucleari danneggiati nel 2011. “Letali anche dopo breve esposizione”

Un livello record di radiazioni è stato rilevato all’interno del reattore numero 2 della centrale nucleare giapponese di Fukushima, in fase di smantellamento dopo il disastro dell’11 marzo 2011, dopo il terremoto di magnitudo 9 e il successivo tsunami che provocò più di 15mila vittime accertate, 5mila dispersi e altrettanti feriti a causa della fusione dei noccioli dei reattori 1, 2 e 3. Il disastro che ha travolto gran parte della prefettura orientale nipponica è considerato il peggiore incidente nucleare della storia dopo quello di Chernobyl, in Ucraina, del 1986. A rendere noto l’attuale livello altissimo di radiazioni, “letali anche dopo una breve esposizione”, è l’operatore dell’impianto, la Tokyo Electric Power. La Tepco ha spiegato che le rilevazioni hanno raggiunto i 530 sievert/ora. Dal 2011 ad oggi solo il 13% degli abitanti di cinque villaggi della zona è tornato nelle proprie case.


Data: 03.02.2017
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it

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