Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

23/02/17

RIPOPOLARE UN VILLAGGIO RADIOATTIVO?


Ripopolare un villaggio radioattivo?
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Iitate, il villaggio che si vuole ripopolare in Giappone è lontano dall'avere un grado di contaminazione accettabile. Il governo giapponese, l'Aiea e il Comitato scientifico delle Nazioni Unite sugli effetti delle radiazioni atomiche (Unscear) non sono stati finora in grado di fornire stime delle dosi di radiazioni a lungo termine per i cittadini di Fukushima se dovessero tornare alle loro vecchie case.
 
Ad un anno dalla cessazione delle compensazioni economiche ai cittadini evacuati, il governo giapponese ritirerà, e questo non più tardi del 31 marzo prossimo, l'ordine di evacuazione per 6mila cittadini da Iitate, villaggio che si trova a nord ovest dei reattori distrutti della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, nonché uno dei siti più pesantemente contaminati dal disastro nucleare del 2011.
 
Un problema quello legato ai livelli di radioattività riscontrati nelle case di Iitate che è stato al centro di una recente indagine condotta da Greenpeace Giappone e che ha fatto emergere come tali livelli siano ben al di sopra degli obiettivi a lungo termine prefissati dal governo nipponico, con i livelli di esposizione annuali che, estesi nel corso della vita delle persone, presenterebbero un rischio superiore alle norme per i cittadini che torneranno nell'area.
 
Quello che accadde alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi l'11 marzo del 2011 ha rappresentato il più grave incidente nucleare dopo il disastro di Cernobyl, classificato dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) al grado 7, il massimo grado della scala.
Quello che avvenne fu la fusione dei noccioli di tre reattori della centrale che comportò il rilascio di radioattività e l'evacuazione di circa 150mila persone che furono costrette ad abbandonare le loro case per sfuggire alla contaminazione radioattiva.
 
La fine di marzo 2017 segna la data in cui per la prima volta dal 2011, gli abitanti di Iitate, nella prefettura di Fukushima, saranno in grado di tornare alle loro case. Il governo giapponese ha infatti fissato questa data per cancellare gli ordini di evacuazione.
 
Tuttavia, per gli oltre seimila cittadini di Iitate, rimane incertezza e ansia.
 
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Data: 21.02.2017
Fonte: www.vglobale.it

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