Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

06/02/17

NELLA REGIONE DI BRJANSK ISTITUITA LA “ZONA DI CONFINE”



Con ogni probabilità agli stranieri sarà vietato l’accesso

Nelle regioni russe confinanti con la Bielorussia, tra cui la regione di Brjansk, sono state istituite delle “zone di confine”. Si tratta di zone speciali militari, gestite dall’FSB, create nei pressi dei confini di stato della Federazione russa allo scopo di garantire il controllo  di zone di confine particolarmente sensibili. Le “zone di confine” sono a regime speciale e ad accesso limitato, compresi i centri abitati che vi finiscono dentro loro malgrado.

In Russia di “zone di confine” ne esistono già non poche. la cosa anomala è la loro creazione al confine con la Bielorussia, paese amico e alleato, con il quale è stato istituito addirittura uno “stato unito” (per la verità mai integratosi secondo le aspettative inziali). A quanto pare, le “zone di confine” russe, con la militarizzazione del territorio e il ripristino dei controlli di frontiera tra i due paesi, è la risposta di Mosca alla recente introduzione da parte della Bielorussia di un esperimento di regime senza visti per i cittadini di 80 paesi (tra cui USA e UE) per soggiorni nel paese di massimo 5 giorni ed entrando esclusivamente dall’aeroporto di Minsk.

Dal 1996 fino a oggi il confine tra Russia e Bielorussia è infatti sempre stato aperto e i cittadini dei due paesi circolavano liberamente. Ora, non avendo gradito la parziale apertura bielorussa ai paesi occidentali, Mosca come rappresaglia ha istituito le “zone di confine” nelle regioni di Smolensk, Brjansk e Pskov.

La conseguenza più grave è che tutti i centri abitati che si trovano nei pressi dei confini entrano da un giorno all’altro a far parte di una zona speciale sotto il controllo dell’FSB, con restrizioni alla circolazione anche per gli stessi cittadini della regione; verranno infatti istituiti posti di controllo e cartelli segnaletici. Con ogni probabilità, gli stranieri non saranno più ammessi in queste zone e nei relativi centri abitati, compresi molti villaggi della zona di Cernobyl russa, da più di vent’anni visitati dai volontari delle associazioni umanitarie.
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