Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

09/01/18

GERMANIA, LA FINE DELL'ERA DEL NUCLEARE




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Nella centrale nucleare di Grafenrheinfeld, vicino a Schweinfurt, ci sono ancora circa 600 elementi di combustibile nucleare usato fino all’estate del 2015. Solo nel prossimo anno i primi elementi potranno essere trasferiti e smaltiti a Castoren. Circa una dozzina di tecnici si stanno già preparando a demolire la parte più interna della centrale. Grafenrheinfeld è una delle tredici centrali nucleari che le compagnie energetiche stanno attualmente smantellando in Germania. Altre sette dovranno chiudere entro il 2022 e poi dovranno essere smantellate. Questo processo dovrebbe durare ben 20 anni. Un processo che suggella la fine di un’era nel settore energetico. La fine del nucleare. Circa 2 mila sono i lavoratori della Preussen-Elektra, società del gruppo E.on che con l’ex ad Johannes Teyssen ha stabilito di uscire dal nucleare e dalle energie non verdi. L’azienda è ora responsabile dello smantellamento delle centrali nucleari del colosso energetico di Stade, Wuergassen, Isar 1 e 2, Brokdorf, Grohnde, Unterweser e Grafenrheinfeld. A capo della piccola società c’è Guido Knott, 52 anni, a lungo collaboratore dello stesso Teyssen a Dusseldorf. Tre delle centrali da smantellare, Brokdorf, Grohnde e Isar 2, stanno ancora producendo elettricità a basso costo. In estate E.on ha dovuto trasferire 10,3 miliardi di euro al nuovo fondo nucleare, che si occuperà dello smaltimento finale delle scorie nucleari. Ha inoltre dovuto stanziare 10 miliardi di euro per la disattivazione delle centrali nucleari e lo stoccaggio provvisorio. Per i tre impianti che sono già stati chiusi, Isar 1, Unterweser e Grafenrheinfeld, sono previsti 13 anni per lo smantellamento dell’area contaminata dal nucleare. L’obiettivo più importante rimane chiaro: entro la fine del 2040 anche l’ultimo reattore, Isar 2, sarà eliminato. Poi la Preussen-Elektra GmbH sarà cancellata dal registro delle imprese e i suoi dipendenti dovranno essere messi in pensionamento o dislocati altrove.  

Data: 08.01.2018
Fonte: www.agenzianova.com

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