Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

30/01/18

LO STATO DEL NUCLEARE NEL PAESE DI CHERNOBYL. I PARADOSSI E I RISCHI DEL NUCLEARE UCRAINO



Lo stato del nucleare nel Paese di Chernobyl. I paradossi e i rischi del nucleare ucraino

Rapporto di Bellona sull'opaca industria nucleare dell’Ucraina, in mano ai “nemici” russi


Non è certo sorprendente che in Ucraina la sicurezza sia una sfida cruciale per l’industria nucleare: è il Paese dove sorge il cadavere radioattivo della famigerata centrale sovietica di Chernobyl, dove si è prodotta la più grave tragedia del nucleare civile della storia. Quel che è sorprendente è la mancanza di informazioni e l’opacità di un’industria nazionale che fornisce più della metà dell’elettricità a un Paese che vive da anni una guerra civile tra filo-russi indipendentisti e nazionalisti e che è in piena crisi politica ed economica.

E’ partendo da questa difficile (e pericolosa) situazione che l’ONG ambientalista/scientifica norvegese/russa Bellona ha presentato il rapporto, “The Ukrainian Nuclear Industry: An Expert Review”, un lavoro collettivo di esperti e accademici che analizzano dall’interno la sofferente industria nucleare ucraina e che Bellona «spera che servirà da guida alle ONG e ai decisori politici internazionali che puntano a garantire la sicurezza di questa industria e del suo eventuale smantellamento, mentre l’Ucraina compie la sua ardua transizione verso fonti di energia più pulite».

Ma gli ambientalisti non si nascondono che in Ucraina c’è molto da fare: «Molti dei problemi che riguardano l’industria nucleare ucraina sono quelli della sua gioventù – dicono a Bellona . Non esistevano veramente o prima che Kiev dichiarasse la sua indipendenza da Mosca nel 1991 ma, quando lo fece, si prese in carico i alcuni dei reattori più vecchi  d’Europa, nonché il peccato originale dell’energia nucleare: il reattore numero 4 di Chernobyl, che esplose in 1986. E mentre la maggior parte dell’attenzione e dei finanziamenti internazionali per l’Ucraina si sono concentrati su come porre riparo a quel disastro e ai suoi persistenti  effetti collaterali –  sforzi che hanno stimolato successi dell’ingegneria come il New Safe Confinement di Chernobyl – gli altri 15 reattori costruiti dall’Unione Sovietica hanno cominciato a perdere colpi in modo instabile mentre si avviavano verso il pensionamento».

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Data: 30.01.2018
Fonte:  www.greenreport.it

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