I fusti che contengono scorie nucleari si corrodono molto prima di quanto previsto
Una simulazione delle condizioni di stoccaggio dei rifiuti nucleari ha evidenziato un processo accelerato di corrosione sulla superficie di contatto tra l’acciaio dei fusti e il loro contenuto radioattivo. La scoperta mette in discussione i progetti di depositi per scorie a elevata attività
I metodi stoccaggio a lungo termine delle scorie nucleari potrebbero essere meno affidabili e duraturi di quanto ritenuto. Il loro punto debole, finora sottovalutato, è la corrosione dei fusti di acciaio inossidabile che viene accelerata, in ambiente acquoso, dal contatto con le scorie contenute negli stessi fusti. L’allarme è stato lanciato da uno studio pubblicato su “Nature Materials” da Xiaolei Guo e colleghi dell’Ohio State University a Columbus, negli Stati Uniti, che richiama l’attenzione sulla necessità di riconsiderare attentamente l’interazione tra i diversi materiali che si progetta di usare in questo delicato campo di gestione delle scorie radioattive militari e civili.
Questi nuovi risultati riguardano in particolare lo smaltimento definitivo dei rifiuti radioattivi di elevata attività, cioè quelli che rimarranno pericolosi per gli esseri umani e per l’ambiente ancora per centinaia di migliaia di anni. Quasi tutte le nazioni con attività nucleari hanno in progetto lo stoccaggio in siti geologici profondi. Questo metodo, considerato da alcuni esperti uno dei più sicuri, prevede l’immagazzinamento in appositi siti che, per le loro caratteristiche intrinseche, garantirebbero un isolamento dalle attività umane e una stabilità su tempi molto lunghi.
Leggi tutto...Data: 31.01.2020
Fonte: www.blueplanetheart.it
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