Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

10/02/20

SE L’ACQUA RADIOATTIVA DI FUKUSHIMA FINISSE NELL’OCEANO


Se l’acqua radioattiva di Fukushima finisse nell’oceano

 

Versare l'acqua radioattiva di Fukushima in mare aperto è la proposta fatta a Tokyo da parte di un gruppo di esperti. Un biochimico marino ci spiega le conseguenze di questa scelta

 

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Ken Buesseler, biochimico marino del Woods hole oceanographic institution (Whoi), il più grande istituto di ricerca oceanografica indipendente degli Stati Uniti, effettua, insieme al suo team e periodicamente dal 2011, ricerca sul campo a Fukushima. Insieme a Buesseler, che ha rilasciato in esclusiva un’intervista a LifeGate, cerchiamo di fare luce sulle problematiche legate non solo alla soluzione di smaltimento ma anche al sistema di stoccaggio dell’impianto.

Dal 2013 è ufficialmente in funzione un impianto di decontaminazione dell’acqua che proviene dai reattori e che, appunto, viene poi immagazzinata nei serbatoi di stoccaggio. Ad oggi sono state trattate più di un milione di tonnellate d’acqua contaminata, immagazzinata in oltre mille serbatoi che aumentano al ritmo di uno a settimana. Secondo la La Tokyo electric power company (Tepco), la compagnia elettrica che gestisce l’impianto di Fukushima, la capacità massima è di 1,37 milioni, cifra che sarà raggiunta nel 2022. Dopodiché non ci sarà più spazio.

“Loro [i dirigenti Tepco, ndr] dicono che non hanno più spazio, ma io credo che su questo si possa controbattere”, afferma Buesseler. “Una veduta aerea dell’impianto di stoccaggio di Fukushima mostra chiaramente che ci sarebbe abbastanza spazio per continuare a costruire serbatoi nelle zone circostanti, ma forse quello spazio vogliono destinarlo ad altro? Eppure quei terreni sono off-limits per costruire abitazioni o mettere su attività commerciali, quindi stanno facendo la scelta di non impiegare spazio che comunque non è attualmente utilizzato in nessun altro modo? Io credo che abbiano messo il carro davanti ai buoi nel dire, ‘siccome stiamo finendo lo spazio allora scarichiamo tutto in mare’”.


Data: 06.02.2020
Fonte: www.lifegate.it
 

 

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